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tanaquilla9
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Grazie a Fleurdelys e a Buteo per le notizie sull’ultima scoperta scientifica in campo medico.
Mi collego, poi, a Bell e al “continuum” della Tradizione e terapeutica Ermetica a ritroso nel tempo. A proposito della cultura alessandrina e ellenistica, accennata nell’ultimo post, ho trovato notizie interessanti sui “Terapeuti” d’Alessandria d’Egitto.
E’ Filone (c.30 a.C.–45 d.C.) a parlare nel “De Vita contemplativa” della comunità dei Terapeuti che vivevano ovunque ma soprattutto in Egitto, nei dintorni di Alessandria, come riporta il prof. Miccinelli in “Cento anni di pragmatica fondamentale”. Erano Esseni che menavano vita contemplativa e più tardi i Cristiani che vivevano nelle solitudini dell’Egitto propiziandosi la vita celeste. In seguito la terapeutica divenne la parte della medicina che si occupa dei mezzi di guarire le infermità e addolcire i dolori. (cfr. La Scienza dei Magi, III, p. 263). Infatti la parola Therapeutès, da therapeuo, (così in Platone) ha due significati “servire, rendere un culto” e “curare, guarire”.
Nei “Pensieri” di Marco Aurelio il terapeuta è l’uomo “attento alla sola divinità che abita in lui per circondarla di un culto sincero”, di conseguenza la therapia è il “conservarsi puro da ogni passione, dall’irriflessione e dall’umore per ciò che proviene dagli dei e dagli uomini”.
Frammenti di papiri descrivono i Terapeuti (o asceti) di Serapide, un corpo sacerdotale, che dimorava nel grande Serapeo di Menfi e che sapeva “pregare” per la salute dei sofferenti (probabilmente attraverso i riti incubatori). Al tempo di Filone il terapeuta è colui che ha a cuore l’etica, che vigila sul suo desiderio, non per distruggerlo, ma per accordarlo allo scopo prefissato. E, il solo scopo che porti alla salute è l’Essere, il quale proviene dall’Unica Sorgente. Questa cura etica può fare di lui un essere felice, sano e semplice (cioè non duplice, non diviso, ma unitario), cioè un saggio. Inoltre egli sa pregare per la salute altrui e, ciò facendo, restituisce il sofferente a se stesso e alla sua evoluzione. Pregare per il terapeuta non è solo recitare preghiere e invocazioni, ma tenere il suo essere in contatto con l’Essere, affinché la Sua Presenza attraverso di lui si diffonda nella persona malata e infelice. (notizie tratte da: “Aver cura dell’essere. Filone e i terapeuti d’Alessandria”, Jean-Yves Leloup, Edizioni Arkeios). Ovviamente si intravede in ciò una comunità di tipo iniziatico (che qualcuno fa derivare dai sacerdoti Caldei). In fondo (in una interpretazione non letterale) sembra si stia parlando della preparazione purificatoria ed etica della Fratellanza di Myriam nella quale inoltre, grazie al collegamento gerarchico col Centro, evoluzione e terapeutica vanno di pari passo.

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