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admin Kremmerz
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Caro Gelsomino, non credere che quand’anche si assista, a stretto contatto con un Maestro, a qualcosa di strabiliante, come può essere accaduto nel mio caso, questo mi abbia preservato dall’avere atteggiamenti superficiali o reazioni sbagliate. Importante è rifletterci sopra, saldare il conto con i propri errori e cercare di inanellare uno dopo l’altro step sempre più coerenti e dalla lungimirante prospettiva in cui bisogna, qualunque fatto si viva, viverlo come gli assetati, con fiducia e come tramiti, evitando di inorgoglirsi, compiacersi o quant’altro nutra il proprio ego, cosicché la purissima Acqua di Sorgente (l’immagine ben si accosta a quanto abbiamo vissuto in queste terre sibilline con il Maestro: tra i tantissimi x esempio nell’esperienza al Lago di Pilato, alla fonte del Guerin Meschino, alle Pisciarelle, al “Ninfeo” o all’Infernaccio) “dissetandoci” compia, con i tempi giusti per ognuno di noi, il miracolo della cosa Una, rigenerandoci.
Passando poi a condividere in pieno quanto scaturito dai post precedenti a chiarimento dell’esperienza vissuta con il Maestro a Parco Montiguarnieri, umilmente ringraziandola per il Suo intervento, proseguo con la testimonianza di quanto avvenuto in ordine alle “stelle” scolpite sugli edifici del territorio solo apparentemente a corollario di tutti i fatti accaduti in quella terra, che hanno visto una grande partecipazione collettiva di Sorelle e Fratelli, sia nel Centro Elissa che a più vasto raggio, nel cosiddetto “Versante della magia” del Parco Nazionale dei Monti Sibillini in cui domina la sequenza di creste ricomprese tra il Monte Vettore e quello della Sibilla; fatti e accadimenti, dicevo, propiziati e avvenuti tutti sotto l’egida del Maestro M. A. Iah-Hel.
Dell’eccezionale scoperta alla quale avevo semplicemente partecipato vi racconterò in un secondo momento mentre ora ritorno ai giorni in cui, come vi avevo accennato, “Elissa” mi aveva suggerito di coinvolgere qualche studioso per confortarmi nella ricerca delle stelle scolpite sui paramenti degli edifici e aiutarmi a dargli un “senso”.
Chi meglio del mio professore di Restauro dei Monumenti al tempo in cui facevo l’università a Firenze e con il quale, complice il mio lavoro, avevo mantenuto i contatti?
Si sa per un architetto fiorentino docente di restauro di quei monumenti che tutto il mondo ammira quella che gli stavo proponendo era più un’escursione in luoghi leggendari, bella quanto vogliamo, piuttosto che un’indagine interessante dal punto di vista architettonico… la Toscana è così densa di tesori, attraversata dalla via Francigena, che spesso ricalca antiche vie consolari romane ecc. ecc. ecc. Il suo scetticismo era così evidente…
Bene, arriva a Montemonaco, rimane entusiasta del “respiro” ambientale, lo porto a vedere le “stelle” di Santa Maria in Casalicchio e lui rimanendo molto perplesso e ancora più scettico mi dice che con quell’unico reperto avremmo fatto ben poca strada…
Programmiamo allora per il giorno successivo un’escursione lungo la via di cresta che da Montegallo attraverso Propezzano e Cossinino riconduce a Croce di Casale.
C’erano state delle suggestioni per andare a Propezzano forse l’antica Peraznania individuata dagli studiosi in una delle dodici città della Confederazione degli antichi Atiedi. (XII sec. a.C.) di cui si narra nelle Tavole Iguvine e che erano ipoteticamente collocate ad anello tutt’intorno alla catena dei Monti Sibillini.
Ci fermiamo qualche centinaio di metri prima di Propezzano a Cornaloni ed iniziamo con “Elissa”, la moglie del professore, il professore ed io ad inoltrarci per la piccola via al centro del piccolo borgo ai lati della quale vi erano più i rovi che avvinghiavano le case che spazi aperti per godere degli antichi edifici…
Fatti un centinaio di metri, mentre il sentiero era divenuto un viottolo tra rovi, erbe alte, e guaiti di cani chiusi in recinti e lasciati a guardia di non si sa che cosa, stavamo passando in mezzo a due edifici, costruiti a cavallo tra il XIV ed il XV secolo, particolarmente belli, originariamente ipoteticamente contigui e costruiti con pietre squadrate faccia vista di grandi dimensioni… ecco un serpente che avvinghiandosi alla mia gamba sinistra fino all’altezza della cintura, anche se non ho assolutamente paura dei serpenti, mi costrinse, per farlo allontanare, a fare un movimento di slancio con la gamba, movimento che mi portò ad orientare casualmente lo sguardo in alto a sinistra, verso il primo piano dell’edificio…
Architetto – dissi – ma cosa sono quei decori che si intravedono sopra il portale d’ingresso al primo piano? La facciata è tutta rovi! – E come ci arriviamo lassù? – mi disse con lo sguardo ancora stravolto per quanto era appena accaduto col serpente.
Provvidenzialmente avevo portato con me una falce e febbrilmente iniziai ad aprirmi un varco… ci misi un po’ e alla fine mi trovai di fronte ai primi scalini dai quali potevo ben vedere i decori: ben tre ordini di decori con stelle, mezzelune e tanto altro. Sul primo dei quali campeggiava la scritta:
“OMNIA CON TEMPORE MODERATA DURANT – NON NOBIS DOMINE, SED NOMEN TUUM DA GLORIAM”!!!
Ancor oggi descrivendolo mi viene la pelle d’oca…
Scritta che conteneva, nella seconda parte, il motto che San Bernardo aveva affidato ai Cavalieri del Tempio, i Templari dei quali avevamo rinvenuto una traccia indelebile in queste terre grazie al sibillino serpente, lo strumento che mi aveva guidato nella scoperta…
Non vi dico la faccia entusiasta del professore… e lo sguardo tra il compiaciuto e il disincantato di “Elissa” che sembrava dire: “era ovvio”…
Iniziammo così a sciogliere l’enigma delle stelle scolpite dando vita alla mappatura di tutta l’area sibillina e alla quale demmo il nome di “Sentiero delle stelle”. Ma di questo vi parlerò in modo organico più avanti dando vita ad un vero e proprio report .
Grazie “Elissa”, per la Tua gloria Regina Sibilla!!!
e buona domenica ai naviganti!

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