Il digiuno dei pitoni birmani, di cui parla Bell, mi ha ricordato i meccanismi dell’autofagia di cui si è già trattato nel forum. Certo, la Natura riserva sempre grandi sorprese, e le caratteristiche fisiologiche di alcuni serpenti e dei loro veleni sono terreno di studio per un loro possibile ulteriore utilizzo a livello medico. L’omiopatia, ad esempio, già se ne serve da tempo. Leggo sul web che è stata creata la prima banca di veleni animali terapeutici (https://www.medimagazine.it/creata-la-prima-banca-dati-di-veleni-animali-terapeutici/ ) e mi viene in mente quanto asseriva Paracelso che ogni rimedio proviene dalla Natura e si trae da piante, animali e pietre. Forse, le antiche conoscenze ci hanno indicato alcuni rimedi terapeutici attraverso storie simboliche o mitologiche, le quali pare contengano più ricche verità di quanto si possa credere. Ma gli ulteriori studi sui serpenti segnalati da Bell sembrano mirare più in alto: alla riattivazione dei processi rigenerativi degli organi. Questo è un progetto molto importante. Mi chiedo però anch’io, come Gelsomino, perché negli esperimenti condotti su cellule di mammifero si è scoperto che anch’esse rispondono in qualche modo ai meccanismi molecolari legati al processo rigenerativo dei serpenti, pur avendolo perduto.