Rispondi a: Il cibo filtrato dai 5 sensi e… sublimato dal sesto senso

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garrulo1
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Dagli interessantissimi post di questo filone di discussione, mi vengono in mente alcuni particolari, li scrivo così come affiorano. Anni fa, nel Blog, si era aperto un link dedicato all’autofagia, affrontata in termini scientifici, con espressa menzione di studi ed esperimenti portati a termine da ricercatori anche di fama mondiale. Venne, in estrema sintesi, palesata una vigoria cellulare consistente in screening di autoeliminazione delle cellule indebolite, ad opera di quelle sane, particolarmente attiva lontano dai pasti. E’ un dato che ritengo sia bene conoscere, dopodiché ognuno lo gestisce per come si sente. Sul fatto che si possa ottimamente filosofare, latu sensi intendo, ognuno secondo la propria inclinazione filosofica, mentre si prepara o si gusta il cibo, mi torna in mente un passo del Maestro Kremmerz, scrivo come lo ricordo, ma se ricordo bene, argomenti di Ermetismo si possono affrontare anche assaporando proprio “le tagliatelle preparate (all’epoca) da Sora Felicetta”. Da qui, credo che ben si denoti l’importanza dello stato d’animo con cui ci si approccia al pasto. E su questo stato d’animo, accompagnato magari dalla conoscenza delle influenze siderali, dell’importanza autopoietica dei fattori nutrienti, affrontati in alcune conferenze organizzate dalla Direzione della Schola negli anni passati, e dall’importanza dell’impronta terapeutico-evolutiva presente nel cibo in determinati momenti astronomici, in primis nella Festa del Plenilunio di Solleone, si comprende bene quanta buona sostanza si celi dentro l’apparenza, senza nulla togliere mai ad una sana, genuina e buona apparenza.
Con l’augurio a tutti di una buona domenica.

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