E se l’accento si spostasse dal cibo all’azione di mangiare? Il pasto sacro si perde nella notte dei tempi ma forse è possibile renderlo sacro proprio in quanto è ‘pasto’, passato da fuori a dentro, da altro a noi stessi, da diverso a simile e assimilato.
Dicevano i Maestri che dovremmo curarci che sia ottimo tutto ciò che entra in noi e di noi diviene parte.
Così per i cibi e i profumi, e gradatamente per i suoni, le parole, le impressioni di ogni tipo.
Ma il pasto più di tutti è materia che si fa NOI.