Home Page › Forum › Il Forum della Schola › ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM › Rispondi a: ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM
Purtroppo, essendo per naturale inclinazione “serioso”, anche se mi riconosco una discreta propensione all’ironia, devo ammettere che non mi diverto nel leggere sproloqui dettati dall’ignoranza più becera e spesso dalla malafede, specie quando a esser presa di mira è la storia della nostra Schola; così come non mi diverto nel prendere visione di video farneticanti e farciti di falsità sia storiche che concettuali. Quasi sempre, in queste circostanze, quando non si tratta di indifferenza, il sentimento prevalente è quello della commiserazione, mentre la conseguenza è il rafforzamento della convinzione a tirare diritto. Tuttavia non posso non raccogliere l’invito dell’amministratore e così provo a muovere qualche passo sul terreno del semi-serio ma non troppo, ricordando e raccontando un aneddoto estratto dal sacco dei ricordi della mia esperienza massonica, vissuta e conclusasi molti anni addietro. Riporto l’aneddoto perché credo che non sia poi del tutto estraneo a certe situazioni che si possono registrare al giorno d’oggi. L’aneddoto è il seguente: nel corso di una cerimonia di iniziazione, dove l’aspirante neofita, rigorosamente bendato come voleva la cerimonia, era una persona di una certa età e di nazionalità non italiana, quindi con qualche comprensibile difficoltà linguistica, alla domanda del Maestro Venerabile: “Profano, cosa avete sugli occhi?”, il malcapitato, male intendendo il suggerimento che gli veniva sussurrato all’orecchio dal suo accompagnatore, rispose senza esitazione: “Una belva”, invece che “una benda”.
Ora, al di là del lato umoristico della cosa, riporto l’episodio perché lo stesso mi induce a una riflessione:la “benda” che, come è facile intuire, doveva rappresentare l’ignoranza che ottenebra la vista del non iniziato, si trasformò, per mero fraintendimento, in una belva, ossia nell’emblema di quanto c’è di più aggressivo in natura. E non è forse vero che l’ignoranza porta non di rado a diventare aggressivi, specialmente quando si sa o si “sente” che non ci è dato di mettere le mani su qualcosa che non ci appartiene? Il web, e non solo, mi pare ci offra numerosi esempi di come la benda si trasformi in belva affamata che però, assai verosimilmente, è destinata a rimanere tale.
Buona serata a tutti i frequentatori del sito.