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accademia sebezia
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“Secondo la tradizione italica, ogni evento e ogni funzione è presieduta da una divinità. Esisterebbero quindi ‘divinità’ ovvero, in lessico contemporaneo, ‘forze cosmiche’ che esercitano effetto sulle funzioni fisiologiche e che, se individuate, potrebbero essere ‘richiamate’ per il mantenimento o il ripristino dello stato di salute?”. L’osservazione di Buteo del 5 gennaio trova, nelle ricerche accademiali, questi riscontri:
Il catalogo ordinato delle diverse parti del corpo, presso gli Egizi, conduce ad una loro equiparazione con altrettante divinità (o forze). Ogni divinità corrisponde a precise funzioni fisiologiche: Hapi è il sangue; Khnumm dalla testa d’ariete, che aveva scolpito donne ed uomini sulla sua ruota da vasaio, è le mani; Osiride è la spina dorsale, Iside è il cuore, Heket che presiedeva ai crocicchi formati da tre strade, sembra analoga al modo in cui funziona il sistema nervoso umano. Così le diverse parti anatomiche hanno il loro corrispondente nella Natura universale. Tali forze sono chiamate Neteru, agenti di leggi e funzioni cosmiche, il cui vero nome è la funzione incarnata.
Del tutto simile la concezione degli dei-atto italici dal nome-parlante, divinità funzionali con finalità determinata, e degli Indigitamenta romani che, numerosissimi, assistevano l’uomo in ogni sua azione, dal concepimento nel ventre materno alla morte. Così la conoscenza delle corrispondenze fra alto e basso, fra uomo e universo era custodita e utilizzata dai Collegi sacerdotali di entrambe le culture.

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