Vorrei condividere una citazione da “Il cervello infinito: Alle frontiere della neuroscienza: storie di persone che hanno cambiato il proprio cervello” di Norman Doidge, Francesco Zago
“L’uomo condivide il novantotto per cento del DNA con gli scimpanzé. Il «progetto genoma umano» ha permesso agli scienziati di stabilire con precisione quali geni fossero diversi, ed è risultato che uno di questi è il gene che determina il numero di neuroni che produrremo. Fondamentalmente i nostri neuroni sono identici a quelli degli scimpanzé e perfino delle lumache marine. Nell’embrione, tutti i nostri neuroni sono originati da un’unica cellula che si divide in due, poi in quattro e così via. Un gene regolatore stabilisce quando quel processo di divisione si debba arrestare, ed è questo gene che distingue l’uomo dallo scimpanzé. Nell’uomo, quel processo prosegue fino a raggiungere circa cento miliardi di neuroni. Si interrompe un po’ prima nel caso degli scimpanzé, il cui cervello è grande un terzo del nostro. Il cervello dello scimpanzé è plastico, ma la semplice differenza quantitativa tra il cervello umano e quello dello scimpanzé ha come conseguenza “«un numero esponenzialmente maggiore di interazioni tra i neuroni», poiché ciascun neurone può collegarsi a migliaia di cellule. Come ha sottolineato lo scienziato Gerald Edelman, la sola corteccia umana ha trenta miliardi di neuroni ed è in grado di stabilire un milione di miliardi di connessioni sinaptiche. Edelman scrive: «Se considerassimo il numero di possibili circuiti neurali, avremmo a che fare con numeri iperastronomici: del tipo 10 seguito da almeno un milione di zeri 18». (Le particelle dell’universo conosciuto sono più o meno 10 seguito da 79 zeri.) Questi numeri straordinari spiegano perché il cervello umano possa essere descritto come l’oggetto più complesso che si conosca nell’universo, e perché sia capace di cambiamenti costanti e massicci a livello microstrutturale…”