E, a proposito delle false iniziazioni e delle scuole di magia per corrispondenza, restando nell’ambito delle favole, mi viene in mente la celebre fiaba di Andersen “I vestiti nuovi dell’imperatore” in cui si racconta di due impostori che raggirano un imperatore vanesio offrendogli abiti confezionati con un tessuto così prezioso, da non poter essere ammirato da persone stupide o indegne del loro ruolo.
I due truffatori dopo aver finto la tessitura della stoffa, mimano la vestizione del sovrano con l’abito immaginario con tale convinzione, che il sovrano, prima, e la corte tutta, poi, pur non vedendo nulla, per non tradire la loro incapacità di vedere e quindi la loro inadeguatezza, si sprofondano in complimenti per la magnificenza del tessuto, facendo così il gioco dei due abili furfanti. E anche il popolo, per non tradirsi, sta al gioco fino a quando un bambino, nella sua ingenua semplicità, non svela l’inganno ad alta voce. I due lestofanti, nel frattempo, si allontanano impuniti con la ricompensa pattuita.
Gli imbroglioni si assomigliano tutti e, in fondo, il loro modo di agire, tragico per le vittime, è comico per chi osserva la macchinazione. Il segreto per non restare intrappolati nelle maglie delle trame di questi delinquenti ce lo suggerisce lo stesso Maestro Kremmerz quando ci invita a restare ben ancorati alla realtà e a credere soltanto a quello che possiamo sperimentare personalmente. Le strade facili, che non richiedono pazienza, esercizio e studio sono sicuramente più invitanti di quelle più accidentate ma se è vero che “per aspera ad astra”…