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tanaquilla9
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Sto leggendo a proposito dei “placebo open lable”, cioè i farmaci placebo (terapie prive di principi attivi) somministrati senza inganno, alla luce del sole. Alla domanda “ci si può sentire meglio anche se si è consapevoli di assumere zucchero o semplice acqua fresca?”, oggi si risponde affermativamente e su questo si sta aprendo un dibattito molto interessante nel campo medico e scientifico. A confermarlo un’analisi pubblicata di recente sul Journal of Evidence-Based Medicine che ha analizzato l’effetto placebo su: sindrome dell’intestino irritabile, disturbo depressivo maggiore, deficit di attenzione/iperattività, mal di schiena, rinite allergica, per concludere sui suoi effetti positivi. C’è chi ipotizza che il merito stia nel contesto psicosociale intorno alla terapia finta: l’aspettativa del paziente scatenerebbe il rilascio nel cervello di diverse sostanze che possono indurre un miglioramento, per esempio la riduzione del dolore. Ma in generale tutte le condizioni mediche in cui la componente psicologica è importante possono essere influenzate da un placebo, che ha dunque effetti fisiologici e si dimostra efficace in un’ampio spettro di patologie. Esiste perciò una componente inconscia -dicono- nell’effetto placebo. Mi è sembrato un dibattito oltremodo interessante dato che vi ho intravisto quanto sostiene la terapeutica ermetica: la preponderanza dell’elemento psichico-intelligente su quello fisico-chimico nella salute e nella malattia. Che ne pensate? Inoltre, questo discorso interessa anche l’omeopatia. (A questo proposito sabato scorso 3 marzo su Rai3 “Presa diretta” ha fatto una puntata scientifica su “L’omeopatia serve?”. Qualcuno l’ha vista?)

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