Spesso nei film o nei romanzi, si vede un artista, carico di pennelli, colori e cavalletto, aggirarsi per campagne verdeggianti o solitarie vette in cerca di silenzio e di pace, dove terminare o iniziare un’opera d’arte, o comunque un atto creativo e artistico. Ho sempre pensato che la loro esigenza fosse quella di cercare il silenzio nella solitudine, perchè le interferenze più disturbanti erano legate ai propri simili. Ma poi, pensandoci bene, credo che, al di là dei suoni o “rumori” provenienti dall’esterno, il silenzio fosse semplicemente una condizione speciale dell’essere, uno stato fecondo e profondo in cui immergersi, quasi un “sonno” ,ricco di idee-guida da seguire, ma anche di assolute “sorprese” con le quali trovarsi in perfetta sintonia; e questo, aveva sì a che fare con i suoni della Natura, perchè il fluire di suoni esteriori,cioè il pulsare ininterrotto della vita, riportava probabilmente l’animo sensibile e ricercatore dell’artista a se stesso, facendogli da specchio. Quindi è vero che il silenzio non è necessariamente assenza di suoni! Mi viene anche in mente che noi miriamici sperimentiamo il silenzio prima dei riti quotidiani e lunari, accompagnandoli con i profumi legati alle quattro stagioni: anche l’olfatto ha dunque un valore in questa ricerca e sintonizzazione con noi stessi?