In effetti solo una precisazione dell’uso di termini e aspetti di ambito religioso… Immacolata concezione sta per colei che è stata concepita immacolata, cioè al di fuori del condizionamento del Peccato, come lo fu anche la Eva originale prima della Caduta dallo stato e condizione di Eden.
Ricambio tutti i saluti, cogliendo l’occasione, con cuore sincero.
Vorrei continuare a fissare lo sguardo al principio di unità, che ci accomuna, restando in linea con la discussione del thread.
Nessuno può prescindere dall’altro o da qualsiasi cosa, che ne sia cosciente o no. Questo è logico, al di là anche di tutte le dimostrazioni in linguaggio filosofico, quindi non credo sia necessario ribadire i diversi concetti sull’argomento e lo darò, in tal caso, per scontato…
Ma noi ne siamo realmente consapevoli?
Nel momento in cui la questione interessa il concepimento è sicuramente più facile comprenderlo o meglio percepirlo, sentire come parte di sé. Eppure questo dovrebbe avvenire anche in una unione matrimoniale, di amicizia, fraterna… Per l’aria che unitamente respiriamo, la luce che ci riscalda e illumina, il cibo è la carne fisica che condividiamo, lo spirito di vita, sapienza e intelligenza che ci anima e ci rende per-sonar (persona).
Tutto intorno a noi è legato da un filo invisibile, ma attenzione… questo filo si chiama: Amore (non proprio o egoistico o personale, ma universale).
Lavorare per sentire, non solo prendere tra virgolette “coscienza” di questo, è credo nostra incombenza verso il mondo, nostro compito e obiettivo comune.
Non deve restare e non è fatto per rimanere nelle tenebre questo mondo, ma per tornare alla Luce.
Mi chiedo e chiedo allora: diciamo questo perché lo sappiamo, perché lo facciamo, o perché lo viviamo…? Se lo viviamo senza sentirlo sarebbe come una persona che vive al buio e all’oscuro dei propri sensi. Anch’essi, se scollegati da tutto il resto, esistono nell’oscurità, prigionia e illusione di sé.