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garrulo1
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Ancora alcune considerazioni sulle potenzialità del Serpente in Terapeutica. In pratica, tutte le Tradizioni in qualche modo attribuiscono al Serpente una qualche modalità di condensazione/accumulazione di energia cosmica. La stessa Marjia Gimbutas, caposcuola di una corrente antropologica tipizzante una matriarchia originale sotto l’aspetto prettamente mitico e parimenti sacro, attribuisce a tale rettile una componente energetica che ne trasborda dai confini fisici, influenzando di fatto il mondo circostante, energia che analogicamente si ritrova ad esempio nelle spirali e ci riporta agli albori della concezione della vita. Quindi una corrente vitale primigenia, che per potersi esprimere in tutti i propri effetti, si biforca, esattamente come la lingua dell’animale, nelle opposte polarità della Vita dell’Universo. Ha scritto testualmente il Maestro Kremmerz: “Uno è il serpente, Una è la vita, ma la lingua si biforca nella proiezione dell’incanto”, cioè nella proiezione della Vita stessa, identificando la corrente vitale o astrale come “il gran serpente della trasformazione”, cioè responsabile sul piano visibile e non solo, di ogni mutamento. Con queste prerogative, è in pratica impossibile non prendere in considerazione le potenzialità terapeutiche che la Scienza più di avanguardia, mette progressivamente a fuoco e come BELL ha dimostrato, e mi ha colpito non poco l’attenzione il fatto che, la somministrazione di NGF in forma di collirio nell’uomo, ha dimostrato l’efficacia terapeutica della molecola del Nerve Growth Factor quando somministrato per via oculare. Nel precedente post ho messo in evidenza le operazioni terapeutiche poste in essere nei Templi di Esculapio e la stretta correlazione tra l’azione dei serpenti agenti in qualche modo sull’occhio umano, porta d’ingresso dell’informazione terapeutica. Anche Mandragola ci ricorda che Nell’antico Egitto vi era una Dea preposta alla funzione talismanica e protettiva dell’intero organismo, una Dea Cobra pre-dinastica associata nel Basso Egitto prima e poi in toto all’ureo, portato al centro della fronte e incastonato sulla corona faraonica. Simboleggiava il calore ardente del disco solare, l’energia vitale per eccellenza, e Uadjet, questo era il nome della Dea, era ritenuta la Regina Madre di tutti gli Dei, espressione dell’Occhio di Horus o Oro, in seguito sinonimo di Occhio di Ra.
Un caro saluto ed una buona serata a tutti.

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