Quando ero bambina mi dicevano di non toccare i piccoli della mia cocorita perché se avessi alterato il loro odore contaminandolo con quello delle mie dita la madre non li avrebbe più riconosciuti e avrebbe cessato di dar loro da mangiare. E altrettanto ho letto in merito a cuccioli di mammiferi selvatici che se fossero entrati in con-tatto con la mano umana sarebbero stati condannati a morte perché rifiutati dalla propria genitrice e dal branco.
So che per i cani l’odore del padrone è percepibile addirittura a centinaia di metri di distanza e tutti sanno che (sempre i cani) possono ritrovare le persone in base al loro odore anche sotto metri di neve o distinguerne la traccia anche in una foresta.
So che esiste un imprinting olfattivo per cui i neonati poggiati sul ventre materno ne annusano il profumo e lo cercano e se ne nutrono per calmarsi.
Poi, certi profumi vegetali (come incenso, pino, ma anche ambra, zafferano, ecc.) sono straordinariamente somiglianti ad alcuni odori umani di certi periodi o di certe fasi della vita tanto che non vedo troppo improbabile il fatto che vengano usati per dare una indicazione di uno stato da attraversare o raggiungere.
Ricordo che lo stesso Kremmerz parlava di “molecole, parti invisibili del nostro corpo vivente, che si staccano da questo per entrare in contatto con qualunque persona si mantiene vicina”.
Credo varrebbe la pena, in proposito, rileggere gli estratti pubblicati sul nostro sito web