Rispondi a: La Scienza Ermetica nelle Arti

Home/Il Forum della Schola/La Scienza Ermetica nelle Arti/Rispondi a: La Scienza Ermetica nelle Arti
wiwa70
Partecipante
Post totali: 367

Non è la prima volta che leggo dei neuroni a specchio, responsabili della capacità empatica nelle relazioni umane, ma è molto interessante il collegamento di Bell in senso artistico(empatia con l’opera d’arte) e il significato ermetico che ne può derivare(ideografia). Anche l’esistenza di una ‘insula’ nel nostro organismo è particolare e strana: non pensavo infatti esistesse nel sistema vivente qualcosa che fosse “isolato” dal resto! Mi stavo chiedendo proprio questo ieri,leggendo per caso la vita di Leibniz(vissuto fra 1600 e 1700 ,matematico e filosofo,scienziato a tutto tondo, inventore, fra le tante cose, del sistema numerico binario e del calcolo infinitesimale,del concetto di funzione matematica e di numero integrale, precursore della neuro-informatica e del concetto d’inconscio freudiano). A proposito del significato dell’uno pitagorico e quindi del concetto di unità nella molteplicità,la sua definizione di monade, si rifà ad un’immagine del vivente che mi ha ricordato in parte quella ermetica di Matrice Universale Intelligente. Egli definisce la monade”forma sostanziale dell’essere; specie di atomi spirituali, eterne, non scomponibili, individuali, che seguono leggi proprie, non interagiscono, ognuna di esse riflette l’intero universo in un’armonia prestabilita. Ogni monade ha percezioni e rappresentazioni interne di ciò che esiste all’esterno,non osservando esternamente ma guardando dentro di sé, in quanto ognuna è specchio dell’Universo. Dio e Uomo sono anche monadi ma differiscono tra loro per quantità di coscienza che ognuna ha di sé e di Dio”. Così concepito il concetto di monade risolverebbe la diatriba mente\materia cartesiana e l’individualità spinoziana si potrebbe intendere come modificazione di un’unica sostanza. Infine Egli scopre la matematica dei limiti e il ‘principio degli indiscernibili’, utilizzato nelle scienze, secondo cui due cose che appaiono uguali, dal punto di vista razionale, in realtà sono la stessa cosa, poiché due cose identiche non possono esistere, da cui si deduce che ogni cosa esistente ha una causa e questo chiudeva il cerchio sul suo concetto di Male che secondo Lui non esiste in senso assoluto altrimenti diceva “Dio non sarebbe così sapiente da afferrarlo con la mente oppure non sarebbe così potente per eliminarlo”, concetto che lo condusse ad una visione utopica della società. Per questo grande contributo alla Scienza, sulla sua lapide, fu scolpito il simbolo dell’Uno dentro lo Zero,che mi ha ricordato il timbro della Pitagora, con l’iscrizione ‘Omnia ad Unum’… si direbbe dunque un degno discepolo di Pitagora!

Iscriviti alla Nostra Newsletter

Normativa Privacy