Non penso che Lucilio volesse affrontare il tema della mostra restituendo tout court all’arte dei folli chissà quale intrinseca e estensibile capacità terapeutica con un metodo e relativi strumenti a corollario. Ogni folle, si fa per dire, segue la sua lucida follia. Semmai era la mostra che gli aveva fatto da specchio e lo induceva a misurarsi con la propria volontà di mettersi in gioco nell’ambito di un processo d’integrazione di cui la Schola detiene le chiavi. Se non ho capito male non penso volesse mettersi a dipingere … in alternativa agli strumenti tradizionali che offre la Schola rischiando così di incorrere in tutto quanto paventato da Gelsomino il quale introduce nella sua conclusione il concetto di “razionale” .
Affidiamoci al Maestro Kremmerz:
“Ma il medico puramente e strettamente razionale sarebbe un meccanico inferiore alla sua capacità dottrinaria se in tutti i casi pratici egli con apparente criterio scientifico non si lascia guidare da una intuizione chiaroveggente che egli marita alle conoscenze sperimentali e razionali della sua dottrina. I medici sommi contemporanei, come i più famosi degli scorsi secoli, sono maestri incontestabili dell’esperienza medica, ma nei casi migliori in cui eccellono sono degli artisti – sono cioè degli ermetisti che l’esame clinico e le prescrizioni curative indovinano, intuiscono, penetrano, di fuori del razionalismo ordinario con un razionalismo più sottile, più inafferrabile, del ragionamento comune a tutti…”
E questo penso possa estendersi dal campo medico a qualunque aspetto del fare arte con la A maiuscola, cosiddetto e per capirci, scientifico e non, che sia matematica, fisica, musica, pittura, scultura, poesia, tessuti, e chi più ne ha ne metta!
Allora il tentare di andare oltre la comprensione squisitamente razionale potrebbe proprio essere nelle corde dell’aspirante iniziato alla Scienza Ermetica che sperimentando il Metodo Ermetico …