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garrulo1
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Tengo ancora a postare un pensiero sempre in relazione alla segnalazione di Guglielmo Tell, in merito agli studi del Prof. Marco Todeschini. L’assillante o meglio appassionante dilemma è sempre lo stesso, circa la concezione dello spazio: ”pieno oppure vuoto?” Ricordo che in una conferenza tenutasi a Torino anni fa presso la sede di una Associazione Culturale, la Relatrice parlò con rigore scientifico di una cd. zona grigia, permeante l’Universo e di cui si iniziava a conoscerne l’esistenza, e si stavano mettendo in pista i primi tentativi per documentarla mediante procedimento fotografico: eravamo alla fine degli anni novanta. In mezzo a formule matematiche e leggi meccaniche presenti nel primo estratto dei lavori del Prof. Todeschini, su cui non sono assolutamente in grado di addentrarmi, compare adeguatamente spiegato il concetto di densità dei corpi componenti quello che definiamo spazio, quali gas inerti e non, la stessa aria, elementi che non si vedono ma parimenti esistono e si fanno sentire, aggiungo esprimendo inesorabilmente la loro intrinseca natura. Allora, come ci ricorda Catulla nel post del 17 03 u.s., link “Notizie dal Web”, a proposito di un qualunque accadimento nella realtà ordinaria, e cioè che “non si potrà più fare come se non fosse mai stato”, in quanto è “il movimento che crea la forma”, in chiave Darwiniana potremmo dire che è “la funzione che crea (anticipandolo) l’organo”. Quindi, quella zona grigia citata prima, potrebbe essere identificata quale spazio etereo aggiungo ermeticamente inteso e naturalmente mobile come ipotizzato nell’ultimo messaggio, dove ogni oscillazione vibratoria genera (prima per impressione e poi per ritenzione) una forma, corrente eterea menzionata dal Maestro Kremmerz in molti suoi scritti, in primis nella Scienza dei Magi menzionata nel precedente post.
Un caro saluto ed una buona serata a tutti, e, alle prossime riflessioni magari su questo interessantissimo argomento.

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