Riallacciandomi all’ultimo post di Garrulo e alla sua – diciamo – ‘sperimentazione’, mi vien fatto di manifestare alcune osservazioni.
Forse si dovrebbe abituarsi un po’ di più a considerare questa nostra carne aggregata in organismo come concretizzazione dell’idea-uomo (a prescindere dal genere) discesa dalla Natura Madre. Luogo sacro in quanto manifestante il progetto-umanità e, contemporaneamente, l’unicità di un essere: nato e poi cresciuto; essere parlante, pensante, agente liberamente eppure secondo il progetto della specie.
Forse il primo luogo del sacro siamo noi?
- Questa risposta è stata modificata 6 anni, 9 mesi fa da catulla2008.