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admin Kremmerz
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Tempo addietro mi ero dedicato alle letture sull’alimentazione nella storia ed uno degli autori che mi avevano colpito è stato Massimo Montanari.
Fra le tante storie che riferisce ve ne riporto una sul “cucinare”:
“Cucinare non è una pratica minore, ma stimola l’intelligenza. Lo sostenne anche una celebre donna del Seicento, suor Juana Ines de la Cruz, la maggiore poetessa messicana dell’Età barocca, che nella sua orgogliosa affermazione del ruolo femminile (che le procurò non pochi disagi nella società maschilista del tempo) rivendicò la dimensione intellettuale del lavoro in cucina, paragonandolo alla riflessione filosofica e anzi dichiarandone la superiorità.
“Che cosa potrei raccontarvi, scrive suor Juana dei segreti naturali che ho scoperto mentre cucinavo? Vedo un uovo che si rapprende e frigge nel burro o nell’olio, e al contrario si spezza nello sciroppo; vedo che affinché lo zucchero si conservi fluido, basta aggiungervi una piccolissima parte d’acqua in cui sia stata messa una cotogna ecc ecc (continua …)
Osservazioni assai più profonde di quanto all’aapparenza non sembrino, sicché conclude provocatoriamente suor Juana-si può benissimo filosofare mentre si prepara la cena e io dico che se Aristotele avesse cucinato, avrebbe scritto molto di più.”
Un femminile a cui la storia, sempre secondo Montanari, restituisce una so0rta di “priorità”:
infatti “già nel linguaggio di Omero e dei greci antichi, “mangiatori di pane” è sinonimo di “uomini”, ma già nel Poema di Gilgamesch, un testo sumerico del del secondo millennio a.C. la civilizzazione dell’uomo selvatico viene fatta coicidere con il momento in cui egli non si limita più a consumare cibi e bevande disponibili in natura, come le erbe selvatiche, l’acqua o il latte, ma comincia a mangiare pane e a bere vino, prodotti “artificiali” di cui si viene a conoscenza grazie a una donna che gliene fa dono: il mito riconosce dunque al sesso femminile una priorità nel processo d’invenzione dell’agricoltura, della cottura e – in ultima anlisi – della cucina”
Seguendo il ragionamento di Montanari viene da chiedersi quale salto qualitativo avrà compiuto la dimensione sensoriale del genere umano grazie ad un “femminile” dedito a preparare, far gustare e digerire questi suoi doni?
E di metafore la storia sarà piena… anche se ad oggi molti sembrano dimenticarlo!

https://books.google.it/books?id=JwqODAAAQBAJ&pg=PT8&dq=mangiare+idee+oltre+al+cibo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj9oZ-o4LThAhXQaVAKHVyjDioQ6AEIKTAA#v=onepage&q=mangiare%20idee%20oltre%20al%20cibo&f=false

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