Rispondi a: Il cibo filtrato dai 5 sensi e… sublimato dal sesto senso

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catulla2008
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Parlare di cibo è sempre parlare di qualcosa che ti entra dentro, proprio come un suono, un colore, un’impressione. Anche i fissati della nutrizione, quelli che guardano la filiera di produzione, il vasellame di cucina, i tempi di cottura al secondo, per non parlare dell’ “impiattamento” (vocabolo orrendo per quanto ormai comune!), ebbene anche questi non sono immuni dai loro ricordi, dall’associazione affettivo-sentimentale che è impronta di un tempo e di un luogo differenti dal ‘qui e ora’.
Niente di assoluto dunque.
E niente di vero se non il dato oggettivo della cosa-cibo per quello che è e del fatto che siamo animali che la modernità ha imparato – e si sta perfezionando – ad addomesticare.
L’idea è quella di SATURARE. Non va lasciato nessun canale libero di andarsi a creare o ricercare la propria sensazione, mentre invece tutti quanti i canali nostri devono trovare modulazione come da programma. Sia mai che sentiamo un sapore e basta: no! Tutto studiato. Spray per suggerire l’odore, musiche per forgiare lo stato d’animo, forme e colori per informare il cervello su COSA deve elaborare, e via dicendo.
La scienza dell’alimentazione di cui Kremmerz parlava (carboidrati se devi fare lunghi lavori pesanti e del non ingozzarsi di roast-beef se non c’è energia fisica da spendere) oggi appare comune e banale affollata com’è da centomila manuali della “ dieta-per”: dimagrire/irrobustirsi/abbronzarsi/ringiovanirsi/tonificarsi/blablabla.
Eppoi… quei benedetti alimenti ‘scelti con cura’ chissà come son fatti in fondo! (il contadino in certi posti avvelena più dell’industria), e se vale la pena spenderci ore e ore di lavoro per pagarteli quando poi tutti i pasti finiscono in…gloria.
Ecco che allora siamo a parlare di ALTRO cibo: di musica, di colori, di forme che si legano ai ricordi, partoriscono memorie e forse, dico FORSE, porteranno alla formulazione di una diversa idea di “bontà”: non più (o non solo) basata sul sapore ma (anche e soprattutto) sull’umore che avranno generato o fissato, sulla capacità sovrana dell’uomo di completare istintivamente alcune linee casuali con la sostanza completa di un preciso passato e, insomma, sull’ ASSIMILARE etimologicamente inteso.

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