Condivido quanto scritto da Tanaquilla9. Prescindendo dal fatto che sembra ormai diventata di acquisizione generale l’idea che la “spiritualità” abbia matrici orientali senza che di questo termine si cerchi di indagarne il significato, è evidente che si trovi molto più facile lasciarsi cullare da fantasticherie che prospettano il raggiungimento di stati inusuali e superumani dove è di casa la “fusione col tutto” o l’affrancamento dalle umane passioni, che percorrere una via dove è richiesto un impegno costante e lavorìo scevro da illusioni, dove non sono difficili i passi falsi che fanno ricominciare daccapo; dove ogni sperimentazione deve avere la sua oggettivazione perché non sia il frutto di una mera congettura.
Ho sentito molte persone esprimersi in termini di “illuminazione”, ” stato di grazia” o “unione col Sé divino”. Ma queste , come detto da Tanaquilla, sono belle parole di cui non so se sia ben chiaro il significato. L’unica illuminazione che conosco, sono le luci di casa mia, quando sono accese, naturalmente.
Un caro saluto.