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Buteo
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L’esondazione di notizie varie e contrastanti sul tema delle vaccinazioni ci disorienta particolarmente perché il vaccino è agito su quegli esserini indifesi e amati, i bambini, che assolutamente vogliamo proteggere.
Per non rimaner travolti dall’ondata, penso che dobbiamo innanzi tutto guardare ai fatti. Cercherò di fare una cronistoria degli sforzi messi in atto per arginare una patologia drammatica quale la poliomielite. E mi scuso perché il discorso si dilungherà in date, numeri ed elencazioni. Segnalerò alcuni link per chi avesse desiderio di approfondimento, sperando che il tutto sia il più chiaro possibile.
Ricordo che l’unica patologia che a oggi siamo riusciti a debellare è il vaiolo: dopo almeno 2000 anni di tentativi per sconfiggere la malattia, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ne dichiara l’eradicazione nel 1979, 2 anni dopo l’ultimo caso diagnosticato in Somalia del 26/10/1977. In Italia, la vaccinazione è stata sospesa nel 1977 e definitivamente abrogata nel 1981.
Questo successo aveva fatto sperare in una relativamente veloce eradicazione delle altre patologie sensibili alla vaccinazione, ma così non è.
Diamo uno sguardo a come stavano le cose.
Non sono in grado di inserire la vignetta che avrei voluto mostrare (che invito a vedere in google -non trovo un link per la sola immagine- con le parole: Pulitzer poliomielite 1957): è disegnato un bambino di spalle che si sostiene con stampelle su gambe contenute in tutori, intento a guardare compagnetti giocare correre azzuffarsi..
La didascalia sottostante recita:
“Vorrei sapere perché i miei genitori non mi hanno somministrato il vaccino Salk?”
Siamo negli anni ’50, siamo in America. Questa vignetta vince il premio Pulitzer nel 1957.
Se la mostrassimo ai genitori di oggi, verosimilmente nessuno saprebbe dire a cosa si riferisce.
Così non era fino a 40 anni fa, cioè fino a quando i genitori avevano ben presenti negli occhi le immagini di questi bambini, e ben sapevano degli ospedali in cui bimbi e adulti paralizzati dalla poliomielite dovevano essere tenuti nel polmone d’acciaio per continuare a respirare.
In quegli anni la poliomielite imperversava. Questa vignetta è stata di forte impatto emotivo.
Un dato per renderci conto dell’entità del problema: fra il 1951 e il 1955 in Europa la poliomielite paralizzava ogni anno circa 28.500 bambini.
Ma ai genitori di oggi, che sono nati dagli anni ’70 in poi, questa vignetta non dice più nulla.
I genitori di oggi non conoscono la malattia. Non ne hanno la percezione della gravità semplicemente perché, proprio grazie all’impegno profuso dagli Stati nel vaccinare la popolazione, gli effetti della poliomielite non si vedono più.
Negli USA si inizia a vaccinare nel ’54, utilizzando il vaccino Salk, il primo disponibile. Nel 1957 si passa al vaccino orale Sabin, più̀ facile da somministrare, meno costoso del precedente e più efficace.
L’Italia inizia a vaccinare con vaccino Salk nel 1958; nella primavera 1964 si avvia la vaccinazione di massa con il Sabin.
L’effetto è impressionante: già nel II semestre dello stesso anno i casi dichiarati di poliomielite in Italia scendono, dai 1800 e 2300 dello stesso periodo degli anni precedenti, a 212 casi!
Quando nel 1966 scatterà l’obbligatorietà della vaccinazione, la maggior parte della popolazione infantile già è vaccinata e già si è registrato il crollo dei nuovi casi.
Grazie alle campagne condotte a livello mondiale, la trasmissione del virus della Poliomielite si riduce drasticamente negli anni ’80.
Nel 1988 (29 anni fa) i casi di Polio registrati in tutto il mondo erano 350.000 in oltre 125 paesi. La poliomielite è ancora endemica in tutta l’Africa, in tutta l’Asia, nell’America centrale e meridionale e in parte dell’Europa.
In quell’anno l’OMS lancia il programma di eradicazione globale della poliomielite. Si vuole l’eradicazione del poliovirus a livello mondiale, come è stato per il vaiolo.
Nel 2002 (14 anni dopo) la poliomielite rimane endemica in soli 10 paesi fra Asia e Africa. Sono quindi libere da poliomielite l’ America, l’Europa, l’Asia centro nord, compresa la Cina, l’Australia.
Nello stesso anno anche l’Italia è dichiarata polio-free. Si potrà proseguire la campagna vaccinale con il vaccino Salk, meno efficace del Sabin, ma più sicuro e sufficiente a mantenere l’immunità dove il virus non circoli e dove le condizioni igieniche e di salute della popolazione siano buone.
Il problema sembra insormontabile in India, così densamente popolata, con grave denutrizione infantile e scarsissima igiene. La campagna del governo indiano per combattere la poliomielite, iniziata nel 1995, è costata quasi 2 miliardi di dollari, più altri fondi provenienti da privati, come il Rotary e la fondazione di Bill Gates. Invito alla lettura del link sottostante, dove è sintetizzato come il risultato sia stato reso possibile grazie all’intuizione della necessità di vaccini specifici e di un maggior numero di dosi/bambino, associato all’intenso sforzo umano per raggiungere possibilmente tutti i bambini… prima del virus.
http://www.lescienze.it/news/2012/01/14/news/poliomielite_eradicazione_india_polio_pain_oms-790872/?refresh_ce
Sacche di resistenza nella popolazione musulmana per opposizione dei leader religiosi si sono risolte quando gli stessi sono diventati convinti sostenitori, costituendo importante fattore di successo della campagna: durante la preghiera del venerdì, ricordavano agli indiani musulmani di portare i loro bambini a vaccinarsi.
Se in India nel 2009 i casi di poliomielite erano stati 741, quasi la metà di tutti i casi del mondo, l’anno successivo erano scesi a 42. L’ultimo caso di polio è del 13 gennaio 2011 e ha riguardato una bambina di due anni del Bengala Occidentale, paralizzata dalla malattia.
Da allora anche l’India è polio-free.
Rimangono 3 paesi in cui la polio è ancora endemica: Nigeria, Afghanistan, Pakistan.
Il poliovirus può sconfinare dalle regioni in cui è ancora endemico in regioni con copertura vaccinale insufficiente, trasportato da cibo o più facilmente da persone infette, portatori sani, provocando focolai di malattia.
Come in Tajikistan nel 2010, per virus importato dall’India. Epidemia responsabile di oltre 600 casi di poliomielite in bambini e adulti, a causa delle gravi lacune nei programmi vaccinali in questo paese.
http://www.epicentro.iss.it/problemi/polio/tajikistanGiugno2010.asp
Nel 2011 la Cina perde la certificazione di paese polio-free, per sconfinamento di poliovirus dal Pakistan, con focolaio di poliomielite scoppiato fra luglio e settembre, che esita in 2 decessi e paralisi in 10 bambini e 11 giovani. La pronta risposta con campagna vaccinale, partita alla fine di settembre, coinvolge quasi cinque milioni di persone e consente di bloccare l’epidemia entro il mese di ottobre.
Nel 2013 a preoccupare è il focolaio di poliomielite in atto in Siria, dove a causa della guerra civile, il tasso di copertura vaccinale è crollato nel 2012 dal 91% del 2010 al 68%, causando, dal 2013 al 2015, 36 casi di paralisi flaccida, per poliovirus importato dal Pakistan.
http://www.epicentro.iss.it/problemi/polio/2013.asp
L’OMS, attraverso campagne di vaccinazione straordinaria in Siria e nei paesi dell’area mediorientale riesce a controllare l’epidemia.
Sempre nel 2013, altro motivo di preoccupazione è il ritrovamento del poliovirus selvaggio nelle acque reflue in Israele, il che significa che il virus sta circolando in un paese certificato polio-free, in cui si vaccina col Salk (come in Italia), con rischio di malattia nei soggetti non vaccinati. (stesso link di cui sopra)
Per questi motivi nel maggio 2014 l’OMS dichiara ‘la diffusione del poliovirus un rischio per la Sanità pubblica e un’emergenza internazionale’ e stila una serie di raccomandazioni, tra cui la verifica delle coperture vaccinali.
È la prima volta, dopo l’influenza suina del 2009, che l’OMS lancia un simile allarme.
La preoccupazione sta nel fatto che al 2013, in Europa il numero di non vaccinati, di età < ai 30 anni, è di 11 milioni e ½ di persone. (pop eu 2013= 742,5 milioni)
Ed è certo che più scendiamo sotto al 95% di copertura, più aumenta il rischio di diffusione della malattia, anche nei paesi in cui era stata eliminata e ad alto livello socio-economico.
La conferma che la poliomielite possa diffondersi in un paese occidentale, per copertura vaccinale insufficiente, si era già avuta nel 1992 quando scoppiò in Olanda un’epidemia di poliomielite fra i membri di una piccola comunità religiosa che rifiutano di vaccinare i propri figli. Si registrarono 72 casi di poliomielite, la maggior parte bambini, dei quali 2 morirono e 59 restarono paralizzati per sempre. Il poliovirus responsabile dell’epidemia olandese fu introdotto o da portatori con infezioni asintomatiche o da alimenti, provenienti da Paesi dove la polio era endemica (probabilmente l’India).
Il risultato che l’OMS si era prefisso di eradicazione del poliovirus ad oggi non è ancora raggiunto.
L’assenza di segnalazione di nuovi casi in Nigeria (ultima infezione segnalata: luglio 2014) ci aveva illuso di aver sconfitto la malattia anche in quest’ultimo paese africano. Illusione crollata per i nuovi casi segnalati nel 2016. Invito alla lettura di tutto l’articolo nel link sottostante:
http://www.nationalgeographic.it/scienza/medicina/2016/08/16/news/poliomelite_in_nigeria-3200123/
e del link http://m.famigliacristiana.it/articolo/nigeria_521.htm per farsi un’idea di cosa accada nei paesi sedi di integralismo islamico.
Nonostante l’impegno di risorse economiche e umane profuso, la poliomielite persiste endemica nei 3 paesi: Nigeria, Afghanistan, Pakistan, dai quali si diffonde in focolai nei paesi limitrofi, e, per l’importante flusso migratorio, grande è il rischio di contagio nella popolazione occidentale non vaccinata.
In occasione del World Polio Day, celebrata il 24 ottobre l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ricorda che non c’è cura, che la malattia colpisce principalmente bambini di età inferiore ai 5 anni e che 1 su 200 infezioni porta alla paralisi irreversibile (tra questi, il 5%-10% muore quando i muscoli respiratori si immobilizzano) e che l’unica strada per evitare potenziali conseguenze è la prevenzione tramite vaccinazione. Inoltre, nonostante i casi di polio siano diminuiti di oltre il 99% dal 1988 (da 350 000 casi stimati a 37 casi segnalati nel 2016), finché un solo bambino sarà infetto, tutti quelli degli altri Paesi rimarranno a rischio di contrarre la malattia. (Epicentro)
Non facciamo che anche un solo bambino debba trovarsi oggi nella condizione di porre ai suoi genitori la domanda: ‘Perché non mi avete somministrato il vaccino Salk?’

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