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Buteo
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Posso riprendere le osservazioni di Gelsomino limitatamente alla mia esperienza.
Quando m’iscrissi al corso di Vipassana, non sapevo cosa avrebbe comportato. La mia intenzione non era certo praticare il silenzio, era apprendere una tecnica di meditazione, non solo, più in generale era uno scopo di conoscenza. Sappiamo che le tecniche di meditazione, patrimonio dei popoli orientali, hanno per finalità l’Illuminazione, ovvero la ‘Luce’. E nell’esercizio di quel tipo di meditazione è richiesto il silenzio. Silenzio quindi fortemente finalizzato. Ora, dalla mia limitata esperienza di discipline orientali, che consistono in diversi anni di esercizio di tai chi, nei citati corsi di meditazione, oltre alcune esperienze ‘minori’, ho appreso che, aldilà delle ‘particolari’ interpretazioni new age e occidentali, tutto è molto concreto e corporeo, tutto è basato su pratica ed esperienza fisica e che di mistico non c’è assolutamente nulla. Ma in quelle, come nella nostra tradizione, è indispensabile la presenza del Maestro ‘Integrale’. Ho avuto la fortuna di incontrare in entrambi i casi 2 Maestri ‘concreti’ (= che non vendevano fumo) che trasmettevano un insegnamento concreto. Quando al Maestro di Vipassana chiesi “tutto questo ok, e poi?”, egli con molta onestà ammise di non poter andare oltre, perché quello era stato autorizzato a insegnare, e se anche avesse fatto personalmente ulteriori ‘progressi’ non li avrebbe assolutamente trasmessi, perché non erano stati ‘oggettivati’ (diremmo noi) dal suo Maestro.
Quando venni a conoscenza di una tradizione italica iniziatica, di cui non immaginavo l’esistenza, lessi Kremmerz e scoprendo punti in comune con quel poco che avevo appreso, senza null’altro sapere, chiesi subito l’iscrizione perché qui è la tradizione della nostra terra, qui sono le radici (i geni) da cui deriviamo. La fortuna fu di approdare subito alla Schola ortodossa, anziché incappare in una delle varie associazioni spurie. Non solo, l’altra impagabile fortuna, di cui mi resi conto strada facendo è, e lo è per noi tutti, avere il MAESTRO. Sempre nella mia limitata esperienza ho appreso che la trasmissione iniziatica non può prescindere dalla sua presenza e dal suo diretto insegnamento. Senza oggettivazione da parte sua ci si può forse illudere di progredire, ma, nella migliore delle ipotesi, non si va da nessuna parte.

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