Non sono per nulla nuove considerazioni o teorie che vanno oltre il convenzionale perché è ormai da oltre un secolo, ossia da fine Ottocento quando il Maestro ci metteva in guardia da certi atteggiamenti delle elites intellettuali nostrane che orecchiando l’oriente in senso lato lo indicavano come metà per la loro salvezza spirituale.
Per questi signori ormai l’occidente aveva perso e non avrebbe, figuriamoci oggi, uno straccio di valori, quasi che sentendosi non più amati dalla propria terra madre che li aveva, loro si, fagocitati nella nevrosi, considerassero il suolo Europeo come una terra matrigna. È sintomatico alla fine dei conti vedere nella grandiosità, nel monumento assolutamente “iper”, il tratto mistico che li accomuna a chi in fondo vuole Dio padre nell’alto dei cieli, inesorabile giudice, e il popolo a bearsi estasiato di tanta cosiddetta bellezza. Da sempre è stato così, dal tempo dei faraoni peccato per quelli che non intendono e non intenderanno mai che ‘umanità oggi potrebbe non essere più quel cane che portato al guinzaglio si pasce e sazia della mistica grandiosità di un “infinito” si fa per dire a basso costo creato da chi li vuol eternamente manducare. Per questi signori basterebbe guardare la cattedrale di Chartres, (che personalmente ritengo nell’ambito dell’arte gotica un esempio di alta progettualità) per entrare in contatto con la trascendenza, anche se non mi pare proprio che i francesi siano tutti grandi iniziati!!! Passatemi la battuta…
L’atteggiamento è squisitamente mistico riflesso di chi ha sempre voluto da qualcun altro lo spunto e l’innesco, se non addirittura il sostituirsi alla propria incapacità, per risolvere i propri problemi. Compito da sempre appannaggio delle religioni.
Al contrario di come i Numi considerarono la società umana, che piaccia o non al nostro egittologo, ormai giunta per Loro a fine Ottocento ad una sufficiente maturità per fargli il dono di potersi emendare da schiavitù ideologiche e modelli sa seguire per divenite sempre più consapevolmente attivi tramiti della propria esistenza, purificati artefici di un novello equilibrio, in primis sanandosi per procedere poi a riconquistare la coscienza del proprio essere più profondo, quello che ontologicamente e geneticamente è collegato al fare Italico, al “divino” sciorinato in ogni “semplice” atto del quotidiano. Così era per il Kremmerz l’artista ermetico di cui ci parlava pochi post più su, quel medico in cui l’intelligenza mercuriale ne faceva un “Artista” all’italica maniera. Così poteva e potrà essere per chiunque inizi il nostro percorso sperimentando un metodo che ha visto i nostri Maestri sempre presenti per oggettivare amorevolmente quanto nel concreto degli atti e fatti ognuno di noi fa! Le chiacchiere direbbe qualcuno stanno a zero.
Un caro saluto a tutti.