Prendo spunti da diversi post.
Strano che proprio nelle terre di Campania, così storicamente pregne di una femminilità autentica, e un senso materno spiccato per cui “o scarrafone è bello a mamma soja”, siano così state travisate le Mater Matute di Capua. Mamma soja non sarà sempre stata perfetta come Venere! Eppure questo la dice lunga sulle convenienze sociali che creano continuamente schemi/immagini per omologare l’essere a falsi valori estetici ed etici.
E poi, l’amore di una madre è immenso, ma il figlio di chi è? è solo di quella madre o di tutte le madri, anzi di tutte le donne indipendentemente dal fatto di esserlo, oggi, Madri?
Il post di Buteo, mi tocca corde profonde: di ingiustizia, di prevaricazione, di bisogno di modificare l’ottica con la quale si interpreta la vita, anzi la si vive, la vita. Cosa è deforme o anormale? Il guscio o il contenuto? Riflettendo mi viene di pensare una cosa che forse sembrerà banale: quanta cattiveria e crudeltà si celano talvolta dietro aspetti belli e quasi perfetti?
Nella fiaba che ci ha cullato da bimbi la strega cattiva, non a caso vecchia, quanto comunemente è per forza brutta la vecchiaia!, si servì di una bella, perfetta, rossa mela per avvelenare Biancaneve.
La strega può interpretare un femminile negativizzato e deviato costruito apposta da una società in conflitto con se stessa e malata? Una società, una corrente di pubblica opinione sulle cose, dove mi pare che la mela perfetta rappresenti l’idea, anch’essa distorta, che bello e buono debbano rispondere a determinati schemi, come giustamente diceva mara329 sulle Mater Matute che sono inizialmente state giudicate rospi!