Tornando al post di mercuriale del 4 gennaio, due cose sulla potenza di impressione della parola. Verissimo, la ripetizione di determinate parole, può arrivare a produrre vibrazioni potenzialmente in grado di modificare fin negli aspetti più reconditi la materia oggetto diciamo così, dell’attenzione e conseguentemente intenzione della parola stessa. Quindi, la parola che “crea”, quando scientemente pronunciata, penetra il coelum di chi l’ascolta (vale ovviamente anche per sé stessi), e nel buio celato attua il lavorio finalizzato, questione di allenamento, con le pratiche della Schola e di conseguente oggettivazione, altrimenti verrebbe meno la certezza nei risultati o l’esigenza di correzioni.
Una buona serata a tutti.