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mandragola11
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Guglielmo Tell, come chicco59 anch’io ho qualche perplessità sul l’interpretazione data dal giornalista.
A proposito di preistoria e dì sessualità, ricordo che molti anni fa in Accademia avevamo studiato le prime preistoriche forme di labirinto come luogo non di smarrimento, ma di massima creazione, argomento poi ripreso successivamente nei lavori di Progetto Elissa sui Sibillini. Il labirinto era una danza primordiale ispirata ai movimenti generativi e rigenerativi che prevedevano come atto centrale e finale una unione anche sessuale d’amore, con la finalità non di procreare, bensì di rendere propizia e produttiva la natura. Un rituale di fecondazione per il tutto. E qui che dipende da quale angolatura è in che senso si guardano le cose e soprattutto credo, con quale coscienza. Parlando di sessualità ho i miei dubbi che sia automatico comprenderne là finalità naturale, cioè integrata al programma intelligente di una natura che, a cominciare dalla propria di natura, resta ampiamente avvolta è falsata dai veli delle nostre sovrastrutture e impurità. Anche la visione dello studioso ricercatore non credo sia esente da questo senso falsato della storia.

A proposito di “eterno femminino” mi ha sorpreso apprendere che questo appellativo riferito al l’essenza di un femminile immutabile, è stata coniata da Goethe tra fine e sette e primi Ottocento che fa dire a Faust “l’eterno femminino ci trae in alto”, tradotta poi dal Carducci e di lì ripresa dagli autori di tutto il periodo. Come abbondantemente emerso nei quaderni accademiali, si stava preparando il terreno per accogliere la grande opera di semina di Kremmerz.

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