Nella Pragmatica Fondamentale l’Agape, la cui etimologia deriva dal greco e significa “amore”(fraterno, altruistico), è indicata come “festa annuale, con un pranzo rituale collettivo”. Secondo il Vocabolario Treccani della Lingua Italiana il termine agape si riferisce al banchetto sacro a cui partecipavano i primi cristiani di Gerusalemme “in stretta comunione tra loro e in grande allegrezza” un pasto, dunque, che commemorando l’eucarestia stringeva vincoli di fratellanza nell’intera comunità. Da questa piccola minimale ricerca si evincono alcuni elementi importanti: uno, la tipologia di Amore a cui ci si riferisce: è un tipo di sentimento che, in qualche modo, supera le altre due accezioni di amore dei greci, quella di Eros ( amore per il proprio partner) e Philos (amore di fraterna amicizia), due, che è concetto legato a sentimenti positivi di “festa” e “allegrezza” e tre che è legato a un pasto condiviso.
Dunque, se dicessimo che l’Agape è un atto gioioso di condivisione di Cibo che veicola Amore che lega sempre più profondamente tutti i partecipanti all’Idea di Bene rappresentata su questa terra dalla Grande Miriam, ci avvicineremmo al suo significato? E soprattutto ci aiuterebbe a viverlo in modo naturale come qualunque altro atto creativo che la Vita genera?