Rispondi a: Il cibo filtrato dai 5 sensi e… sublimato dal sesto senso

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holvi49
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Stanotte sognavo che mi veniva offerto da mangiare un tubetto di pasta cruda (tipo rigatone) con l’estremità abbrustolita. Io sapevo che non potevo assolutamente toccare cibo (per ovvie ragioni), ma la cosa più interessante, credo, è di aver realizzato che il sapore lo conoscevo: non solo, ma il sapore l’ho provato, come se fosse un ricordo, solo che la sensazione era attuale , del momento. Io ho provato il sapore di quel pezzo di pasta bruciato ed era il sapore che ha la pasta bruciata, Ripensando adesso all’episodio mi accorgo che non sono in grado di “riassaporare” quello strano cibo, neanche sforzandomi di immaginare o ricordare qualche esperienza del passato che possa essersi impressa a tal punto da far riemergere quella reale e viva sensazione. Allora ho cominciato a pormi qualche interrogativo ( guardate uno che si mette a fare invece di dormire) e ipotizzare che quella sensazione di gusto precisa, “fisica” e , almeno per quello che al momento ho provato, inequivocabilmente rispondente al vero, perché quella era pasta bruciata, si è verificata nel sogno, quando c’è un allentamento dei legami tra cosciente, subconscio e fisicità, quando, cioè, una parte sottile non è più imprigionata nella morsa dell’attenzione di veglia. Allora, mentre sognavo, avevo un altro tipo di “fisicita”? E cosa di tanto reale da farmi provare così marcatamente quella sensazione di gusto? E se la sensazione del gusto, ma poteva essere un’altra, di quelle elaborate dagli altri sensi, fosse proprio una peculiarità di quel particolare stato che emerge quando il sonno, ad un certo punto, lo consente? E questo mi ha portato al tema proposto dalla Direzione:”…sublimato dal sesto senso”. Un sesto senso? Sublimato? La fisica definisce la sublimazione come il passaggio dallo stato solido a quello gassoso o aeriforme, senza passare dalla fusione ed evaporazione. Lo possiamo vedere con la naftalina, che diffonde nell’aria particelle gassose che non sono proprio la gioia delle tarme. Quindi c’è uno stato aeriforme, impercettibile, che può subire un ulteriore cambiamento divenendo plasma che è costituito da atomi o molecole ionizzati, od anche elettroni liberi: siamo quasi vicini all’informazione allo stato puro, come si esprimerebbe il fisico francese E. Charon. Però per questo c’è bisogno di tanta energia, fornita dalla temperatura, solo che questa temperatura, perdonate l’azzardo, potrebbe avere natura e origini differenti, guardiamo ad esempio alle reazioni intracellulari dove stranissime reazioni avvengono senza bisogno di ricorrere a fucine nucleari…Mi sono perso…Ah si, dicevamo della sublimazione. Allora il cibo, prima di essere ingerito, passa al vaglio dei sensi che ne scompongono le qualità, perché siano in prima analisi accettabili per l’organismo. Ma chi o cosa interviene per il riconoscimento? Ricordo un passo del Kremmerz dove è detto che se si dà a bere acqua ad un uomo sotto ipnosi dicendogli che sta assumendo vino, egli crederà effettivamente di bere quella bevanda, fino ad arrivare anche ad ubriacarsi. Quindi, se non sono cosciente, come nel mio sogno, le sensazioni seguono una fisiologia alquanto particolare. Poi il cibo viene ingerito, è trasformato dal processo digestivo, è veicolato, dai vari sistemi di trasporto , per essere indirizzato ai vari organi che lo elaboreranno secondo la loro funzione specifica nell’economia globale della sintesi organica. Come può, se e quando possibile, venire “sublimato”? Se volessimo riferirci al processo fisico di cui si diceva prima, dovremmo ipotizzare l’intervento di adeguata temperatura. Però non va dimenticato che gli specchi concavi sono quelli che mettono a “fuoco”. Anche Archimede li usava.
Un caro saluto a tutti.

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