Rispondi a: ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM

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Alef2006
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Ciao Buteo, il mio post era criptico e miscelava in modo inestricabile concetti di fisica relativistica e quantistica con ipotesi sulla percezione mentale del tempo. Volevo dire che i fisici hanno già dimostrato che il tempo inteso non è un contenitore pre-esistente agli eventi materiali che osserviamo. La modellazione del tempo come contenitore che esiste a prescindere, anche in assenza di eventi, vale solo in un mondo che si muove a bassa velocità. Quando le velocità (sarebbe meglio dire energie) in ballo sono elevate, il tempo e lo spazio si fondono. In aggiunta, se si lavora su scale molto piccole entrano in gioco effetti quantistici che neanche la relatività generale di Einstein è in grado di catturare. Questo è il motivo per cui i fisici sono a caccia di una teoria in grado di unificare relatività ed effetti quantistici. Mediaticamente questa teoria si chiama “teoria del tutto”. Ora senza entrare nei dettagli (molto complessi e non alla mia portata) l’idea che proponevo si basa sull’analogia. Se è vero che il tempo sul piano sensibile/materiale è una entità che cambia la sua natura a seconda della velocità degli eventi in gioco allora sarà vero (per analogia) che la percezione mentale del tempo si modifichi in funzione della velocità dei nostri processi mentali. Non sono uno psicologo/neurologo ma la mia esperienza personale mi dice (per banalizzare) che se trascorro una giornata a far nulla la giornata non trascorre mai e viceversa se sono iper-impegnato. Quindi la percezione mentale del tempo dipende dalle attività mentali diventando quindi l’effetto di un processo mentale. Il concetto di tempo inteso come effetto dei nostri pensieri più che come entità immutabile esistente a prescindere è un soggetto di riflessione che mi ha sempre affascinato ed ho ritenuto utile condividerlo con Voi. Inoltre ipotizzavo nel precedente post che la vita vorticosa di questa nostro “tempo” è una sfida per l’umanità e potrebbe centrifugare via una parte dei nostri simili creando un fronte di esseri umani all’avanguardia che procede lungo l’elicoide mentre la parte restante perde il treno evolutivo rischiando di involvere. Per questo è molto importante che i più forti intendano l’evoluzione a beneficio dei più deboli, affinché l’umanità possa procedere (seppur in modo eterogeneo) ma senza strappi nel percorso evolutivo. Preciso che le mie affermazioni sono solo ipotesi che scaturiscono da riflessioni personali (e qualche lettura) e quindi potrebbero essere completamente errate.

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