Sempre a proposito di acqua e di memoria, è notizia di questi giorni la scoperta di un sito archeologico nella Calabria Jonica, datato presumibilmente duemila anni fa, che risulta essere un ninfeo situato in una grotta; esso era, in genere, una costruzione di forma rettangolare, circolare o ellittica, contenente una fontana, decorata con vari elementi scenografici, presenti sia nelle città ellenistiche che in quelle romane. In questo ninfeo in particolare, non si ha niente di scenografico ma sono state trovate due sorgenti, di cui la prima caratterizzata dalla presenza di zolfo, mentre la seconda pura e cristallina e la cui posizione solenne, nella sala circolare, suggerisce che il luogo fosse destinato alla celebrazione di riti orfici. Lo confermerebbe anche la lamina d’oro di Hipponion(l’odierna Vibo Valenzia, antica colonia di Locri)in cui ci sono aspetti importanti al riguardo: ruolo fondamentale per la salvezza svolto dalla Dea Mnemosyne, il divieto di bere alla prima fonte e l’importanza di bere alla seconda, fonte della Dea Memoria, che risulta atto indispensabile per avviarsi alla via sacra. Le due sorgenti infatti una venefica e l’altra, la seconda, pura, non erano che lo strumento per l’esplicazione di un rito, accertato in Magna Grecia. Inoltre mi ha ricordato la descrizione dell’Antro delle Ninfe di cui si è parlato ampiamente nel Quaderno della Porfiriana. Un caro saluto a tutti