Verissimo quanto sostiene BELL sulla funzione della memoria in quanto geneticamente determinata, tenendo però presente che nelle scienze mediche ordinarie, il campo astrale non è contemplato, non è investigabile con gli strumenti in dotazione. Altrettanto vero che, come ci ricorda mercuriale, uno stimolo sistematico di innesco della memoria è proprio l’olfatto, difatti, un buon profumo di cibo nei pressi di un altrettanto ottimo ristorante, può fungere, attraverso l’evocazione di immagini collegate, da ulteriore stimolo ad entrarvi, e quindi di supporto al riconoscimento di un bisogno primario, quale lo stimolo dell’appetito. Tutte le sensazioni periferiche costituiscono, in modo soggettivamente più o meno privilegiato, input costanti che prendono posto nella “centralina”, ed alla bisogna vengono attinti. Ma quello che mi ha sempre “incuriosito”, è stato il potenziale di “stoccaggio” dei ricordi, che, come detto in altro post, in momenti di estrema carica emotiva, in spazi temporali fulminei, passano per la mente sequenze di ricordi immagazzinati in tempi assai lunghi, per non dire di una intera esistenza. Ricordo, che dopo una conferenza in tema di spiritualità, ascoltata qualche lustro fa, tra l’altro in un bellissimo agriturismo in montagna, molti partecipanti si erano fermati a cena. Io non conoscevo la persona di fianco a me, si trattava di un signore piuttosto originale, ed oltre a mettere in campo qualche dimostrazione su modalità eccentriche con cui manovrava posate e bicchieri giocando sull’equilibrio degli stessi, ad un certo punto, mi è parso di capire a digiuno da qualunque conoscenza scientifica della faccenda, raccontò di un incidente in motocicletta, nel corso del quale, provenendo da un corso ad alto scorrimento, quindi con velocità probabilmente sostenute, si trovò dinanzi un autotreno di traverso sulla carreggiata in quanto già coinvolto in altro incidente appena successo. Proseguì il racconto precisando di aver pigiato all’inverosimile tutti i freni anteriori e posteriori, la moto cominciò a sbandare sulla carreggiata inclinandosi progressivamente, al punto da passare al di sotto degli assi del camion, e tra traumi vari, questa modalità fatale gli salvò la vita, ma quello che più mi catturò l’attenzione nel racconto, più che le nozioni di infortunistica stradale (che conosco per altra via), mi colpì il fatto che ripeteva che nell’istante in cui la situazione evolveva verso l’irreparabile, ha visto in un attimo, testualmente disse, “tutta la mia vita scorrermi dinanzi come in un film”. Quanto riportato penso proprio in assoluta buona fede durante una cena, mi pare trovi conferma in molti scritti che anni dopo iniziai a leggere del Maestro Kremmmerz, tant’è vero che, nello Spazio dedicato alla “Parola al Maestro”, nel Capitolo dedicato alla “Menmoria ed il Campo Astrale (o incosciente)”, postato nel Sito a giugno 2009, inizia così: “L’immagine delle cose si conserva in noi in un campo inesplorato che appena oggi comincia ad attirare l’attenzione dei psichisti. Questo campo che è in noi e fuor di noi è la riserva da cui la nostra coscienza umana attinge la memoria di tutte le cose viste e conosciute con uno dei sensi fisici. E rappresenta la parte più misteriosa del nostro essere, la camera oscura, per così dire, della fotografia dei nostri prodotti di origine sensoria, tanto di questa vita quanto delle precedenti”.
Un caro saluto, si tornerà volentieri su un argomento di cotanto spessore.