Dopo la morte di Alessandro Magno, a partire dal IV secolo A.C. l’impero viene suddiviso in tre regni tra cui quello Tolemaico con il fulcro ruotante intorno ad Alessandria d’Egitto in cui fiorisce un movimento culturale di vastissime proporzioni. Su questo fulcro convergeranno la Tradizione dell’antico Egitto, della Mesopotamia e della Grecia antica. Grazie alla costituzione di importanti istituzioni quali un Museo e una Biblioteca il regno Tolemaico si imporrà come una “frontiera intellettuale” che da un lato raccoglierà l’eredità di tutta la Scienza Antica e dall’altro attirerà come un magnete l’attenzione di molti autorevoli personaggi che daranno un impulso allo sviluppo delle basi di una scienza moderna di cui saranno dettati i tempi e la metodologia. Questo processo andrà avanti fino al 30 A.C. quando l’Egitto sarà conquistato dai Romani che completeranno il loro dominio sul Mediterraneo. Secondo alcuni Autori questo periodo può ritenersi esteso anche ai successivi secoli imperiali romani fino al 529 D.C. con Giustiniano; in realtà nel corso del II secolo A.C. gli studi scientifici ad Alessandria decaddero in modo brusco a causa di una feroce persecuzione della classe dirigente greca da parte di Tolomeo VIII. In un periodo relativamente breve ad Alessandria transitarono il matematico Euclide, il fondatore della meccanica Ctesibio, Archimede che ad Alessandria avrebbe avuto contatti con Eratostene che era un matematico astronomo e geografo, Ipparco di Nicea autore del più attento catalogo stellare dell’antichità; inoltre Erofilo ed Erasistrato che avvieranno i primi studi anatomici considerando il corpo come una struttura complessa da indagare anatomicamente perché solo la conoscenza delle parti consente la comprensione del loro funzionamento e quindi della loro Fisiologia permettendo di conseguenza lo studio della Patologia che è malfunzionamento. Questo passaggio storico è senza dubbio molto interessante perché unisce pensiero e tecnica, conoscere e sperimentare; Archimede, che sarà basilare nella formazione di Galileo, tramite la sperimentazione agisce sulla natura per avere risposte a dei precisi quesiti. Nell’analizzare questo periodo mi sono posto alcune domande: come mai proprio in quel periodo abbiamo questa necessità di una sperimentazione che affronterà la realtà a 360°? Siamo di fronte non alla ricerca di un singolo, ma ad Alessandria convergono tutta una serie di personaggi che sono pronti a gettare le basi di una vera e propria applicazione della Tradizione in ogni campo della realtà; forse tutto ciò è dovuto al confluire, come detto all’inizio del post, di tutto un bagaglio di conoscenze che raccolgono tutta la Scienza Antica?
Un abbraccio a tutti