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tanaquilla9
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Vi segnalo alcune news dalla Borsa Internazionale del turismo archeologico di Paestum del 2018 che ho visitato nei giorni scorsi, e che spero possano essere di qualche interesse:

– Circa gli studi sulla Magna Grecia, animati ormai dalla volontà di superare la lettura anglosassone, nel convegno “Identità e appartenenza. Modelli interpretativi a confronto” si afferma che sarebbe più giusto oggi parlare di ex colonie della Magna Grecia. Infatti i Greci immigrati, pur unendosi alle popolazioni locali, non riuscirono ad insediarsi e a modellare in modo greco le comunità. Quindi è errato presupporre una identità collettiva in Magna Grecia improntata dai Greci mentre è giusto parlare di una buona cultura delle società indigene. Né i Greci avrebbero potuto in pochi secoli portare a livelli così alti di cultura le società a loro preesistenti.
– La figura di Ulisse fu ben accetta negli ambienti anellenici ed etruschi perché Ulisse non è il colonizzatore, ma l’uomo che si integra, si unisce. Gli Etruschi accettarono le integrazioni, le influenze, ma non gli insediamenti.
– Le tre lingue della manifestazione identitaria dei popoli italici furono: latino, greco e osco.

– Tra i reperti dell’arte paleolitica si vanno ad aggiungere le statue-stele di Arco (TN) del 3000 a.C. recentemente ritrovate. Queste, maschili, femminili ed asessuate, danno la misura delle decorazioni e degli indumenti dell’epoca (come ad es. il pugnale portato al collo). Alta stele ritrovata nel 2013 è in in Val Venosta, la Stele di Vezzano.

– Nel 2014 ultime scoperte di eroi o giganti nella necropoli di Mont’e Prama in Sardegna.

– Nel 2017 scoperta una piccola Pompei in Francia, una città romana abitata dal I sec. d.C. Vienne, già famosa per il suo teatro romano e per un tempio, fu un importante nodo nella strada che collegava la Gallia settentrionale con la provincia della Gallia Narbonensis, la Francia meridionale di oggi.

– Nel 2018 ha aperto il Museo di Troia (Turchia). E’ ubicato sulla collina di Hissalrik, ove Heinrich Schliemann trovò negli anni 70 dell’800 le rovine della città cantata da Omero. Ospiterà gli artefatti ritrovati nella zona, molti dei quali sono però sparsi nei musei del mondo in 44 nazioni diverse, non tutte disposte a collaborare.

– Nel 2019 usciranno alcuni libri con gli ultimi studi sulle grotte del paleolitico in Francia: Cheveux, Lascaux e Cosquer sul Mediterraneo (parzialmente sommersa). Molto sfruttata la tecnologia al servizio dell’arte preistorica in Francia con le repliche delle grotte visitabili.

– Forse, sempre nel 2019, dovrebbe aprire sull’isola di Procida (Campania) un Museo virtuale sui reperti micenei trovati sull’isolotto di Vivara che affianca Procida. Gli ultimi recenti scavi hanno fatto riaffiorare ulteriori reperti che testimoniano l’incontro sull’isolotto di Vivara di Micenei. Fra questi una tavoletta riportante una forma di pre-scrittura, che rappresenta una scoperta di rilievo scientifico mondiale.

– Nel 2019 dovrebbe riaprire ai turisti Palmira (Siria), come si sa in gran parte distrutta.

– In poche ore un reperto archeologico scavato di frode o rubato in Italia può attraversare 3 o 4 paesi stranieri e arrivare in nord America. Così per i reperti rubati in Iraq. Il British Museum, ad esempio, ha restituito da poco reperti antichissimi a Baghdad trafugati in Gran Bretagna da un commerciante d’arte. Si riparla anche del carro etrusco di Monteleone che si trova oggi al Metropolitan di New York. Pare che uno storico di Ivrea abbia individuato 4 italiani che fecero viaggiare illegalmente la biga oltre oceano, attraverso il recupero di alcune lettere.

– Sempre più attenzione a valorizzare i cammini e le vie per sostenere la crescita dei borghi, e dei territori meno turisticizzati, come ad esempio la valle del Mercurion nel territorio interno del Pollino.
– Sempre più un turismo culturale di esperienza. Il futuro dell’archeologia è legare i monumenti alle persone. Alcuni siti archeologici sono identitari del popolo che li ha costruiti.

– La Borsa chiude come al solito con uno spaccato sulla melograna, simbolo per eccellenza di Paestum sin dal V secolo a.C. con Hera che la porta in una mano nel suo santuario alla foce del Sele e come decorazione di tutte le tombe lucane del territorio. Si sa che è un superfrutto, cioè ricco 3 volte in più di antiossidanti rispetto ad esempio al te verde. E’ anche cardio-protettivo, antimicrobico e antitumorale. Ultime ricerche ancora in corso hanno poi fatto luce sulla interazione della melograna con il microbioma intestinale che dà luogo ad una molecola in grado di contrastare l’invecchiamento muscolare e che coinvolge i mitocondri.
L’ultima immagine è un risotto con scampi e melograna… sarà buono?

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