Eventi e Segnalazioni

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Eventi e Segnalazioni

Nuova Convention della Schola ospite a La Spezia del Museo del Sigillo

La Schola, nella sua entità collettiva, è lieta di annunciare a tutti i visitatori del suo sito l’evento culturale, aperto al pubblico, DAI SIGILLI AI SEGNI DISTINTIVI – ATTUALITÀ DI UNA COMUNICAZIONE. Siete tutti invitati a La Spezia il 13 e 14 ottobre p. v. – ore 16.30 – presso la Palazzina delle Arti “Lucio R. Rosaia”, via Prione 236, ove la convention sarà ospitata dal Museo del Sigillo, il primo in Europa, nel suo genere, che può pregiarsi dell’esposizione di preziosissimi esemplari di antichi sigilli, matrici e timbri di varie epoche, alcuni risalenti persino a 6000 anni fa. Un’esposizione di valore inestimabile, sia per la vetustà di alcuni reperti sia per la preziosità dei materiali con cui sono stati creati e forgiati, che si è potuta attuare nella sua completezza anche grazie alla Donazione-Fondazione della Collezione Lilian ed Euro Capellini, la più completa collezione sfragistica che mai sia stata riunita.

La convention, oltre all’autorevole e gradita presenza della Direttrice del Circuito museale spezzino e della partecipazione, con una sua interessantissima relazione, della Responsabile del Museo, sarà imperniata sulla presentazione dei 5 Quaderni -fuori commercio – sui Timbri, anch’essi risalenti a oltre un secolo fa, che individuano e caratterizzano le Accademie miriamiche ortodosse: Sebezia, Giuliana, Vergiliana, Pitagorica e Porfiriana, e che saranno offerti in omaggio ai partecipanti (fino ad esaurimento copie) al termine dell’evento.

Vi aspettiamo, dunque, per conoscerci e confrontarci sul metodo e sugli esiti del nostro lavoro all’interno delle Accademie miriamiche ortodosse, nonché per incentivare un dialogo aperto e costruttivo sugli interessi di ordine culturale ed ermetico-iniziatico che ci accomunano.

Invito-Programma e Manifesto-Locandina

pieghevole

 

AGAPE DEL PLENILUNIO DI SOLLEONE 2017

Con quest’immagine – scattata in simultanea col Plenilunio di Solleone e proprio al momento della fase –  in cui sembra, per l’eclissi parziale in atto, che la Terra si avvinghi con un piccolo morso alla luna così come fa il lattante al seno della nutrice – giunga, a tutti i celebranti l’Agape rituale della Schola e a tutti gli utenti di kremmerz.it che ruotano intorno all’ideale di Bene che li accomuna, l’augurio più grande e sincero, affinché, questo favorevole abbraccio astronomico fra Terra, Sole e Luna, generante pura energia di mercurio vitale, sia prodigo di Grazie per ciascuno, per l’umanità intera e per il nostro bel Pianeta.

E per chi si è già avviato sul cammino miriamico, che tutto possa compiersi all’insegna del triplice ritmo di una Caritas laica così come latinamente intesa nella massima del do ut des che il Maestro Kremmerz volle includere nel Patto iniziatico di reciprocità ortodossamente stipulato:

Offrire – Accettare – Restituire

…ovviamente: GRATIS, cioè per sola Grazia di Amore Assoluto e Incondizionato.

AUGURI dalla direzione del sito.

 

Rinnovato il sito di kremmerz.it

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Buona estate a tutti gli utenti di questo sito.

Il sito della Schola è stato completamente aggiornato e rinnovato in ogni sua sezione e si anticipa a tutti gli interessati che continuamente ci scrivono chiedendo un contatto finalizzato ad entrarvi a far parte, che si sta preparando già da qualche mese una sezione a loro riservata nella quale sarà proposto un “percorso guidato di conoscenza” impostato telematicamente come un vero e proprio Tutorial e corredato da video, da materiale informativo inedito e  da nuove tecnologie di comunicazione e verifica.

Si prega pertanto di pazientare per qualche disguido tecnico che si potrebbe inizialmente verificare, ma è inevitabile, per quanto sia consuetudine della Schola Hermetica ortodossa, nel distinguersi anche in questo da altre aggregazioni sedicenti kremmerziane o miriamiche, convogliare ogni sforzo alla realizzazione del meglio e a garanzia della libera volontà di chi vi si accosta. Ciò sia a tutela della propria immagine iniziatica, sia nel rispetto di chi sinceramente anela a una via evolutiva autentica, trasparente e di solo Bene.

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– Oltre agli eventi aperti al pubblico organizzati dalla S.P.H.C.I. che saranno via via preannunciati, relazionati e commentati, si segnaleranno in questa pagina nuove pubblicazioni e libri; trasmissioni televisive; films; manifestazioni artistiche; articoli di stampa; conferenze; convegni medico-scientifici e ricerche all’avanguardia in ambito terapeutico;… e quant’altro sarà ritenuto utile per arricchire o approfondire la conoscenza delle correnti filosofiche di pensiero, più specificatamente occidentali, e della tradizione iniziatica autentica.

Saranno anche proposti, e se possibile organizzati e condivisi con gli utenti interessati, itinerari volti ad addentrarsi nell’archeologia del sacro; percorsi artistici; incontri in luoghi naturalistici particolarmente pregni a livello energetico; viaggi o escursioni alla volta di quelle località in cui la Tradizione Hermetica si è manifestata o è transitata;… etc.

I QUADERNI DELLE ACCADEMIE MIRIAMICHE

Con l’Equinozio di Primavera 2017 si è conclusa la pubblicazione (fuori commercio) –  iniziata con il Solstizio d’Estate 2015 – dei primi Quaderni delle storiche Accademie Miriamiche: Sebezia, Giuliana, Vergiliana, Pitagorica e Porfiriana, relativa all’analisi scientifica, ermeneutica e analogico-ermetica dei Timbri che, fin dalla loro costituzione, le identificano nella loro specifica funzione di sedi operative della Fratellanza di Miriam, riconosciute e convalidate dal Grande Ordine Egiziano sulla base della Pragmatica Fondamentale del 1909.

Come già stabilito per i precedenti Quaderni, anche per gli ultimi due pubblicati (quello della Pitagora e quello della Porfiriana) avremo piacere di farne omaggio a quegli studiosi, italiani ed esteri, del Kremmerz e della Tradizione Ermetica confluita nella S.P.H.C.I. che da anni ci seguono, mostrando stima e rispetto per le nostre iniziative e attività culturali. Come pure ne è prevista la distribuzione gratuita, facendosi carico ove occorresse delle sole spese postali, a quegli interessati che ne facciano richiesta scrivendoci ai seguenti indirizzi di posta elettronica:

 scholasud@kremmerz.itinfo.associazione-sphci@kremmerz.itscholakremmerz@kremmerz.it 

Il 1° Quaderno dell’Accademia Porfiriana

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Leggi:Indice Porfiriana

Il 1° Quaderno dell’Accademia Pitagora

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Leggi:Indice Pitagora

Il 1° Quaderno della Vergiliana

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Leggi: Indice vergiliana

Per info e per la richiesta del 1° “Quaderno” dell’Accademia Vergiliana, rivolgersi via e-mail a: scholacentro@kremmerz.it – scholakremmerz@kremmerz.it

solo Copertina vergiliana

Con gli auguri per il neonato 2016, la Direzione è lieta di comunicare la pubblicazione del I Quaderno dell’Accademia Giuliana, che va ad aggiungersi a quello dell’Accademia Sebezia e che sarà distribuito anch’esso, fuori commercio, a quanti ne faranno richiesta. 

Il 1° Quaderno della Giuliana

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Leggi L’INDICE del Quaderno della Giuliana:indice

Per info e per la richiesta del 1° “Quaderno” dell’Accademia Giuliana, rivolgersi via e-mail a: scholanord@kremmerz.it –  info.associazione-sphci@kremmerz.it  – scholakremmerz@kremmerz.it

Copertina web

 

Il 1° Quaderno della Sebezia,

Copertina web

Questo 1° Quaderno della Sebezia, cui seguiranno a ruota quelli delle altre Accademie, è già distribuito all’interno della Schola, ma potrà essere spedito gratuitamente, facendosi carico delle sole spese postali, a coloro che, interessati, ne facciano richiesta. Come pure avremo piacere di farne omaggio a quegli studiosi, italiani ed esteri, del Kremmerz e della Tradizione Ermetica confluita nella nostra S.P.H.C.I., che da anni ci seguono, mostrando stima e rispetto per le nostre iniziative e attività culturali.

Per info e per la richiesta del 1° “Quaderno” dell’Accademia Sebezia, rivolgersi via e-mail a: scholasud@kremmerz.it –  scholakremmerz@kremmerz.it

Copertina web

Leggi L’INDICE del Quaderno della Sebezia: https://www.kremmerz.it/new/s-p-h-c-i/accademia-sebezia/attivita-accademia-sebezia/

 

 Su GOOGLE LIBRI l’anteprima del Primo Volume della nuova edizione de “La pietra angolare Miriamica”.

 

 

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Anteprima del I Volume su Google Libri

Si consiglia ai visitatori che volessero saggiare alcuni estratti del I volume della Trilogia sulla storia documentata della Fratellanza di Miriam di Giuliano Kremmerz e leggere gratuitamente l’anteprima di circa il 20% del libro, di digitare su Google Web “la pietra angolare miriamica” e indi la sezione “Libri”, oppure arrivarci attraverso il Link: “La Pietra Angolare Miriamica:… – Risultati da Google Libri”.

In vendita il Primo Volume della nuova edizione de “La pietra angolare Miriamica”.

Per tutte le informazioni per l’acquisto del I Volume e la prenotazione del II e del III si visiti il sito: http://www.lapietraangolaremiriamica.it/ all’interno del quale si potrà pure commentare il libro con l’autrice e confrontarsi con altri lettori interessati a un dialogo sulla materia ivi trattata, collegandosi al seguente link: http://www.lapietraangolaremiriamica.it/blog/

 

Una Via barese intitolata a Laetitia Abbaticòla – AB-BA 

 

 

Abbiamo casualmente appreso che il 3 giugno u.s. a Bari, dalle ore 12.00 si è svolta, organizzata dal CPO dell’Ordine degli Avvocati, la cerimonia di “svelatura” della “targa stradale” relativa alla “Via” barese intitolata all’Avv. Laetitia Abbaticòla (tra Via Laforgia, Via Sette e Via Amendola).

Ci fa piacere segnalare e condividere l’avvenimento con i visitatori di kremmerz.it e ricordare e omaggiare l’esimia Sorella riportando di seguito, unitamente alla presentazione-invito del Presidente del CPO Avvocati di Bari, la testimonianza di chi la conobbe di persona nella sua veste di Sor+++ Anziana della Miriam e di appartenente all’Accademia Pitagora.

Avv. Roberta De Siati – Presidente del CPO Avvocati di Bari:

“Il Comitato Pari Opportunità degli Avvocati di Bari richiese al Comune di Bari, fin dal 2011, di intitolare una delle strade cittadine all’avvocata LETITIA ABBATICOLA nell’ambito di una iniziativa del CPO del Comune di Bari finalizzata a indirizzare la toponomastica  verso donne che, per opere professionali svolte e rigore morale dimostrato, risultano essere state particolarmente significative per la vita pubblica di Bari.

L’avvocata Abbaticola, nata a Bari il 24-5-1900 s’iscrisse all’albo dei praticanti procuratori il 10-11-23 e svolse la pratica forense presso lo studio dell’avv. Alberto Russo Frattasi e, alla morte di questi, proseguì l’esercizio della professione presso lo studio del di lui figlio, avv. Carlo Russo Frattasi.

Si iscrisse, quindi, all’albo dei procuratori il 24-11-1930 dopo aver superato l’esame di abilitazione con un punteggio finale di 75 su 90.

Decorso il sessennio come dottore procuratore richiesto dalla legge, e prodotta la documentazione attestante la sua costituzione in giudizio come difensore in numerose cause, si iscrisse all’albo degli avvocati il 27-2-37.

Evidenziamo come all’epoca in cui la sig.na Abbaticola studiò, a Bari non esisteva ancora la Facoltà di Giurisprudenza, cosicché ella dovette emigrare in altra città -presumibilmente Bologna- per conseguire la laurea. E’ evidente come tale circostanza rappresentò una vera rottura delle convenzioni sociali.

L’esercizio della professione forense, sino a quel momento appannaggio esclusivo del genere maschile, fu poi una vera e propria innovazione.

La “signorina Abbaticola”, come veniva chiamata in studio (nel 1930 dare dell’avvocato ad una donna sarebbe suonato grottesco), fu seguace dell’avv. Alberto Russo Frattasi anche nella dottrina esoterica dei “miriamici”.

In studio svolgeva le attività tipiche dell’avvocato ed era considerata un’ottima “udienzista”.

Essere riusciti a fare intitolare una strada cittadina all’avvocata Letitia Abbaticola attribuisce un riconoscimento al suo impegno, alla sua valenza professionale, e soprattutto al coraggio che si deve riconoscerle in quanto pioniera di un percorso evolutivo della figura femminile tutt’altro che concluso”.

A.M.P.:

“Laetitia Abbaticòla fu iscritta dal 1949 alla Fratellanza di Miriam in cui le fu riconosciuto in seguito il grado di “Anziana”. Nel 1950 iniziò, con alcuni interessanti articoli sulla Schola, la sua collaborazione con lo pseudonimo di “AB-BA” alla “Rivista bimestrale di studi esoterici: LA FENICE-IBIS” patrocinata dalla Delegazione Generale di Domenico Lombardi (Benno). Fu legata fino alla sua morte al ramo ortodosso della Schola affidato al Maestro Harahel (dott. Donato De Cristo) e fu dipendente dell’unica accademia miriamica considerata all’epoca ortodossa: la “Pitagora” di Bari. Tutto ciò è ampiamente documentato dalla fitta corrispondenza (in Archivio) della Sorella Abbaticòla con gli allora Preposti alla direzione della Schola.

Avrò avuto sette/otto anni quando l’ho conosciuta personalmente in quanto frequentava assiduamente casa De Cristo e la stessa mia casa. Mi sono rimasti impressi il suo viso spigoloso, gli occhi a mandorla piccoli, pungenti e vivaci, i capelli ondulati, la sua voce acuta, suadente e penetrante, il fisico minuto ma estremamente fine ed elegante nelle sue gonne scozzesi a pieghe (o grigie a tubino) e nei suoi twin-set, con il collo magro contornato dal foulard in tono e con i suoi immancabili guanti di capretto bianco indosso o in mano… La ricordo così “la Ciù” (questo il soprannome con cui la sentivo chiamare affettuosamente dai coniugi De Cristo) e fu proprio lei stessa a raccontare a me, bimba stupita e infreddolita nel vederla a gambe nude nonostante facesse ancora freddo, che ogni anno, col 21 di marzo e con qualunque clima, lei toglieva le calze per “festeggiare la Primavera”.

Conservo ancora il dono che mi fece a fine anni cinquanta in occasione di un mio onomastico: una busta a sacca di raso azzurro, molto raffinata e contornata di merletto per riporvi fazzolettini o lettere.

Un saluto a te, Ciù, ovunque tu sia. Sarai per sempre ricordata come pioniera non solo nella tua professione d’avvocato, ma anche come colei che, in “laetitia” e in tempi insospetti, ha spianato la strada evolutiva nella Fratellanza miriamica a tutte quelle donne autonome, creative, innovative e soprattutto libere da vincoli e dipendenze dal sistema maschile e dai suoi esponenti, anche in ambito iniziatico. GRAZIE A TE, LAETITIA!”.

La prima pietra di Bruia commemora il femminile oltraggiato.

Bruia, è il nome d’arte di Brunella D’Auria, una personale, intitolata “La prima pietra“, ispirata alla figura della donna, sul modello di Maria Maddalena che sopraffatta e umiliata da un mondo al maschile, eppure simbolo di forza, prenderà coscienza di se stessa, e avrà il coraggio di reagire e scagliare le pietre a chi le getta fango solo per il piacere di distruggere o semplicemente per sottomettere. Bruia, invita a una riflessione sulla condizione della donna. La lapidazione o l’infibulazione e altre barbarie oltraggiano da secoli i diritti delle donne, tema rappresentato dall’artista in pittura e in scultura per dar voce, “per far girare il capo” a chi non vuol vedere e sentire. “Con le mie opere -spiega Bruia- intendo rappresentare la vigliaccheria e la codardia di chi prende il sopravvento sui più deboli con la forza e la violenza, incurante che si tratti di un suo simile, di un essere umano con gli stessi diritti, aspirazioni, desideri. Tutto ciò è possibile grazie all’arte, che impossessandosi dei simboli mitici, ne da poi una rappresentazione ideale, trasformando una prostituta sacra nel simbolo di riscatto e dell’affrancamento dai tabù e dal potere.” … opere, che fanno riflettere sulla condizione della donna. Attraverso il corpo, la natura, la politica, il potere, l’artista, descrive percorsi di vita cognitivi ed affettivi delineando così diverse maniere di essere donna nella società del terzo millennio. “Tutto è nato dallo sguardo di una donna condannata alla lapidazione -continua Bruia- I suoi occhi mi hanno ricordato la forza rassegnata di una tigre in gabbia piena di rabbia, di forza, di rancore. Da quel giorno ho cominciato la mia ricerca convinta che non si possono chiudere gli occhi di fronte a queste realtà drammatiche che ancora riempiono le pagine di cronaca.” Nelle drammatiche immagini di Bruia, che ha esposto in numerose gallerie e spazi istituzionali, si intravede attraverso Maria Maddalena, la sofferenza di tutte le donne private della loro identità e femminilità. L’artista, ricorda il silenzio, evocando visioni ed esempi rarefatti, come la solitudine e lo smarrimento dell’uomo contemporaneo, con un occhio caleidoscopico del suo inconscio ricco di coordinate e di esistenzialismo in cui è facile ritrovarsi.

Segnalazione di un importante evento del 9 e 10 novembre 2012 con l’inserimento video trailer della Tavola di Smeraldo musicata da Sergio Rendine.

“La Tavola di Smeraldo di Ermete Trismegisto” per le musiche di Sergio Rendine è stata presentata in prima assoluta per coro e orchestra al Teatro Lirico di Cagliari venerdì 9 e sabato 10 novembre a conclusione delle serate dedicate al programma d’apertura della stagione concertistica 2012-2013.

Alla presenza dell’autore Sergio Rendine e di alcuni esponenti della S.P.H.C.I., l’esecuzione dell’orchestra e del coro di 72 elementi del teatro cagliaritano, magistralmente diretti rispettivamente da Filippo Maria Bressan e da Marco Faelli, ha suscitato, in particolare nei confronti di quest’opera inedita, grande entusiasmo nel folto pubblico e calorosi e prolungati applausi.

Si riportano di seguito, stralciandole dal libretto del Programma delle due serate, alcune note sull’opera in questione e alcuni commenti dello stesso Rendine:

Sergio Rendine…ha rivolto sin da giovane un grandissimo interesse per gli studi esoterici:

“Dico sempre che l’esoterismo è la mia attività principale e la musica il mio hobby! Questo interesse è nato come un’esigenza di carattere spirituale, di ricerca interiore, da quando avevo 18 anni…”

Rendine ha fatto ricorso (n.d.r. per il testo dell’opera) alla traduzione italiana pubblicata sulla rivista “ Commentarium per le Accademie Ermetiche (S.P.H.C.I.) di Giuliano Kremmerz”. Mettere in musica proprio questo testo è stata una sfida per il compositore napoletano:

“ La Tavola di Smeraldo è uno dei testi plurisecolari, considerato il nucleo centrale e sintetico della sapienza di tipo esoterico, e nessuno si è mai permesso di musicarla. Io ho osato farlo, su invito di alcuni amici. È un testo pieno di suggestioni che ho pensato che forse il linguaggio musicale potesse in qualche modo supportare la sapienza espressa in forme verbali, attraverso delle sensazioni emotive…”

La partitura, che si basa su strutture apertamente tonali, stilemi e forme tratti dalla tradizione, soprattutto della musica sacra (“è come se questo fosse un testo liturgico, ma di tipo esoterico”), è costruita in base a strutture di tipo ternario e a proporzioni ricavate dalla sezione aurea:

“Tutta la partitura ha un suo codice numerico interno. Perché alla fine sono un finto semplice – un po’ come i falsi magri! Ma dentro c’è uno strutturalismo rigoroso che si sviluppa sui multipli del tre, sulle forme ternarie, e che investe tutti i parametri musicali. Ed è ovvio, visto che nel pensiero esoterico il numero costituisce una componente fondamentale. Quindi non è una partitura scritta col cuore in mano, ma nata attraverso un preciso progetto dal carattere architettonico e costruttivo. Anche la sezione aurea, 1,618033, regola molte proporzioni tra le parti”.

La scrittura corale si ispira alla polifonia antica, con delle parti più fiorite e movimentate nella sezione centrale, e con qualche accenno madrigalistico, per quello che può offrire un testo esoterico. La scrittura orchestrale mira invece alla massima varietà timbrica ed espressiva, con indicazioni molto particolareggiate… Nell’adagio iniziale si alternano due materiali distinti: il lento declamato del coro mescolato con gesti molto netti dei fiati e degli archi gravi; e una solenne polifonia (andante molto calmo) sulle parole “ciò che è in basso è come ciò che è in alto” concepita con un grande corale che investe anche l’orchestra, con un sottile gioco di sfumature timbriche. La musica si fa più pimpante nell’episodio centrale (Allegretto), con l’ordito corale che procede per strutture imitative, e l’orchestra che si muove con disegni vivaci, staccati, sottolineati dalle percussioni (“Tu avrai con questo mezzo tutta la gloria del mondo”). Poi tornano a dominare gli elementi messi in gioco nell’esposizione, associati a un progressivo rallentando, carico di mistero.

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Nell’attesa che questa importante opera sia edita e resa fruibile a tutto il pubblico degli appassionati della bella musica e degli interessati alla tradizione ermetica, ne proponiamo in esclusiva sul sito ufficiale della nostra Schola, alla quale Sergio Rendine l’ha dedicata, un breve trailer estratto dall’anteprima del 1 agosto u.s. organizzata dalla S.P.H.C.I. all’interno dell’evento Astra on-line 2012 presso l’ex Convento Madonna di Costantinopoli a Cerreto di Spoleto (PG).

La tavola di Smeraldo di Ermete Trismegisto – Musiche di Sergio Rendine – Tenore: Marco Iezzi – Pianoforte: Wanda Gianfalla – Flauto: Marzio Conti – Clarinetto: Francesco Gilio – Live electronics: Sergio Rendine.


EVENTI DELL’ANNO 2012

1 agosto 2012

In concomitanza del Plenilunio di Solleone e dell’Agape statuita all’art. 23 della Pragmatica Fondamentale del 1909, anche quest’anno tutti gli appartenenti alle 5 Accademie (Sebezia-Pitagora-Vergiliana-Giuliana-Porfiriana) riconosciute e autorizzate come sedi operative della S.P.H.C.I. Fr+Tm+ di Miriam® di Giuliano Kremmerz, convergeranno nel Centro-Italia in un unico evento celebrativo, aperto al pubblico, che si svolgerà a partire dalle ore 21.00 dell’1 agosto presso la residenza d’epoca “ex Convento della Madonna di Costantinopoli” a Cerreto di Spoleto (PG), nel cuore dell’Italia Vetusta, in Valnerina, territorio in cui tutt’oggi persiste l’eco della Tradizione Italica più arcaica.

Per la serata del giorno 1, notte di Luna Piena che cade nella Costellazione del Leone, la n/s Schola-Associazione ha organizzato, quest’anno patrocinata dal Trust “Sinhedra Ammonea” e sotto il brand “Astra on-line”, un evento speciale e di uno spessore musicale, artistico e culturale tale da ricevere anche il Patrocinio della Regione Umbria, della Provincia di Perugia e del Comune in cui si è svolto.

Un “Astro” contemporaneo della musica, un compositore di fama internazionale come il Maestro Sergio Rendine, è sato al centro della manifestazione quale autore, e interprete in live ectronics, del concerto di Musica da Camera dedicato alla n/s Schola e durante il quale è stata presentata, in Prima Esecuzione Assoluta, “La Tavola di Smeraldo” di Ermete Trismegisto, caposaldo della Tradizione Hermetica e da lui composta per l’unica ortodossa Schola Philosophica Hermetica Classica Italica Fr+ Tm+ di Miriam® di Giuliano Kremmerz.

Il Concerto ha avuto come interpreti altri noti musicisti: Wanda Gianfalla al pianoforte, Marzio Conti al flauto, Francesco Gilio al clarinetto, Domenico Agostini alla tromba, mentre la voce di tenore e controtenore, che ha riprodotto l’eco della più antica codificazione delle origini del mondo, è stata quella di Marco Iezzi.

Ha fatto seguito al Concerto, un omaggio da parte della S.P.H.C.I. al territorio ospitante che, dai tempi più remoti fu caratterizzato dalla presenza e influenza dell’Oracolo appenninico ubicato nella fatidica Grotta dei M.ti Sibillini: “L’eco della Sibilla nella storia e nel mito”.

 

Dal racconto delle voci narranti su sottofondo musicale, dalla proiezione delle slide e dalle “confidenze” semi-serie (sebbene su basi storico-scientifiche) delle tre Sibille: Appenninica, Cumana e Tiburtina, si è tentato di far emergere l’anima poliedrica e pluriforme di quel Femminile sibillino che ancor oggi aleggia fra le valli e i monti della verde Umbria, attualizzandone il messaggio e connotandolo di quegli elementi popolari e vernacolari che maggiormente lo agganciano ed avvicinano al territorio centro italico e alla gente. Una “Gens” sibillina per l’appunto, erede di un patrimonio culturale antichissimo e che, sebbene molto spesso inconsapevolmente, ne conserva la memoria nei propri geni, come pure ne fa emergere il ricordo dall’inconscio collettivo, proiettandolo nei propri costumi, nelle usanze e nelle più persistenti tradizioni locali.

Il giorno successivo, dalle ore 12.00, ha avuto luogo la riunione conviviale (Agape) che annualmente sancisce e conferma il saldo legame, nell’Ideale d’Amore e di Bene, fra tutti gli iscritti regolari alla S.P.H.C.I. Fr+ Tm di Miriam® di ogni ordine e grado, con la partecipazione fra gli ospiti di amici, beneficati e simpatizzanti della n/s Schola-Associazione.

10 marzo 2012

Col Patrocinio del Comune e organizzato dall’Accademia “Sebezia” della S.P.H.C.I., si è svolto a Napoli, sabato 10 Marzo u.s., presso la sala al 3° piano del Pan Palazzo delle Arti in Via dei Mille 60, a partire dalle ore 10.30, il Convegno aperto al pubblico:

“La dieta hermetica nella prevenzione e nella cura delle patologie alimentari e metaboliche – Dai nutrienti autopoietici alle influenze lunari e siderali sugli alimenti in natura”

Programma del Convegno

Ore 10.30 – Inizio dei lavori: Saluto alle Autorità e presentazione a cura del Presidente della S.P.H.C.I.

– “Nutrizione autopoietica e Tradizione Hermetica: etica e prassi dell’alimentazione, nella Schola di Giuliano Kremmerz”
Dr.ssa Anna Maria Piscitelli (Presidente S.P.H.C.I. – Giornalista e Formatrice)

– “Le principali tappe evolutive e involutive della nutrizione umana fra sopravvivenza e consapevolezza”
Dr. Ernesto Aventaggiato (Medico di Base e Ginecologo)

– “La nutrizione infantile: basi formative e preventive per una sana prospettiva alimentare”
Dr.ssa Gianfranca Ferrari (Pediatra)

Ore 13.30 – Pausa e Brunch di ospitalità offerto dalla S.P.H.C.I.
Ore 15.00 – Ripresa dei lavori

– “L’alimentazione nella prevenzione e cura delle malattie internistiche: dall’antica scienza degli elementi all’attuale ricerca medica”
Dr.ssa Caterina Origlia (Specialista in Medicina Interna)

– “Alimentazione e chirurgia del suo apparato”
Prof. Andrea Carobbi (Specialista in Chirurgia Generale e dell’Apparato Digerente)

Ore 16.30 – Pausa caffè
Ore 17.00 – Ripresa dei lavori

– “Complessità e completamento nei processi di cura transpersonali”
Dr. Massimo Formica (Neurologo e Medico dell’ambiente)

Dibattito col pubblico

Ore19.00 – Chiusura dei lavori

26 gennaio 2012

Col nuovo anno la S.P.H.C.I. riprende le sue attività aperte al pubblico e itineranti in varie località italiane.
Organizzato dall’Accademia Vergiliana di Roma si terrà il 26 Febbraio p.v., presso la Residenza d’Epoca ex convento “Madonna di Costantinopoli” (www.madonnadicostantinopoli.it), Località S. Maria di Costantinopoli a Cerreto di Spoleto (PG),
il Convegno:

“La dieta hermetica nella prevenzione e nella cura delle patologie alimentari e metaboliche -
 Dai nutrienti autopoietici alle influenze lunari e siderali sugli alimenti in natura”.

 

Programma del Convegno

Ore 10.30 – Inizio dei lavori e presentazione a cura del Presidente della S.P.H.C.I.

– “Nutrizione autopoietica e Tradizione Hermetica: etica e prassi dell’alimentazione, nella Schola di Giuliano Kremmerz”
Dr.ssa Anna Maria Piscitelli (Presidente S.P.H.C.I. – Giornalista e Formatrice)

– “La nutrizione infantile: basi formative e preventive per una sana prospettiva alimentare”
Dr.ssa Gianfranca Ferrari (Pediatra)

– “Alimentazione e Intuizione”
Dr. Piercarlo Nardi (Psicologo e Naturopata)

Ore 13.00 – Pausa e Brunch di ospitalità offerto dalla S.P.H.C.I.
Ore 15.00 – Ripresa dei lavori

– “L’alimentazione come coadiuvante nella cura e prevenzione dei disturbi visivi”
Dr. Mario Campanato (Chirurgo Oculista)

– “Le principali tappe evolutive e involutive della nutrizione umana fra sopravvivenza e consapevolezza”
Dr. Ernesto Aventaggiato (Medico di Base e Ginecologo)

Ore 16.30 – Pausa caffè
Ore 17.00 – Ripresa dei lavori

– “L’alimentazione nella prevenzione e cura delle malattie internistiche: dall’antica scienza degli elementi all’attuale ricerca medica”
Dr.ssa Caterina Origlia (Specialista in Medicina Interna)

Tavola rotonda interattiva col pubblico

Ore19.00 – Chiusura dei lavori

Ore 20.00 – Metti… la Salute… a cena! – Menu a tema, presentato e ragionato a cura della S.P.H.C.I. in collaborazione con lo Chef dell’ex Convento “Madonna di Costantinopoli”

N.B. Per gli eventi degli anni precedenti al 2012, consultare in questo stesso sito il curriculum dell’Associazione nella sezione: La Schola – L’Associazione Culturale.

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113 Comments

  1. wiwa70 4 Aprile 2017 al 11:28 - Rispondi

    Davvero molteplici gli spunti offerti dal Quaderno Pitagorico, continuando nella lettura si evince che la via del “tendere”, banale a dirsi, è proprio il fare, l’operare costantemente finalizzato, nel nostro caso, alla terapeutica ermetica e questo Principio lo ritroviamo dimostrato nelle leggi geometrico\matematiche(a pag.66 viene ricordato che “in un quadrato inscritto nella circonferenza, all’aumentare dei suoi lati, si trasformerà, con un lavorio continuo,in un poligono con un maggior numero di lati, e quando il maggior numero dei lati tenderà all’infinito, allora il quadrato si approssimerà alla circonferenza così come il cubo, con il suo moto, al crescere delle sue facce si approssimerà alla sfera in cui è inscritto”). Lo sottolinea Evelino Leopardi studioso di fine 800-inizi 900, che afferma a proposito della sezione aurea che “in natura non esistono tipi accidentali per combinazione fortuita,ma tutti sono il risultato di un’azione continua, paziente plasmatrice delle forze cosmiche, le quali agiscono su ogni forma vivente, attraverso precise leggi numeriche e geometriche così come la stessa anatomia umana, riassunta nella formula algebrica, il cui risultato poteva essere calcolato per secoli senza che si arrivasse a un numero compiuto” Lo afferma infine, il Maestro Kremmerz quando dice che operando costantemente, si realizza fatalmente…evidentemente non parlava in senso fideistico, ma in termini scientifici, dimostrabili persino in senso geometrico-matematico? E’ nel fare costante che ci avviciniamo, dunque, alla nostra meta\infinito\zero\matrice?
    A proposito di Zero-Uovo-Utero, presente nel Timbro, mi ha colpito l’etimologia della parola che deriva da Zephirum: nome del vento primaverile di ponente(per i Latini Favonio),figlio di Eolo ed Eos(Aurora), che vive in una caverna, raffigurato come un giovane alato, con in mano un mazzo di fiori primaverili. In un’altra tradizione è sposato a Clori, dea dei fiori, dalla quale ebbe Carpo, il frutto; legato nella mitologia ad Apollo,dio del Sole e tutte le arti, capo delle Muse, considerato dio oracolare, capace di svelare il futuro agli esseri umani, tramite la sacerdotessa Pizia(da cui i pithoi, vasi funebri,con forma ovale, simboleggianti il grembo di Vita della Dea??), adorato per questo come uno degli Dèi più importanti del Dodekatheon. Tutto ciò mi ha riportata al Quaderno della Sebezia, in cui ritroviamo l’elemento del Vento(presente anche nella IV proposizione della Tavola di Smeraldo di Ermete Trismegisto), in cui si dice che”è veicolo e agente di trasmissione, è un tramite tra sopra e sotto, tra dentro e fuori, anello di congiunzione, filtro protettivo. L’Aria contiene gli opposti restando sé stessa; è l’agente attraverso il quale il fuoco si manifesta, consentendo quindi la manifestazione del principio igneo o vitale, da cui processo organico metabolico di respirazione cellulare, che produce energia attraverso i mitocondri, trasmessi esclusivamente per via materna, contenenti un messaggio subliminale di collegamento e potenziale ritorno alla Matrice Unica”. In questo senso, quindi, l’etimologia della parola Zero potrebbe riferirsi alla sua funzione peculiare di Uovo\Matrice? In attesa di capire e di far quadrare il nostro cerchio…Buona lettura a tutti!

  2. sannitica2011 30 Marzo 2017 al 16:00 - Rispondi

    Un importante passo avanti nel campo “ricerca medica – computer” mi ha fatto riflettere. Un tetraplegico dopo 8 anni di paralisi ha potuto muovere un braccio e la mano ed usarli per mangiare. Questo grazie ad un chip impiantato nella corteccia motoria, sulla superficie del cervello, in grado di leggerne i segnali, decifrati poi da un computer e reindirizzati ai muscoli della mano, del polso e delle dita, baipassando il midollo lesionato. Questo successo non è considerato una cura perché utilizza il computer, ma fa chiaramente comprendere la sussistenza e il potere del comando cerebrale del movimento, nonostante la lesione midollare che ha provocato la paralisi. L’interfaccia cervello-computer ha avuto come segnali chiave i pensieri dell’uomo mentre immaginava il movimento di braccio e mano, (osservando i movimenti di una mano digitale); estraendo dunque le informazioni dai segnali cerebrali, e usandole per comandare il sistema di stimolazione elettrica.
 Tale risultato è stato pubblicato su Nature ad aprile 2016 e offre speranze alle persone colpite da ictus o da lesioni midollari alte, impossibilitati dunque al movimento.
    Mi ha fatto riflettere sulle reali possibilità dell’essere umano, il recupero addirittura da uno stato di paralisi, sul collegamento tra cervello, immaginazione e guarigione, e sulla terapeutica ermetica basata anche sulla visualizzazione. Certo oggi si sono dovuti usare impianti hi-tech, ma la ricerca andrà avanti e chissà se un giorno sarà di dominio pubblico la possibilità e la capacità autoguaritiva dell’essere umano che sostiene la medicina ermetica -medicina dei. Sono orgogliosa di far parte di una Schola che è veicolo di tale scienza e faro di luce. Belli i 5 quaderni delle accademie miriamiche visti all’unisono. Buon proseguimento a tutti .

    • Corolla 5 Aprile 2017 al 20:13 - Rispondi

      Non vedo l’ora di sfogliare il nuovo Quaderno Accademiale per immergermi in un nuovo appassionante studio collettivo…Per ora, in questa strana e attesa primavera, saluto fraternamente il nostro blog, dove avverto la viva presenza di tutti- e non solo in senso virtuale.. Ovviamente il mio speciale saluto va soprattutto al Maestro e ai Circoli. Recentemente copiti e scossi da tristi eventi drammatici, ci concentriamo ora sulle operazioni di marzo e aprile. È una fase fondamentale per il lavoro di rigenerazione, per sperimentare i sottili meccanismi dell’esistenza e per tentare di liberarci un po’ dalle nostre limitazioni. Per questi motivi lascio a tutti in questa pagina i miei più sentiti auguri di Salute e Bene.

    • Laura 9 Aprile 2017 al 12:17 - Rispondi

      Nei Quaderni che sono usciti scorre, invisibile quanto palpabile, il filo della Tradizione Sapienziale, lo stesso che nelle mani di Kremmerz un secolo fa produsse i Dialoghi sull’Ermetismo e lo stesso che si ritrova ne La Pietra Angolare Miriamica.
      Non è facile navigare nella vita: costretti dalle necessità del quotidiano ce ne creiamo mille altre – di lavoro, affettive, relazionali, sociali, fisiche – e la lucina profonda del nostro principio vitale, senso vero dell’esistenza, trema e si affievolisce scossa ad ogni alito di vento. Poi, quando la salute vacilla, allora alcuni veli si dissolvono e ci si aggrappa alla Miriam, fonte costante di energia. Ma non ci sono solo tumori, febbri, cancrene visibili a renderci dura la vita. Esistono pensieri, rancori, vendette, possessività, ambizioni che avvelenano la percezione della nostra radice luminosa prima e più dei malanni che la scienza ufficiale si ingegna a curare e la Miriam aiuta a sanare.
      Ecco allora che i Quaderni aiutano noi naviganti come mappe per i marinai. Noi, che non disponiamo della tecnologia interiore per guardare a noi stessi come da un alto satellite e orientarci, possiamo trovare in questo primo quinario di lavori la storia, l’arte, il mito, la natura e il cuore pulsante che le sintetizza nel cammino magico.
      Più li leggo e più credo che i Quaderni siano nati per essere vissuti.

      • gelsomino 24 Aprile 2017 al 09:14 - Rispondi

        Sono d’accordo con te che i Quaderni vadano “vissuti” , come d’altronde tutti gli strumenti che ci vengono affidati , compreso l’utilizzo di questo nostro sito. Debbo confessare che la prima lettura del Quaderno della Pitagora mi ha ingenerato un certo senso di frustrazione per la percezione che provavo di intuire l’esistenza di tutto un mondo dietro quei Numeri, di cui però non riuscivo ad afferarne una chiave interpretativa. Dopo un primo momento di abbattimento , ho realizzato che quello che non si capisce a primo acchitto non è detto che non possa essere ottenuto come premio di un necessario e dovuto lavorio.

        • catulla 24 Aprile 2017 al 21:29 - Rispondi

          Ho preso in mano a vent’anni uno dei libri de LA SCIENZA DEI MAGI di Kremmerz. L’ho letto diligentemente (era il II Volume, quello che contiene pure LA PORTA ERMETICA) e… Non ho capito nulla. Assolutamente NULLA. E non mi riferisco al senso occulto o analogico dello scritto, ma proprio in relazione al senso di quanto veniva espresso. Ho provato lo stesso senso di frustrazione che si prova in un paese straniero di cui non si sa la lingua. Poi, dopo qualche tempo, l’ho ripreso in mano e alcuni passaggi mi sono entrati dentro. E ho maturato la convinzione che afferrare il contenuto di un messaggio non è un fatto mentale o quantomeno non solo. Apprendiamo con tutto il corpo: con le mani, con la pancia, con gli occhi, con le orecchie e la mente sintetizza quanto appreso. E le parole dei Maestri sono tali che sanno parlare ad ogni senso e in ogni senso. Dunque penso che accadrà lo stesso per quanto è contenuto nei Quaderni. Leggeremo. Le parole scorreranno dentro di noi. Il VERBO ci cambierà, e cambierà e cambierà… Fino diventare noi stessi la chiave.

          • Daniel56 26 Aprile 2017 al 12:50

            In effetti a una prima lettura gli argomenti Ermetici possono sembrare ostici ma riprendendoli a distanza di tempo le difficoltà si superano a seconda della propri maturazione. E ogni volta si scopre qualcosa di nuovo o di “collaterale” che ci indirizza. Ciò vale sopratutto per questi quaderni a cui abbiamo contribuito nel cui insieme si ritrova la Fratellanza.

        • wiwa70 29 Aprile 2017 al 12:30 - Rispondi

          Del tutto condivisibile il pensiero di Gelsomino e Daniel, e aggiungo che la difficoltà, per chi scrive o meno sul blog, non è solo sui contenuti ermetici ma anche su come portarli in questo spazio che è stato definito ‘sacro’ e che ci viene offerto come una possibilità\opportunità di crescita nella consapevolezza di essere un Numero della Fratellanza terapeutico-magica di Miriam. Credo che l’aspetto principale non sia tanto saper scrivere ma imparare a farlo come “tramiti” in modo quindi impersonale ed esperienziale(che dovrebbe essere l’unico modo nell’Ermetismo di esprimersi, ricavando la teoria dalla pratica!), permettendo all’Hermes di poter “parlare” attraverso il contributo di tutta la Catena Operante. Se vista in questa prospettiva, penso che passi in secondo piano la logica dell’errore umano e personalistico ma avanzi la logica del contributo che ogni Numero possa dare alla Idea Miriamica. Personalmente questo rappresenta una grande sfida, mi ha costretto a fare i conti nel tempo tra scegliere su ciò che è solo ben scritto da ciò che potesse essere utile a tutti i Fratelli e Sorelle nonché per gli esterni fruitori del Blog, cercando di mirare sempre più ad essere concisi anziché prolissi, meno cervellotici anziché concreti nel riportare idee ed esperienze vissute nel nostro percorso di ricerca, e mi son resa conto che questo spesso mi ha fatto da specchio e mi ha aiutata nel percorso di destrutturazione, indicato dalla Schola, sfrondando da tutto ciò che non fosse utile a me e agli altri ….in fin dei conti mi son chiesta a che scopo scrivere? Far parte di una chat qualsiasi, giusto per avere la gratificazione di una risposta sempre pronta o avere un diario personale dove svuotare il sacco, sortirebbe lo stesso effetto? Avrebbe la stessa valenza? Ma se il vero motivo fosse mettersi in gioco per CAPIRE Pro Salute Populi, come Numeri di una Schola Terapeutico-Magica allora forse è l’attivarsi di ogni anello della Catena che farebbe la differenza, esattamente come se utilizzassimo uno dei tanti strumenti terapeutici concessi in dotazione?La possibilità che ci viene offerta dalle Gerarchie con Amore in quanto lasciata alla Libertà di ognuno, credo che rappresenti una modalità di evolvere e, superando la difficoltà, di permettere di acquisire un briciolo di consapevolezza in più su ciò che siamo e sopratutto su ciò che abbiamo scelto di voler essere!

  3. Fulva11 23 Marzo 2017 al 17:06 - Rispondi

    A proposito del numero 5, come le nostre Accademie e come le dita della mano aperta in alto che è il nostro saluto miriamico, la natura sembra fare eco: 5 particelle, componenti la materia oscura che è il 95 per cento della materia universale si sono svelate allo sguardo di ricercatori italiani dell’Università di Bari. Una scoperta di portata mondiale dicono, destinata a dare contributi importanti anche in campo medico.

    ”Mercurio o Ermete, ambasciatore tra le divinità e l’uomo, rappresenta il vero legame tra il finito e l’Infinito, tra il mistero della Natura e la comprensione Umana a cui l’Idea nuova arriva come un messaggio della intelligenza universale…” (Kremmerz, I Dialoghi)

  4. ippogrifo11 21 Marzo 2017 al 00:20 - Rispondi

    Nella tradizione assiro-babilonese il nuovo anno aveva inizio con l’Equinozio di Primavera. Così è anche nella Schola Philosophica Hermetica Classica Italica che, erede della Tradizione Iniziatica autentica e ortodossa, aggancia ai ritmi e al ciclo di rinnovamento della Natura il rito di Kons di primavera, ciclo di operazioni finalizzate alla “rigenerazione della carne e della salute dello spirito”. A questo evento, che anno dopo anno scandisce il percorso di ciascun Numero della Catena Orante, ci apprestiamo con la gioia di sentirci Uno nell’Unità della Fratellanza e con rinvigorita tensione verso il Centro erogatore di Bene e Luce.
    A tutti l’augurio che il rito sia produttivo delle realizzazioni al compimento delle quali ciascuno ha atteso, nel corso di questo anno, con il meglio del proprio essere.

  5. wiwa70 20 Marzo 2017 al 12:50 - Rispondi

    Interessantissima la lettura del Quaderno dell’Accademia Pitagora, che sta animando le mie giornate di grande curiosità e in cui si percepisce un forte contributo alla ricerca da parte della Delegazione Generale e della Fratellanza tutta, che ringrazio di cuore! Nel capitolo terzo, già si entra nel vivo della questione, svelando il valore del Numero in senso pitagorico, non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi e in particolare si arriva al concetto di Proporzione Aurea del Pentacolo, simbolo di Venere e d’Amore, inteso come Legge Universale che connota ogni elemento vivente, da un punto di vista, finalmente, non solo poetico o filosofico-speculativo ma anche matematico e quindi puramente scientifico, finanche a caratterizzare il suolo italico(praxis italica pitagorica) come espressione geografico-territoriale di questa Legge(a Roma gli antichi Latini, non dicevano forse “Amor omnia vincit”??). Ecco allora che s’incontra il concetto di numeri irrazionali che rappresenterebbero chiavi universali(quello di Fibonacci piuttosto che il concetto di Pi greco)con la famosa operazione della “quadratura del cerchio”, problema spinoso dell’Umanità, affrontato da Archimede a Leibniz, passando per G. Bruno e G. Galilei, fino ad oggi e che prospetta una Idea affascinante: “La curvità minima è ridotta alla rettitudine”. Ho provato a portarlo su un piano terra- terra e mi è venuto in mente un vecchio proverbio che dice:” Se nasci quadrato non puoi morire tondo”. Forse non lo potrai diventare subito ma potrai Tendere ad esso ed in questa tensione che ci ritroviamo tutti a livello universale, così come in musica una corda tesa,viene detto, produce una vibrazione di un certo tipo piuttosto che se fosse allentata, la qual cosa , probabilmente, non permetterebbe neanche di poter suonare lo strumento musicale. Ma tornando alla teoria dei numeri irrazionali, mi ha affascinato il concetto del Pi greco, inteso come “Anima Mundi”, che sembrerebbe tutto contenere,in termini spazio-temporali, e questa sua tendenza all’Infinito mi porta a chiedermi: perchè quindi, da sempre, connotiamo l’Infinito col Divino, in contrapposizione al Finito\Umano? La sua irrazionalità(o dovremmo dire sovra-razionalità??) sta nella sua caratteristica fermentativa di Pluripotenzialità nell’Unicità, per cui ogni calcolo successivo avrà un risultato unico e diverso ogni volta? La rituaria che noi compiamo in questo periodo, all’interno dello spazio sacro dei due cerchi, coincide quindi con quella tensione del quadrato al cerchio, all’interno del Pentacolo, simbolo e segno contraddistintivo pitagorico d’Amore e Trasformazione Universale, che farebbe da catalizzatore del processo evolutivo di chi chiede, con ferma Volontà, Luce e Salute? Una cosa è certa: questa lettura mi sta aiutando a essere un briciolo più consapevole del periodo dell’anno in cui viviamo, la Primavera, e del Rito d’Ariete, che ci approssimiamo a compiere. Buon Inizio a tutti!

    • Fulva11 20 Marzo 2017 al 20:00 - Rispondi

      Ringrazio fraternamente di cuore per gli auguri che estendo a tutto il Blog. Oggi il Sole è entrato in Ariete sancendo così l’inizio della primavera, domani col 21 inizia l’anno ermetico del nostro operare miriamico e a seguire le nostre mani virtualmente si uniranno nel Rito che ci accingiamo a compiere. Anche questo anno si chiude con un senso di spossatezza e la necessità di ricaricarsi della linfa vitale della Miriam è, personalmente, molto forte. A proposito del Quaderno della Pitagora, si aggiungono ulteriori importanti tasselli, a quello che sembra essere come un grande mosaico che va a comporsi o ricomporsi, nelle molteplici sfaccettature dei Timbri delle Accademie che rappresentano l’Unità della Schola. Vorrei far mio lo spunto e l’auspicio del Maestro perchè si possano cogliere i numerosi semi che vi sono stati trasfusi.
      Semi, fiori, frutti usciti dalla cornucopia munifica della Delegazione, analogicamente anche richiamati dai colori dei quaderni, una festa appunto della Natura in fermento!
      Sì, sarà questo periodo il momento ideale per dedicarsi a una sana lettura…
      Auguri a tutte/i!

  6. m_rosa 17 Marzo 2017 al 19:15 - Rispondi

    Congratulazioni alle Sr e ai Fr delle Accademie Pitagora e Porfiriana per i ricchi frutti del lavoro svolto che, con queste due ultime pubblicazioni hanno condiviso con tutti noi e in cui tutti, iscritti alla Fratellanza e non, troveranno di che giovarsene sia per la crescita personale che collettiva di tutta la Fratellanza, resa possibile, ça va sans dire, solo grazie alla guida attenta sempre, assidua e soprattutto generosa del nostro Delegato Generale.
    Perché il compimento di questo ciclo di pubblicazioni sia l’immagine concreta di ciò che sicuramente accadrà all’interno di ognuno di noi, Auguri!!!

  7. gelsomino 9 Ottobre 2016 al 12:26 - Rispondi

    Sto rilegendo i Quaderni delle Accademie Miriamiche , e tra le altre mi è sorta una riflessione, collegando quanto è detto nel quaderno della Vergiliana, a proposito dei riti di fondazione ed il terremoto in Umbria. Mi riferisco a tutte le discussioni sulla prevenzione sismica ed il sistema idrogeologico del nostro paese , ed allora leggendo come gli antichi popoli italici si approcciavano alla scelta di un luogo per fondarvi una città, ho capito che tutto quello che facevano , e che noi con la nostra mentalità abbiamo etichettato ed incasellato nella nostra concezione del sacro e del religioso , per loro doveva essere il muoversi e l’operare nel rispetto e nella conoscenza di leggi della Natura,conoscenza ed interpretazioni delle quali era deputata a chi ne aveva le chiavi ( i collegi sacerdotali ovvero gli scienziati dell’epoca).Di sicuro non possedevano la nostra avanzata tecnologia , ma molto probabilmente, avevano profonde conoscenze delle leggi naturali che sapevano utilizzare per il bene collettivo .

  8. wiwa70 10 Maggio 2016 al 11:20 - Rispondi

    Accade solo 13 volte in tutto un secolo che Mercurio offra uno spettacolo così suggestivo, passando contro il disco del Sole e generando una micro-eclissi: il pianeta è apparso come un piccolo neo sulla superficie del Sole. Il transito è molto lento e suggestivo: è durato circa 7,5 ore. I transiti possono avvenire in maggio o novembre e mentre questi ultimi hanno periodi di 7, 13 o 33 anni, quelli di maggio avvengono solo ad intervalli di 13 o 33 anni.
    Il transito di un pianeta non è solo una curiosità: quelli di Mercurio e Venere hanno aiutato a misurare le distanze nel Sistema Solare; al di fuori del Sistema Solare la tecnica dei transiti ha permesso di scoprire la maggior parte degli oltre 2.000 pianeti esterni che ruotano attorno ad altre stelle. Lo scienziato e matematico italiano Giuseppe Colombo, dell’Università di Padova e consulente scientifico della NASA,(deceduto nel 1984) è stato considerato un pioniere delle esplorazioni di Mercurio, e non a caso la missione che l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) sta preparando per l’esplorazione di Mercurio è stata battezzata “BepiColombo”.
    Il Professor Alessandro Federici dell’Osservatorio Astronomico Monte Rufeno, Acquapendente (VT) ha sostenuto che:”E’ stato il fenomeno astronomico più atteso del 2016. L’ultima volta che è stato osservato dall’Italia è stato nel 2003. Questo del 9 maggio è stato il più lungo dei prossimi cinquant’anni. In più, oltre all’ interesse osservativo e storico, ci sono due motivi di attualità (molto diversi tra loro) per dedicare attenzione al transito del 9 maggio. Il primo è legato alla precessione del perielo di Mercurio, la cui spiegazione fu la prima prova a favore della validità della teoria pubblicata da Einstein nel 1916 (appunto 100 anni fa) e per la quale quest’anno si è avuta l’ultima conferma in ordine cronologico con la rilevazione delle tanto attese onde gravitazionali. Il secondo motivo è più marginale, ma davvero curioso: il 7 novembre 1914 Mercurio passò davanti al Sole ed impressionò profondamente Giacomo Balla, celebre pittore divisionista e futurista, grande appassionato di astronomia; l’emozione dell’osservazione al telescopio fu così forte da ispirargli almeno 12 versioni, tra quadri e disegni, che rappresentano il transito del pianeta. I rapporti tra arte e scienza sono infatti un tema ampio e suggestivo e l’obiettivo principale dell’evento sarà quello, in particolare, di sensibilizzare le giovani generazioni all’ osservazione ed allo studio del cielo. L’astronomia, antica regina delle scienze, per la vastità dell’oggetto di cui si occupa, è quella che nella storia del pensiero umano ha sempre svolto un ruolo particolare, pratico e simbolico. In ambito strettamente didattico, soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, l’astronomia è la scienza da cui prendere spunto per trattare tutte le altre discipline scientifiche (matematica, fisica, chimica, biologia, ecc…). Inoltre, spesso l’indagine scientifica si trova di fronte a limiti tecnologici, di misura, a causa di teorie dominanti non adeguate, che l’uomo non è in grado di superare immediatamente; tuttavia, usando la sua immaginazione (come gli “infiniti mondi” di bruniana memoria) pone le basi per le prospettive di ricerca future, che spesso si intrecciano in maniera feconda con l’arte nelle sue forme più variegate”.
    Cento anni fa, l’11 maggio 1916 Einstein pubblicava la Relatività generale. Una anomalia dell’orbita di Mercurio fu la prima prova sperimentale a favore di questa teoria che avrebbe rivoluzionato la nostra visione dell’universo, dello spazio e del tempo. La Legge di Newton non riusciva a spiegare uno slittamento dell’asse dell’orbita di Mercurio di 43 secondi d’arco al secolo che era stato messo in evidenza nell’ Ottocento anche osservandone i transiti davanti al Sole. La differenza era piccola ma metteva in crisi tutta la fisica classica newtoniana. La teoria di Einstein secondo cui le masse curvano lo spazio circostante giustificò perfettamente l’anomalia. Mercurio fu il primo a dire di sì ad Einstein. Vennero poi decine di altre prove sperimentali, fino all’ osservazione diretta delle onde gravitazionali annunciata l’11 febbraio di quest’anno. Sarà inaugurata in autunno ad Alba una grande mostra di Giacomo Balla affiancandola con eventi scientifici legati alla relatività di Einstein. Sarà visitabile da sabato 29 ottobre a domenica 27 febbraio 2017.

    • italica16 11 Maggio 2016 al 23:00 - Rispondi

      Grazie della segnalazione: Mercurio congiunto al Sole non potrà che essere di buon auspicio!
      Ti segnalo che il manifesto futurista è ricordato anche da M. A. Iah-Hel in una nota a pag. 35 della Pietra Angolare Miriamica.
      Inoltre, come si evince dalle cospicue notizie documentate sparse per tutto il volume, il periodo che menzioni tra il 1914 e il 1916 risulta essere, relativamente a Kremmerz e alla Schola, molto importante e denso di avvenimenti ortodossi significativi.

      • wiwa70 12 Maggio 2016 al 11:46 - Rispondi

        In effetti ad una osservazione più attenta si è quasi portati a credere che i lavori accademiali sfociati nella pubblicazione dei Quaderni abbiano preceduto, preannunziato (o provocato??) molti avvenimenti contemporanei in fatto di pensiero, tendenze e persino mode (é tornato lo stile liberty, si vedono farfalle e motivi floreali ovunque!!)che rispecchiano lo spirito del tempo, proprio come accadde 100 anni fa, ai tempi del Kremmerz, periodo davvero fertile e intenso come si evince dalla contestualizzazione nella prima parte dei lavori. Questo mi ha fatto pensare ad una immagine: le nostre Accademie sono come fucine dove si lavora e si prepara il mondo di domani! Un caro saluto a tutti

  9. wiwa70 15 Aprile 2016 al 13:03 - Rispondi

    Leggere l’epilogo del Quaderno e in particolare l’Ode a Venere tratto da “Epilogo di Venerea Follia” è stata si può dire, anch ‘essa un’esperienza!! Davvero emozionante il ritmo incalzante che ti afferra e ti porta in cima, dove ti sembra di volare come l’aquila tra le vette nei limpidi cieli che domina dall’alto i destini umani….per un momento pensi di non voler più discendere…tutto è calma e pace!
    Ma tornando coi piedi per terra, com’è doveroso fare…ho osservato più volte la figura 19 dell’ultimo capitolo e visto che l’immagine è in bianco e nero mi chiedevo se fosse un caso che alcune parti sono bianche( C, E, H nella parte esterna) e alcune sono nere(A,B,D, l’anello nodale K e il centro dell’H organo-serbatoio); l’unica parte mista è G fatta di anelli che si alternano in perfetta sintonia, bianco e nero, che rappresenta la Catena Iniziatica di Miriam, quasi a sottolineare un ritmo da cui la Forza N può transitare…mi chiedevo se è un po’ il concetto della pila che ha un più e un meno e grazie a quest’alternanza che le energie terapeutiche del serbatoio centrale passano e arrivano ai malati? Chi è arrivato a riprodurre in sé questa Forza N è perchè ha realizzato quella pila o magnete umano in sé? E’ quindi possibile per la condizione umana arrivare a questo livello? Inoltre mi ha colpito il fatto che organismi autonomi\autopoietici hanno la capacità di individuarsi o tipicizzarsi in forme manifestative come il maschile e\o femminile in base alla funzione e questo possono farlo in quanto posseggono in sé entrambe le parti, cioè una manifesta e l’altra occulta?
    Intanto il Maestro Kremmerz ha dato un’importante indicazione “la Forza N è uno stato di essere molecolare o atomico di un movimento intenzionale e intelligente” e mi viene da pensare che quindi bisogna incarnare ciò che è scritto….ma poi dice anche “esaminare l’essenza di questa forza in natura è cosa sperimentalmente sciocca specie nel noviziato” e allora mi fermo qui per oggi!
    Un caro saluto e buona lettura a tutti

    • garrulo1 25 Aprile 2016 al 18:25 - Rispondi

      L’ultima parte del post ripropone uno spunto di riflessione: tale Forza inquadrata quale stato di Essere consapevole nella modalità vibratoria coinvolgente fino a livello atomico o molecolare, ma parimenti perfettamente sintonico con la complessità della Pura Vibrazione Eterea, credo faccia riferimento ad uno stato di contatto cosciente, se ricordo bene definito dal Maestro Iah-Hel “Convibrazione” nella Via della Rosa, che deve necessariamente implicare una conoscenza esperienziale, probabilmente Tipica dei Maestri Integrati. Presumibilmente, per considerazione analogica, l’obiettivo di trasformazione del male nel “Movimento Purificatore Integrato”, potrebbe implicare le condizioni ex ante, e forse, ecco perché nella dimensione fisica ordinaria, fissare il disco solare ad occhi nudi non risulta possibile, ad indicare che, senza aver conquistato lo stato anzidescritto, non vi è modo di fissare la Condizione Divina, dentro e fuori ognuno di noi.
      Un caro saluto.

  10. garrulo1 11 Aprile 2016 al 14:34 - Rispondi

    Proseguendo nella lettura del Quaderno dell’Accademia Vergiliana, colpisce l’attenzione nel Capitolo III° l’identificazione del Puer con la Costellazione dell’Aratro o Boote che le dà il nome, e proprio il Puer risulta l’artefice dell’Opera di tracciatura e quindi di lavorazione del territorio. Di conseguenza, si può dedurre la funzione di tramite nella decriptazione ai fini della comunicazione del sistema di orientamento o guida stellare, in costante rapporto nei suoi riflessi sul mondo fisico rappresentato dal terreno in qualità di elemento composto da materia tangibile sul quale concentrare il lavorio. Questo particolare, mi ha fatto tornare in mente uno dei possibili riferimenti al Puer contenuto nelle pieghe dell’Avviamento alla Scienza dei Magi, nella parte dedicata all’etimologia del vocabolo Mente, la Mens latina (Meus + Ens), in sintesi la micro parte individualizzata del Macrocosmo comune ad ogni essere vivente. Tale sintesi connaturata, risulta direttamente proporzionata in relazione all’operazione di contatto più o meno consapevole con il relativo stato di sviluppo, che nella condizione umana può diventare (in-divenire) tramite cosciente (cum-scientia), nel costante lavorio di imput all’attività di aratura (purificazione) dei Corpi fisico ed astrale, con il fine di mirare, esattamente come etimologicamente è per i miracoli, ad un contatto con la Mens Cosmica sempre più integrato in tutte le innumerevoli dinamiche che vi presiedono. Forse, non a caso, come evidenziato da Nigidio, il Puer Aratore o Boote, era posto sotto la Costellazione della Vergine, credo ad indicare il percorso regressivo e soprattutto consapevole teso alla riscoperta della purità infantile. Quindi, il Puer a Terra, nell’Opera di progressiva purificazione è stimolato dalla stessa Forza Magnetica che in Alto, muove il “Sol e l’altre Stelle”.
    Un caro saluto

  11. mandragola11 11 Aprile 2016 al 00:24 - Rispondi

    Sono immersa nei quaderni accademiali! Gli spunti di riflessione sugli argomenti approfonditi e dalle molteplici sfaccettature sono numerosissimi. A pag. 111 del quaderno della Giuliana è affrontato e sviscerato il valore ermetico del simbolo raffigurato nel timbro in quanto seme, seme che viene ad essere posto nel terreno della Miriam per raccogliere i frutti di Luce e Salute nella finalità della Schola. Altro fatto importante sono i numerosissimi riferimenti alla rituaria di I° Grado: man mano che vado avanti a leggere ne prendo nota con l’idea di ricomporre un puzzle. Prendendo a prestito dagli ultimi post l’immagine delle favole, e riagganciandomi agli auspici del Maestro per ritrovare se stessi in un Ver Sacrum delle origini, mi sento come Pollicino che raccoglie le molliche disseminate sul terreno per ritrovare la strada di casa!
    Un’ultima considerazione per stasera sull’interessante quaderno della Vergiliana: mi colpiscono i riferimenti astronomici e astrologici scaturiti dal versetto nel timbro che riguardano i vari gradi della Schola, dal Novizio al Delegato Generale. Troviamo infatti importanti chiarimenti ad esempio in merito al corredo rituale ricevuto proprio dalla Delegazione, nel momento dell’iscrizione: numero, decano, Cifra ideografica complementare e altro. I tanti spunti di riflessione incentivano ( o incendi(v)ano) anche la voglia di comunicare, ma per stasera mi fermo qui.
    Buona lettura a tutti e a presto.

  12. garrulo1 4 Aprile 2016 al 16:00 - Rispondi

    Fa veramente riflettere quanto contenuto nella parte finale del Capitolo I° del Quaderno dell’Accademia Vergiliana: mi riferisco all’archetipo rappresentato dal Puer/Senex, contenuto anche nel mito di etrusco di Tagete, il fanciullo/vecchio che salta fuori dalla Madre Terra, con la Missione di insegnare le leggi di Natura all’Umanità intera. Quindi il piccolo Puer presenta la prerogativa di cogliere la sostanza delle cose, aldilà delle apparenze che ovviamente mutano in relazione ai tempi ed alle latitudini, renderle decifrabili mediante il sincretismo tipizzato nei Simboli che nulla hanno di nuovo sotto il Sole, ma presentano la caratteristica di scoperta di ciò che già esisteva ed esiste in Natura. Di conseguenza, sempre a proposito del Mito Etrusco, il Puer è capace di cogliere l’essenza delle cose in Natura, abilità legata alla vena entusiastica, giocosa, se vogliamo irrazionale (cioè non maculata dalla successiva razionalità direttamente collegata alla malizia che vanno poi ad innestarsi nei tessuti dell’essere umano man mano che cresce), mentre il Senex Verginale tali cose sa anche descriverle, cioè esporle con linguaggio comprensibile aldilà del puro Simbolo, affermandosi pertanto quale Vero fattore di equilibrio tra i due principi anzi descritti. Mi ha anche colto non poco di sorpresa, il probabile aggancio iniziatico contenuto nella Favola di Peter Pan, “l’eterno bambino”, che mai avevo valutato in tale ottica.
    Un caro saluto.

    • filosobek 4 Aprile 2016 al 21:14 - Rispondi

      Le fiabe: Peter Pan e il fanciullino, Pinocchio e il burattino di legno che prende vita al tocco di una Fata, e il fuso della Bella Addormentata dove Walt Disney rimanda a Perrault, e poi la mela avvelenata trasmessa dalla nuova sposa di suo padre a una fanciulla Bianca come la Neve …
      Ogni epoca e ogni società hanno le loro fiabe e Kremmerz ci ricorda (Vol. I pag. 131 LA SCIENZA DEI MAGI) che ” la magia divina è tutta fondata sulla familiarità di potenze extraterrene che le società sacerdotali hanno nascosto in favole o miti”.
      Del resto non è anche quanto fatto, a più riprese e fra le tante semine, anche dal Maestro M.A. Iah-Hel? La favola di Elissa (e il suo percorso sibillino e alchemico) sono perfettamente in linea con quanto asserito dalla Direzione nell’Introduzione ai Dialoghi: “domande, ipotesi, utopie, favole antiche, mitologie, simbolismi, profezie… argomenti sempre centro di interesse per l’uomo, durante il suo peregrinare attraverso i secoli e i millenni”.
      In tal senso – e oltre ai quaderni Accademiali – questo sito web è una miniera cui spesso attingono a piene mani tanti ricercatori e tanti altri siti (purtroppo senza menzionare la fonte) così come, a distanza di decenni, altri autori attingono alle pubblicazioni della Schola.
      E si diffondono le favole… e alcune diventano fiabe.
      Kremmerz diceva che, per noi, e siano esse a tinte o mezze tinte di carattere occulto (Vol. 2 pag. 200) il loro mondo è finito, ma magari non è vero.
      Non ancora.

  13. wiwa70 2 Aprile 2016 al 13:50 - Rispondi

    Davvero ricco e corposo lo studio del territorio preso in esame dal Quaderno della Vergiliana della Sabina antica che in effetti può vantare origini preistoriche e,Rieti in particolare, forse per questo che è chiamata l’ombelico d’Italia? In quanto primordiale? Comunque è un fatto che questo tipo di terreno carsico è caratterizzato geologicamente da voragini profonde della terra,in particolare nella zona intorno al lago Cutilia, sacro alla Dea Vacuna-Vittoria come afferma Plinio(“in agro Reatino Cutiliae lacum Italiae umbilicum esse M. Varro tradit”), con una profondità stimata di 400 m sotto terra, la più profonda del pianeta insieme a quella californiana;i geologi infatti hanno sottolineato che a 310 m non se ne vedeva minimamente il fondo! Sembra anche che ci sia un nesso tra la morfologia di un terreno pieno di voragini e le deità femminili primigenie del territorio:Lucina, Vacuna, Pale, Dia, Bona,Mefitis ecc. che poi diventeranno, successivamente, col Cristianesimo, identificate in S.Anna(26 luglio), protettrice delle partorienti, colei che, secondo i contadini rappresenta il momento di passaggio tra il secco estivo e l’umido(s’annunciano i primi temporali estivi).
    Tornando a Mefitis(che significa mediatrice tra cielo e terra, che cura, protegge e sostiene) è tipica delle zone sulfuree e in questa zona la Dea viene identificata con le acque Albule. Gli storici hanno messo in stretta concomitanza la presenza di esalazioni sulfuree di acque terapeutiche con la ricca vegetazione del luogo ed anche con la capacità oracolare dei sacerdoti che operarono in questi boschi, agevolando la comunicazione col divino, e non ultima la presenza della Sibilla Appenninica, presente nel Centro Italia. Sembrerebbe dunque che tutto in questo territorio abbia a che fare e metta in relazione la tradizione ora(cola)le con la Terra che gli autori antichi come Plinio, Varrone , Virgilio e Servio hanno ampiamente e sapientemente cantato nei propri versi alla ricerca della Essenza Mater primigenia e sottolineando le Virtù curative e terapeutiche di Essa in questo territorio, cuore d’Italia!

  14. wiwa70 31 Marzo 2016 al 17:03 - Rispondi

    La lettura dell’ultimo Quaderno Accademiale della Vergiliana è sempre fonte di sorpresa e non è mai scontata, proprio come una pietra preziosa caratterizzata da molteplici tagli e sfaccettature, a seconda del punto di osservazione,si notano sfumature diverse e inedite! Guardando il timbro nelle sue componenti, l’occhio cade sui molteplici elementi, tra cui la scritta che mi sembrava aver letto tante volte nella sua traduzione ma che è in grado ancora di suscitare domande e ti rendi conto che l’aspetto linguistico in senso stretto a volte può distrarre da un aspetto più essenziale…..ad es. mi chiedo se risalendo alle etimologie, nelle note ampiamente suggerite, di ogni singola parola si possa aggiungere ulteriori valenze al significato indicato: la radice di Puer è generare, quella di monstro è dare l’imput, quella di aratro e uncino è muovere e quindi si potrebbe anche dire che il generare dà l’imput\muove il moto?? Che significato può avere a livello ermetico? La generazione è il principio eterno di ogni aspetto della Vita, che muove ogni cosa vivente… può avere a che fare con un concetto, una volta suggeritomi con parole sapienti, che non è il moto che crea energia ma l’energia che genera il moto? In ogni caso, è un’ esperienza davvero ricca, pregnante e stimolante risalire all’etimologia delle parole e al loro “Genoma”, approfondendolo in chiave ermetica; è sembrato davvero di avvicinarsi alla fonte ed essenza primordiale delle cose proprio come afferma il Maestro Kremmerz quando dice “ che se la lingua latina si studiasse bene,secondo i principi dell’etimologia sacerdotale, le verità si troverebbero nelle parole”. Ringrazio di cuore la Direzione per gli Auguri di Prima-Vera e per la tenerissima immagine del pulcino e il fiore che mi hanno richiamato quel principio bambino eterno che sempre si rinnova e brindo alla Vita che SEMPRE rinasce e alla sua Bellezza Universa!
    Un caro saluto a tutti i Fr e Sr in Miriam

  15. m_rosa 25 Marzo 2016 al 10:04 - Rispondi

    Premetto che ancora non ho letto con la dovuta attenzione il quaderno della Vergiliana, però posso dire cosa mi ha colpito da subito, oltre il colore verde che è la prima cosa che salta agli occhi e induce a porsi delle domande così come si è visto negli ultimi post, è stata l’immagine a pag.139. Beh, devo dire che quell’immagine quasi mi ha commosso perché è la realizzazione di quanto il Maestro Iah-Hel ha sempre ribadito: la necessità, in questo periodo storico, per la nostra Fratellanza, di compiere un’opera di attualizzazione dell’ermetismo del Kremmerz.
    E’ la foto di un paesaggio reale che è esattamente quello rappresentato nel simbolo della Vergiliana.
    Questo ritrovare nel reale la concretezza delle nostre Idee è la rappresentazione di come da noi si procede sempre seguendo il Metodo Ermetico e di come nell’ambito di questo metodo l’aspetto scientifico sia sempre tenuto in gran conto.
    E questo approccio mi pare emerga in maniera molto evidente in tutto il lavoro della Vergiliana. Grazie per questo terzo lavoro che va ad arricchire i due precedenti.

    • gelsomino 25 Marzo 2016 al 10:46 - Rispondi

      Si è vero , è stata un’emozione anche per me vedere quell’immagne , riconoscere quei luoghi , rutrovarli nella realtà.Mi ha dato un forte senso di concretezza ed una commozione di cui però non so darmi spiegazione.

  16. sannitica2011 21 Marzo 2016 al 14:03 - Rispondi

    Ben si addice all’entrata della Primavera il I Quaderno dell’Accademia Vergiliana, col suo promettente color verde. Non appena ricevuto uno sguardo veloce all’intero testo fa intuire che va letto con attenzione perché ricco e approfondito di molti aspetti. E’ stato inoltre bello ripercorrere, attraverso la Presentazione del Quaderno, il percorso che abbiamo potuto compiere “grazie all’imprescindibile presenza in sede del Maestro M.A.Iah-Hel” nei territori della Sibilla Appenninica. Grazie alle Sorelle e ai Fratelli della Vergiliana e auguri per l’uscita del nuovo Quaderno.

  17. garrulo1 19 Marzo 2016 al 10:35 - Rispondi

    Nella trattazione presente nella parte finale del Quaderno dell’Accademia Giuliana, relativa alle proprietà tipiche del Mercurio in Natura, e di conseguenza sui corrispondenti contenuti analogici, mi pare di capire che, per come si propone il Mercurio nel suo ambiente, fa emergere proprietà umide, elastiche e soprattutto mobili, risultando pertanto in grado di liberare l’oro, sciogliendolo dall’impasto con gli altri elementi minerali in cui si trova quando è ancora nella roccia viva, lasciandone però le caratteristiche inalterate, facendo quindi da presentatore della manifestazione fisica dell’oro allo stato puro. L’aspetto analogico, credo stia nel fatto che, così come il corpo mercuriale a sua volta fa da intermediario tra la forza magnetico-espansiva del corpo solare e l’azione della forza stessa sul corpo fisico (saturnale) nelle più disparate modalità di manifestazione, che possono diventare man mano più consapevoli (trasmutarsi) se direzionate da una volontà potente.
    Non va dimenticato che, la Natura, nella Sua incessante opera di spinta verso la superficie della terra del Mercurio (e qui l’analogia grafica con il Timbro dell’Accademia mi pare calzante), credo vada a specificare i diversi tipi di metalli in ragione del grado di purità della terra stessa. Come logica conseguenza, nei vari metalli, il Mercurio si annida nello stato di progressiva purezza raggiunta, stato cd. “Regolo”. Quindi, affinchè anche il Mercurio nell’essere umano si manifesti man mano più prepotentemente, penso proprio che debba incontrare un terreno il più possibile purificato, al fine di espletare poi, le funzioni tipiche anzi descritte.
    Un caro saluto

  18. gelsomino 18 Marzo 2016 al 14:48 - Rispondi

    Auguri alla Accademia Vergiliana per aver felicemente portato a termine il lavoro che ha dato alle stampe il loro I Quaderno ! Ho dato una scorsa all’indice degli argomenti e non vedo l’ora di poterlo leggere ! Spero vivamente di poterlo avere presto.Grazie ed un fraterno abbraccio.

    • mercuriale2011 20 Marzo 2016 al 21:51 - Rispondi

      Oggi abbiamo ricevuto il quaderno della Vergiliana … un altro colorato tassello che si aggiunge al puzzle che prende sempre più forma, si percepisce l’armonia dei colori dei singoli libri, il giallo, il rosso, il verde…. bellissimi da vedere insieme e ci fanno percepire di fare parte di un tutto Unica: la SCHOLA, la MIRIAM
      Complimenti e auguri

  19. mandragola 14 Marzo 2016 al 15:50 - Rispondi

    Il Quaderno dell’Accademia Giuliana è veramente ricco di contenuti importanti. Sto leggendo il capitolo sulla contestualizzazione epocale del timbro ai tempi del Kremmerz, che fa emergere l’importanza hermetica di una scelta iconografica precisa, ciò che poi spinge a trovare i punti di contatto col presente, per i quali punti contestualizzare a J.M. Kremmerz equivale ad attualizzare a M.A. Iah-Hel.
    Questo evidenzia la continuità iniziatica, donando un ulteriore chiave ortodossa di lettura.

  20. garrulo1 13 Marzo 2016 al 15:24 - Rispondi

    La parte finale del Capitolo II°, nella quale vengono trattate le peculiarità tipiche del Mito di Hermes-Mercurio e della intrinseca ecletticità del Dio, in particolare in relazione alle prerogative di creatività, manualità, ma soprattutto plasticità e intermediazione tra due estremi che altrimenti non potrebbero trovare una qualche forma di contatto, mi ha fatto tornare in mente una probabile radicale etimologica agganciata all’ebraico “marcor”, traducibile in mercato, in quanto le caste intellettuali ebraiche affibbiavano al Dio la caratteristica funzione di protezione e promozione di qualunque forma di scambio tra persone e parimenti tra popoli, di cui l’attività mercatale ne rappresentava una concreta modalità di espressione. D’altronde, anche la moneta dalla quale, con ogni probabilità è stato tratto il Simbolo dell’Accademia Giuliana, tipizza sincreticamente la funzione di scambio ovviamente ad ampio spettro, ma che nello specifico, nelle aree mercatali, le monete con valore corrente, circolavano e circolano con grande disinvoltura.
    Un caro saluto

  21. garrulo1 21 Febbraio 2016 al 10:57 - Rispondi

    Ancora una cosa a proposito del Capitolo sugli elementi costitutivi del Timbro dell’Accademia Giuliana: nell’analisi dei vari significati con cui il serpente ha permeato civiltà e culture, compare una citazione tratta dagli studi portati avanti dall’autorevole antropologa Marija Gimbutas, la quale, nell’opera “Il linguaggio della Dea” si è spinta fino all’analisi dei sigilli di argilla a spirale, che fin dal VII millennio a.C. simboleggiavano la prima modalità di manifestazione della Dea Mater, gestante la vita, ed esplicitatasi nella sua intrinseca prerogativa (epifania) sotto forma di spirale, la cui configurazione ci rimanda dritti al serpente. Mi preme a questo punto una riflessione: la rappresentazione oggettiva, scientifica anche nella grafica, del DNA, mattone fondamentale per la concretizzazione della Vita, alla cui conoscenza oggi possiamo agevolmente accedere anche solo a livello di informazione scientifica, che ci rinvia ad una struttura perfettamente elicoidale, potrebbe risultare in rapporto analogico proprio con il Principio Vitale anzicitato, espresso simbolicamente, fin dalla più profonda antichità, con questo carattere spiraliforme o elicoidale, di cui il serpente ne è una rivelazione in campo biologico.
    Un caro saluto

  22. garrulo1 21 Febbraio 2016 al 10:11 - Rispondi

    Eccoci al Capitolo sugli elementi del Timbro dell’Accademia Giuliana: alla pagina 54 viene focalizzata la vera etimologia del termine gerarchia: nello specifico, dal greco letterale, il gerarca stava ad indicare un sommo capo spirituale, e da qui, le debite distanze rispetto al significato corrente che oggi viene attribuito a tale parola, affibbiata ad una modalità di concretizzazione di un qualsivoglia ordinamento a carattere verticistico. Compare invece nel Quaderno, una radicale filologica agganciata ad una modalità di espressione di una condizione di superiorità di ordine spirituale, regolata da legge di Natura e pertanto anche testimone della manifestazione del Divino. Quindi, se l’etimologia scientemente ci rimanda a quanto appena descritto, credo che stia proprio in tale chiave di lettura l’importanza fondamentale del rispetto della Gerarchia Naturale che contraddistingue la Pragmatica Fondamentale, e come logica conseguenza, l’intero impianto della Schola Ortodossa, struttura meglio evidenziata (anche graficamente) in tutta la sua dinamica evolutiva dal Maestro M.A. Iah-Hel nella Via della Rosa.
    Un caro saluto a tutti.

  23. garrulo1 8 Febbraio 2016 al 19:56 - Rispondi

    Un’ultima cosa per oggi, sempre in relazione al Quaderno della Giuliana, questa volta però nella lettura, per quanto più possibile analitica, del Capitolo II: siamo nell’analisi del simbolo del Caduceo a partire dal VI – V secolo a.C., ove compare in questa epoca provvisto di ali, presente nelle mani di Hermes, quest’ultimo in coppia con Cibele, altre volte raffigurato sempre nelle mani di Hermes ma in terna sequenziale Cibele-Hermes-Hecate e/o Cibele-Hermes-Attis. Qui si impone una profonda ed innata riflessione: Cibele compare sempre nel ruolo di autorità principale, alla quale sono subalterni gli altri soggetti della triade. Le ali in questione, sono quindi traslate dalla Dea ad un soggetto intermediario, ambasciatore sì, ma con potere di ulteriore conferimento di tale peculiarità. Quindi il moto, qui rappresentato dalle potenzialità alari, diventa un mezzo di realizzazione della progettualità della Dea Mater Primigenia, e proprio in ragione a tale Principio Tensivo, le peculiarità della Dea (con estrema, immensa fatica condivisibili), da Essa decollano, e ad Essa, se l’impervio viaggio non si è snaturato lungo la via, rientrano. Il successivo riferimento al Principio del “do ut des” che permea l’intero impianto Iniziatico della Schola, naturalmente si armonizza con quanto appena scritto: il Lievito Iniziatico, Compositum di Amore, Salute e Luce, fluisce proporzionalmente alla tensione verso il Centro Erogatore di ogni Anello della Catena che se ne nutre, lo digerisce progressivamente rigenerandosi di momento in momento, per proiettarlo sistematicamente Verso la Miriam Suprema, mediante però l’attivazione nell’Opera pro-salute-populi, con l’unica finalità Terapeutica di Bene e Salute.
    Un caro saluto e buon novilunio a tutti.

    • Corolla 12 Febbraio 2016 al 21:37 - Rispondi

      Trovo che i Quaderni Accademiali ci offrano davvero una grande opportunità: quella di poter sperimentare – in contesti scevri da elementi profani – lineari processi conoscitivi ed evolutivi, amorevolmente guidati dalla Miriam. Tramite puntuali indicazioni, si stanno portando avanti stimolanti ricerche inerenti alla realtà naturale e sovrannaturale di cui siamo parte integrante. Lo studio delle civiltà e delle credenze umane consolidate, l’esame scientifico dei fenomeni naturali, ci porta direttamente al mondo degli archetipi e dei simboli universali, col loro linguaggio diretto e rivelatore del senso nascosto e segreto delle cose. La simbologia è uno studio esplorativo aperto e vivificante, rivelatore di leggi universali precise e immutabili, nel flusso della vita che sempre si trasforma e nella logica dinamica del divenire.

  24. garrulo1 8 Febbraio 2016 al 18:30 - Rispondi

    Nella parte terminale sempre del Capitolo I, compaiono i riferimenti alle opere di Giuliano Inno al Re Helios e Inno alla Madre degli Dei. In sede di lavori accademiali, personalmente non avevo pensato all’analogia concettuale con i primi due versi del Credo della Schola, proprio in relazione per quanto riguarda il primo, all’espressione del Principio Maschile operante nel Cosmo mediante la Potenza/Virtù trasmutatoria della funzione Solare, ed il secondo in connessione alle potenzialità generative del Principio Femminile attivo nell’intero Universo, qui identificato nella matrice delle forme o utero lunare. Da queste poche righe, colgo però un altro spunto: proprio dall’Inno al Re Sole di Giuliano, dopo il verso 133 compare la seguente frase: “ Perciò la sua luce, penso, ha con il mondo visibile la medesima analogia che la verità ha con il mondo intelligibile”. Da qui l’accostamento coerente e anche rigoroso con l’Inno al Sole del Maestro Kremmerz (Unus, pollentissimus omnium), con più citazioni, tra le quali tengo a ricordare l’inizio del secondo passo che così recita: “ O Sole, tu, che spazzi le tenebre della gran notte dei fantasmi passionali, degli spettri delle concupiscenze più sfrenate, delle superbe creazioni dell’orgoglio umano…… chiudendo il periodo con la frase augurale, diretta, latu sensi, all’umanità intera, di avvertire il prima possibile il raggio divino ed in questo modo, preparare veramente l’avvento individuale, e di conseguenza anche sociale, del Cristo.
    Un caro saluto ed al prox post

  25. garrulo1 8 Febbraio 2016 al 12:38 - Rispondi

    Nell’appendice al Capitoli I, relativamente al paragrafo “sul nome dell’Accademia e su Giuliano Imperatore”, compare una sintesi estrema sul logo accademiale: nello specifico rappresenterebbe sia la condizione “giuliana” o “solare-umana”, sia il percorso da compiere al fine di realizzare tale ultima condizione. Nelle riflessioni nel corso delle attività di preparazione del Quaderno, in particolare già in stato di avanzamento dei lavori, era maturata in me una considerazione, ovviamente, per ovvi limiti, molto meno sincretica: il primo serpente che esce eretto dalla terra rappresenterebbe l’incessante spinta dell’energia ctonia che così si manifesta, quindi a questo livello di espressione dell’Impulso Regolatore, il simbolo serpentino è tutto orientato alla soddisfazione dei bisogni fisici. Quando poi tale serpente eretto, si dota simbolicamente di ali che compaiono ai lati della testa, (sede dell’intelletto, che, per analogia di forma, ha la stessa espressione grafica del globo terrestre, ove tra l’altro, tutte le forze in esplicazione delle loro finalità, sono omologhe alle stesse forze presenti nei Centri produttori dell’Universo), letteralmente morde agganciandolo il secondo serpente ciclico, e qui la manifestazione dell’Intelligenza Creatrice, comincia ad anelare un percorso ciclico progressivo teso alla consapevolezza dei Rapporti Causali, mediante la rappresentazione grafica della forma ellittica, a significare il ciclo ( o meglio gli innumerevoli cicli ) di trasformazione fenomenica della materia. D’altronde, come scrive il Maestro Kremmerz nell’Avviamento, “il moto è il movimento base di ogni rinnovazione, nel mondo fisico e in quello della mente umana”. Il terzo serpente disposto a falcata crescente, con capacità di contatto ed aspirazione diretta dell’Energia Cosmica, visto il foro boccale aperto, pur poggiandosi necessariamente sull’Uroboros, graficamente gli sta al di sopra, nell’espletamento operativo di apertura espansiva al Mondo delle Cause, o in stato di cosciente convibrazione con tale dimensione, rappresenterebbe tale potenzialità, altrimenti presente solamente in condizione embrionale.
    Ho piacere comunque di continuare ad approfondire, per quanto mi è possibile, questa trattazione, man mano che scorrerà la lettura del Quaderno, che sicuramente offrirà nuovi spunti.
    Un caro saluto.

  26. garrulo1 31 Gennaio 2016 al 09:19 - Rispondi

    Proseguendo nella lettura del Quaderno dell’Accademia Giuliana, si evince chiaramente l’interesse ad inizio ‘900 per Giuliano l’Apostata da parte dello scrittore Prezzolini. E’ lo stesso Prezzolini unitamente ad alcuni suoi contemporanei che deliberatamente attacca il senso comune dell’epoca (“il mare morto della volgarità”), riscontrandolo antitetico rispetto alla potenziale espansione di cardini dell’Arte in senso lato, quali Verità e Bellezza. A questo proposito, compare in calce alla pagina la citazione tratta dalla Pragmatica Fondamentale nella quale il Maestro Kremmerz scrive: “E’ questa una società in cui l’assoluto non è concepito né nell’espressione artistica del Bello, né nell’immagine del Vero”. Più di cento anni or sono, il Maestro già intravedeva questa decadenza di valori permeare l’intero sistema sociale, in particolare nella non considerazione dell’Assoluto, ed a scalare nella negazione del Bello e del Vero. La progressiva degenerazione di tali qualità di Natura sublime, ha poi portato, complice anche l’evoluzione tecnologica dei sistemi mediatici, ad identificare il Bello con la rincorsa a stimoli artificiali filtrati ad arte (arte con la a minuscola), ed il Vero non come spunto di ricerca mediante l’utilizzo soggettivo delle capacità tipicamente intellettive (l’Intellectus di greca memoria), ma invece in ragione al carisma sociale spesso artefatto, con il quale si sono baloccati i vari arrampicatori probabilmente di tutte le epoche, con effetto sicuramente devastante proprio grazie alla tecnologia mediatica degli ultimi decenni a questa parte. Questo per dire che stiamo sempre più spostando l’attenzione dalla sostanza delle cose a discapito dell’apparenza, l’essenza di un prodotto viene subordinata alle modalità con le quali lo si presenta.
    Avanti tutta nella lettura, con la giusta attenzione agli spunti razionali ma anche emotivi.
    Un caro saluto.

  27. garrulo1 24 Gennaio 2016 al 17:48 - Rispondi

    Il post di wiwa pone l’attenzione su di una questione affrontata enne volte, che però è sempre bene rimarcare: i disastri provocati nei secoli, specialmente negli ultimi dalla cultura patriarcale a Madre Natura, il cui approccio nel tempo si è letteralmente spostato da una dimensione di ossequio per ogni cosa offerta, tipica delle culture originali e dei popoli indigeni prima di essere inquinati in tutti i sensi, all’ormai consolidata direzione di sfruttamento delle risorse oltre ogni limite imposto dalla logica. La violenza verso questa prerogativa della Vita, e di riflesso verso la condizione femminile nella sua interezza, porta oggi ai risultati di estremo impatto su tutto l’ecosistema perfettamente evidente anche a coloro che non lo vogliono vedere. Ma fermiamoci alla prima componente grafica del Timbro che compare sulla copertina del Quaderno dell’Accademia Giuliana: il primo serpente che esce eretto dalla Terra, ci comunica l’incessante spinta dell’Impulso Regolatore che a questo livello si manifesta come energia ctonia pura, di Natura più Fisica (da Fisis=Natura) che mai. E forse non a caso, come opportunamente citato da wiwa, proprio nel serpente l’impulso vitale impone una maggiore responsabilità al femminile, in quanto nella radice istintuale anche se non mediata da relativa capacità cognitiva, è codificata tale competenza tipica delle femmine delle varie specie e sottospecie, alle quali spetta di decidere il timing propizio alla fecondazione e conseguente partogenesi della prole. Questo credo stia a significare che, nella scala evolutiva o zoografica che dir si voglia, la peculiarità della dimensione femminile inizia veramente da lontano.
    Un caro saluto

  28. wiwa70 22 Gennaio 2016 al 16:06 - Rispondi

    Una nota ancora, nell’approfondimento della lettura del Quaderno, che mi ha molto interessato, è stato ritrovare quel “fil rouge”, che ha caratterizzato anche il Quaderno della Sebezia, sul Principio Femminile della Natura che nutre e sostenta ogni Essere Vivente attraverso la Madre Terra la quale, come diceva il Santo Umbro, nel Cantico delle Creature, “ci sostenta e ci governa” .
    E’ davvero sorprendente, quindi, scoprire che questo Principio si mostra nelle sue manifestazioni, nella maniera più variegata: ad es. nella storia del mito dei nostri antenati, laddove le cose non funzionavano per il verso giusto, ci si accorse che mancava, nel Pantheon degli Dei, una Divinità Madre ed introducendola tutto si mise a posto; o piuttosto che il serpente femmina dopo l’accoppiamento può tenere il seme dentro di sé anche per un anno, in attesa che le condizioni siano propizie per la futura nascita della prole; oppure che in un percorso evolutivo, dalle Superiori Gerarchie di Miriam, venga donato, secondo Giustizia, tenendo conto della natura e qualità di ogni Numero della Catena.. credo che tutto questo abbia un’Unica Matrice e che accada “Per Amore e solo Per Amore” e che sia questa Legge che garantisca la Vita e le permetta di Essere, non certo il predominio e la prevaricazione che nella storia si è operato in secoli di oscurantismo patriarcal- patristico in cui si riteneva e, nella cultura dilagante, si ritiene ancora, che la Natura voglia essere presa e che vada sfruttata, senza pensare che non si prende nulla che Lei non voglia concedere ed è Lei che permette a chi le si avvicina di operare il Miracolo di Una Cosa Sola! La consapevolezza di certi meccanismi, come Esseri facenti parte di un Tutto, mi colpisce molto nella loro bellezza toccante e credo che abbiano la capacità di restituirci e avvicinarci a noi stessi e aprano dentro di noi porte(magari ri-tenute chiuse con lucchetti a doppia mandata!!!) che ci possano riconciliare con la parte più profonda e vera di noi!

  29. mandragola11 3 Gennaio 2016 al 09:07 - Rispondi

    Benvenuto e Auguri al nuovo nato Quaderno delle Accademie Miriamiche, con un abbraccio grato alle Sorelle e ai Fratelli della Giuliana!

    • sannitica2011 3 Gennaio 2016 al 12:02 - Rispondi

      MI associo al benvenuto con il più vivo interesse di poter leggere a breve il I Quaderno dell’Accademia Giuliana. E’ davvero una cosa meravigliosa questa nostra Schola che accomuna e integra gli sforzi di ognuno in un unico obiettivo e ideale. Molto belli anche i colori scelti per il Quaderno della Giuliana.

  30. guglielmo tell 17 Novembre 2015 al 17:13 - Rispondi

    dei gioielli ispirati al lavoro alchemico del principe raimondo di sangro..
    un caro saluto
    livio
    http://www.ilroma.net/news/spettacoli/moda-debutto-i-gioielli-athanor

  31. garrulo1 13 Settembre 2015 al 21:36 - Rispondi

    Ancora alcune cose sull’importanza storico-antropologica e filosofico-ermetica del Principio Femminile nella Vita Universale. Secondo la tradizione Egizia, che bene ha retto nei vari passaggi dinastici, le forme materiali visibili ed anche invisibili sono sì espressione della maschia potenza solare, ma per la loro realizzazione oggettiva necessitano dell’intermediazione dell’utero lunare. Pertanto è proprio tale ultimo Principio che permette la fusione o compenetrazione di sostanze differenti presenti in Natura. Allora il Principio Femminile integra in sé e quindi presiede anche all’equivalente maschile, ed è forse per questo motivo, come si apprende da opere oggi accessibili, quali ad es. “L’eredità isiaca e osiridea dell’Egitto sacerdotale – Editrice Miriamica”, curata direttamente dal Maestro M.A. Iah-Hel, ma anche nei riferimenti alle “Officine Isiache (intese in senso Iniziatico)”, presenti in scritti e Fascicoli dello stesso Maestro Kremmerz, che le antiche Confraternite Isiache, “che avevano in Iside, principio femminile integrante in sé anche il maschile, la loro origine”, erano strutturate in Matriarchia. Si comprende chiaramente come tale concezione, sia completamente discostata dalla deviazione post-cristica, ma anche dal pensiero corrente in tutta la buia età di mezzo, ma pure dall’approccio in epoca rinascimentale, dove le rinverdite logge di stampo massonico contemplavano gradi ed incarichi quasi esclusivamente al maschile, avendo probabilmente smarrita la chiave analogica che nasconde il mistero della potenzialità creativa dentro e fuori l’essere umano, anche perché l’essere che agisce è simbolo Isiaco credo riconducibile alla “Mater Agens”, mentre il fattore che ne determina le potenzialità è insito nel relativo grado di purezza, penso riferibile al concetto di “Virgo Potens”.
    Un caro saluto a tutti.

  32. garrulo1 6 Settembre 2015 al 11:15 - Rispondi

    Proprio in questi giorni, riguardando il sito nell’area Eventi e Segnalazioni, ho rivisto la pubblicazione relativa alla targa stradale indicante la dedica di una Via Barese alla Prima Avvocatessa di questa città, Laetitia Abbaticola, appartenente alla Schola fin dagli anni ‘quaranta. Oggi, è quasi buffo pensare che a quel tempo fosse addirittura difficile chiamare avvocatessa un’operatrice del diritto solamente perché di sesso femminile. Per fortuna, grazie a questo ed a moltissimi altri esempi che hanno contraddistinto un’inversione di tendenza nei tempi, le cose sono decisamente cambiate, tanto nel campo sociale quanto più in ambito iniziatico. Interessantissime le Sue pubblicazioni contenute nel libro “La Fenice”, in particolare quella sulla “Pasqua” che fa ben intendere l’origine magica delle grandi religioni ed i rapporti analogici tra le rappresentazioni antropomorfe e le leggi che presiedono alla ciclica evoluzione dell’anima umana. Ma anche nel “Mese Mariano”, viene magistralmente descritto l’elemento femminile quale fondamento storico-antropologico del culto, dimostrandone l’identificazione con la concezione primigenia dello Spirito Santo rimasta integra nella dottrina gnostica. Ma più di tutto, in questo scritto, mi ha colpito l’attenzione il riferimento esplicito che scaturisce da una profondissima indagine etimologica e filologica tra il nome Maria (da Mar e non a caso Myr) ed il mese di Maggio, entrambe le parole con la stessa iniziale (mem ebraica), e maggio scomposto porta a M-AGH, pertanto anche mater agens con tutti gli annessi e connessi. A questo punto mi viene spontanea una domanda: ma questo M-AGH, di stampo prettamente femminile, vuol forse ricordare che il corrispondente stadio evolutivo indicato dal Maestro Kremmerz nel “Mag”, stato di trance attiva per provocare “ad arte” la concezione e liberazione del Nume, sia una caratteristica principalmente (anche se non solamente) femminile? L’ultimo quarto di secolo di storia documentata della Schola Ortodossa, credo che a tutti gli effetti, sia un sigillo a dimostrazione di tutto questo.
    Un caro saluto.

  33. ulisse 5 Settembre 2015 al 09:54 - Rispondi

    Ho terminato da poco il “Quaderno” dell’Accaemia Sebezia della S.P.H.C.I.. Ho molto apprezzato, fra gli altri temi interessanti, la disamina dell’onnicomprensivo “principio femminile” della vita, argomentato con chiarezza e taglio scientifico. Aspetto con impazienza gli altri “Quaderni” della Schola.
    Ben ritrovati a tutti.

  34. garrulo1 4 Settembre 2015 al 16:20 - Rispondi

    Il post di Wiva 70 sul potere della musica nella vita dell’essere umano, parte dal presupposto che la Vita Universa segua dei ritmi che si ripercuotono a scalare dal Macro al micro, permeando e condizionando ogni forma di vita. Ne scaturisce parimenti che la musica, possa essere considerata da singoli esponenti dell’avanguardia scientifica, un potente farmaco a base non chimica. Di conseguenza, il riflesso terapeutico in gioco è racchiuso nell’armonia di determinate vibrazioni che le note musicali vanno ad attivare, le quali, studiate ad arte nella terapeutica, credo proprio vadano a creare una forma di compensazione e quindi di riequilibrio dell’armonia perduta, di cui la malattia ne è diventata l’espressione oggettiva. A questo proposito, un Filosofo Ermetico per eccellenza, Giordano Bruno, ripreso da F.A. Yates in Giordano Bruno e la Tradizione Ermetica, in cui viene fatto espresso riferimento alle opere “De Imaginum Compositione” e “De gli Eroici Furori”, nelle quali Giordano Bruno inquadra l’arte nelle sue svariate sfaccettature, come espressioni geroglifiche del mondo divino, o meglio come dei tentacoli che l’artista tende al fine di creare il contatto con il mondo delle cause. Nel libro anzicitato, compare una traduzione della seguente frase del Filosofo Nolano, che tengo letteralmente a trascrivere: ”La vera filosofia è musica, poesia o pittura; la vera pittura è poesia, musica e filosofia; la vera poesia o musica è sapienza divina e pittura”. D’altronde, come compare anche nello “Spaccio della Bestia Trionfante” è dalla conoscenza (identificazione?) per la vita rilucente nelle cose naturali (tra l’altro tutte regolate da determinate modalità vibratorie e simboleggiate nella Lira di Apollo o Spirito dell’Universo), che si monta progressivamente alla vita che soprasiede a quelle.
    Un caro saluto.

  35. wiwa70 1 Settembre 2015 al 10:44 - Rispondi

    Rileggendo il Quaderno, ho trovato molto suggestiva l’etimologia dell’ l’immagine della ninfa Sebetia del Timbro, nata dalla Sirena Parthenope, il cui significato a pag. 64, in nota, viene detto essere il “cantare”, cosa per cui Napoli è famosa nel mondo…oggi il suono e l’arte musicali vengono utilizzati in terapia come riequilibratori e integratori delle facoltà cognitive, espressive ed emotive dell’uomo. Ma da sempre e in tutte le culture dell’antichità, musica e medicina erano praticamente una cosa sola.
    Il sacerdote medico (lo sciamano) sapeva che il mondo è costituito secondo principi musicali, che la vita del cosmo(macrocosmo),e quindi anche quella dell’uomo(microcosmo), sono dominate dal ritmo e dall’armonia. Sapeva che la musica ha un potere incantatorio sulla malattia, che procura benessere e che nei casi di squilibrio psico\fisico, può ricostituire l’armonia perduta. Già agli inizi del ‘900, in pedagogia curativa, nelle scuole steineriane, veniva praticata per sviluppare correttamente la crescita, in particolare, della parte superiore del corpo del bambino e quindi del sistema ritmico\respiratorio, che avviene nel secondo settennio di vita, quando il busto, cioè, comincia ad allungarsi in modo precipuo.
    Infatti è stato dimostrato scientificamente che la musicoterapia può aiutare a combattere svariate patologie, anche gravi, riequilibrando l’essere umano: dalle patologia tumorali, a quelle degenerative degli anziani, dal fenomeno dell’afasia fino ad arrivare alle dipendenze(è utilizzato efficacemente, infatti, anche per i giocatori d’azzardo patologici);inoltre è usato come metodologia educativa,in gravi forme di handicap mentale(ad es. autismo) come mezzo di espressione non verbale e comunicazione e apertura al mondo e alle relazioni. Oliver Sacks(docente statunitense di neurologia e psichiatria di fama mondiale)sostiene addirittura che “il potere della musica di integrare e curare… è un elemento essenziale, è il più completo farmaco non chimico”(così come il colore, si potrebbe dire, che non è altro che la manifestazione della luce in una particolare emanazione di uno stato vibratorio).
    Allora, in seguito a tutto ciò, se ne potrebbe dedurre che, ancora una volta, una Ninfa, nel nostro territorio italico, nella notte dei tempi, ha donato ai suoi “figli” Benessere e Salute( così come Cerere donò le messi agli uomini e i mezzi per lavorare la terra)come una Nutrice sapiente e generosa, che col suo “latte” permette la Vita e la Rigenerazione, per chi saprà e vorrà “berne” in abbondanza!

  36. garrulo1 29 Agosto 2015 al 15:56 - Rispondi

    Nel capitolo VI a proposito delle analogie del Timbro della Sebezia con i Rituali della Schola, viene ribadito il concetto di fondo secondo il quale, l’operatività della Schola è vincolata alla finalità terapeutica “pro salute populi”, unica modalità evolutiva per ogni iscritto praticante, proprio perché i meccanismi che presiedono alle operazioni terapeutiche, presiedono anche alle potenzialità evolutive. La logica conseguenza sta nel fatto che, sanità ed evoluzione della persona, risultano essere due facce della stessa medaglia. Pertanto, pare di comprendere che, se la condizione patologica è la risultante in ogni soggetto di uno squilibrio energetico o fluidico, la conquista di una nuova condizione di equilibrio implica un conseguente sforzo evolutivo, che necessariamente coinvolga tutto l’organismo umano, dalle parti più pesanti a quelle più sottili. Lo sforzo evolutivo anzicitato, richiede contestualmente una tensione costante, quindi un elemento motivazionale mai domo, proiettato verso il concetto di unità (d’altronde, il pensiero può essere considerato una vera palestra per l’intelletto), al fine di tentare un primo avvicinamento alle Leggi o Chiavi che reggono i sistemi o rapporti analogici. Solo così, ad esempio, credo si possa tentare di ricondurre cielo e terra ad un rapporto di corrispondenza come tra originale e copia, oppure anche ad una coppia di opposti in costante rapporto interattivo di cause ed effetti. Si può a questo punto tentare una considerazione sulla persona: l’essere umano, “microcosmo finito”, può essere considerato come copia dell’Originale, “Macrocosmo Infinito”. D’Altronde, proprio gli ultimi due passi del Credo Scientifico della Schola (Scientifico in quanto dichiarazione di intenti verso obiettivi finalizzati e non atto di fede), pare proprio vadano dritti in questa direzione.
    Un saluto a tutti.

  37. garrulo1 21 Agosto 2015 al 15:32 - Rispondi

    A proposito delle ali di farfalla, ad un certo punto nel paragrafo 4 compaiono più riferimenti all’ermetica unione tra Amore e Psiche, e da tale unione nasce una divinità femminile, guarda caso, la figliola Voluptas, dalla straordinaria bellezza e parimenti attrazione. Si ritrova nel libro, un riferimento in calce al significato di tale simbologia per gli Epicurei, per i quali è tale figliola divina che muove gli esseri umani verso il bene supremo. Mi viene spontanea una riflessione: Voluptas ha la stessa etimologia di Voluntas cioè Volontà: ermeticamente intesa, questa Volontà credo corrisponda ad un vero e proprio Agente trasmutatorio, e, se scientemente diretta, regola tutto il lavorio di combustione e conseguente eliminazione delle immondizie dalla materia corporea (con procedimento alchemico come si evidenzia da più parti nel libro), ed a tutti gli effetti, dirigendo la trasmutazione della materia grave, presiede anche al perfezionamento delle modalità di espressione dello Spirito che man mano viene a disporre, quale veicolo di contatto con l’ambiente circostante, proprio della materia maggiormente sublimata.
    Infatti, in Natura è proprio il calore (Igne Natura) che tutto perfeziona e pertanto rinnova, ed a questo proposito viene in aiuto il Simbolo della Fenice, l’Uccello IBI che procede elevandosi dal fuoco.
    Tale Volonta’, credo abbia anche presa diretta sulla circolazione del fluido vitale nell’essere umano (Magnetismo Cosmico Individuato),come su tutte quelle parti della Natura soggette a modificazioni progressive mediante l’utilizzo dell’intelligenza. La Volontà, però, va determinata nella sua finalità, proprio perchè, come precisa il Maestro Kremmerz, “la più potente forza è la volontà dell’uomo che sa quello che vuole”. Tento di proseguire in questa disamina del Fattore Volontà, in quanto ho intravisto altri collegamenti nel successivo paragrafo 5 dedicato all’analisi del “seno sinistro indicato dalla mano sinistra”. Infatti a pagina 53, compare quanto segue :” L’allattamento era per queste culture (italico/egizie ed ellenico/mesopotamiche dal 700 A.C. in poi) il simbolo concreto dell’unione tra mondo divino e umano, proprio come tra madre e figlio, e della relazione diretta tra l’essere e la dea della natura universa, che venerata, cioè compenetrata dalla umana volontà, concentrata e fissata in uno stato d’amore, si concedeva”. A questo punto, l’iconografia del Timbro mi pare proprio presenti una prima concreta indicazione e tento di spiegarla. L’atteggiamento invitante, insito nella posizione tenuta dalla figura femminile, ed il velo che potrebbe anche essere tolto, fungono da stimolo a trascendere attivamente la propria individualità al fine di penetrare i segreti di natura, ma parimenti, la tensione verso uno stato di amore, sintetizzato in questo caso nell’offerta di allattamento dalla Nutrice (Mater Naturae) all’infante (figliola/figliolo umano), il quale, se armato di potente volontà direzionata, può muovere i primi passi nel mondo delle cause. D’altronde, “l’atto di Amore” va inteso come una clavicola di natura compenetrativa verso chi o cosa si ama, e più volte il Maestro Kremmerz ha scritto che per procedere alla conoscenza di una tale cosa, occorre diventare la cosa stessa. Forse questo rimanda al significato di convibrare, quindi pare di intendere che il percorso magico sia proiettato in una progressiva identificazione con la Realtà Circostante, realizzabile esclusivamente mediante un cammino di conoscenza esperienziale, da oggettivare gerarchicamente, che poi risulta essere uno dei fondamenti del Metodo Ermetico.
    Un caro saluto.

    • catulla 22 Agosto 2015 al 20:04 - Rispondi

      Riflettevo stanotte… sull’Amore. Quando c’è, senti ogni cosa che tocca l’essere amato – in bene o in male – come se toccasse te. Un po’ come l’azione fantasmatica a distanza di Einstein oggi nota come entanglement. E mi dicevo che quando due entità assumono esattamente la stessa forma lì è AMORE. Materia in vibrazione omologa. Gemelli come nel simbolo astrologico.
      Forse, quando si parla di ‘circolo’ si dovrebbe pensare a questo ideale: esseri che sono uniti dalle stesse azioni, gli stessi ritmi, lo stesso anelito e che – nel tempo – assumono la medesima forma. (Ecco perché è poi impossibile attribuire l’azione benefica a questo o quell’elemento non più di quanto si ritenga questa o quella cellula del fegato responsabile di una buona digestione!).
      Voluttà? Volontà – come suggerisce Garrulo -? Sia quel che sia sarebbe bello realizzare quell’abitare FRATRES IN UNUM e riconoscerci testimoni e tramiti del bello, del buono e dell’UTILE a tutti.
      AMOR ET SALUS

      • wiwa70 29 Agosto 2015 al 11:21 - Rispondi

        Trovo di grande interesse la riflessione di Garrulo e Catulla che Amore è assumere la stessa forma in quanto non avrei mai dato questa accezione alla parola “in-forma-re” laddove comunemente s’intende “dare notizia”…è un po’ che giravo intorno a questi pensieri e poi mi sono ritrovata a leggere sul blog(chissà se anche la sintonia fa parte di quello stesso meccanismo!!)… cmq sono sorte molte domande e tanti perchè: l’Amore prevederebbe, dunque, l’assumere una omologia nelle forme in quanto è principio d’ aggregazione? Il convibrare insieme in pensieri, parole e azioni,significa quindi compenetrazione e integrazione laddove avrà sicuramente una funzione terapeutica se finalizzato ad essa? Quindi questo è il significato di ciò che ha detto il Maestro Kremmerz che per capire una cosa, devi diventare quella cosa….e di conseguenza, Conoscere è Amare nel senso di prendere quella forma voluta e perché è così importante e\o necessario, in quanto forma corrisponde a sostanza delle cose? In definitiva è in questo senso che il meccanismo, che noi tentiamo di praticare, evidentemente evolutivo, può aiutare gli esseri a progredire e sanarli, dal momento che apparteniamo ad una Catena Terapeutica di Miriam(e quindi di Amore!) che si fonda su questi stessi principi?

  38. wiwa70 16 Agosto 2015 al 15:13 - Rispondi

    Ho riletto più volte la parte finale del Quaderno sul Rito e tutte le sue valenze e mi stupisce come, per quanto credi di sapere, si impari sempre qualcosa di nuovo….o forse quel qualcosa è la consapevolezza di ciò che si fa, laddove un atto ripetitivo nella sua meccanicità giornaliera rischierebbe di svuotarsi di contenuti, se non fosse che ti devi chiedere continuamente “Perchè lo fai?”, per sintonizzarsi con l’atto che si compie, specie quando viene sottolineato che “ il ripetersi del rito meccanizza potentemente la virtù della prima e originale intenzione” e che “è la ripetizione del rito a farne verificare l’efficacia..”
    E poi ancora :”Bisogna mettere in movimento l’etere, la materia fuori e dentro di noi, convibrare con essa, attivando il cambiamento nella direzione voluta. Ascoltare la propria voce che ritualmente pronuncia esattamente le parole prescritte, porre in vibrazione l’aria dinamizzata a livello sottile dal fuoco su cui bruciano i profumi del momento, respirare in sincronia con le parole, sono componenti che hanno effetti sottili e continui, i quali immancabilmente produrranno gli effetti evolutivi auspicati”. E infine il Maestro Kremmerz conclude: “I riti contro cui tutti gli ignoranti si ribellano non sono che i più potenti aiuti per educare la volontà e dirigerla, per sostituire la scienza in coloro che non l’hanno, per generare l’equilibrio negli uomini soggetti alle passioni”. A ben pensare, alcuni aspetti del rito, con il loro collegamento con i quattro elementi della Natura, mi hanno ricordato una passeggiata in montagna a contatto con Madre Natura: il contatto in piedi con la terra e la sua forza di gravità, il respiro in sincronia col passo e i profumi del bosco, l’acqua dei torrenti con cui ci rigeneriamo dalla fatica e lo sforzo che produce calore e sudore e ogni nostra cellula è sintonizzata con ciò che la Natura ci offre copiosamente e in modo del tutto gratuito! Alla fine siano esausti ma felici…di cosa ? Un senso di equilibrio ha pervaso ogni nostra parte…ma quale è il segreto di questo benessere?? Volere nutrirsi a Quella fonte Rigenerante con consapevolezza? Allora ringrazio ancora una volta la Delegazione Generale che, come abbiamo letto nel suo augurio iniziale al Quaderno, ci ha dato l’opportunità, come tramiti, di “sviluppare una sempre maggior presa di coscienza del principio ermetico di Fratellanza che tutti ci unisce nell’unico corpo, fecondo d’amore e salute, della Miriam Suprema” cosicchè l’opera scritta non è più cosa astratta ma Opera di Materia Vivente e aspetto con trepidazione la pubblicazione del II volume della PIETRA ANGOLARE MIRIAMICA per proseguire questo emozionante, ricco e proficuo viaggio di ….VITA! Buon ferragosto a tutti i cari Fr e Sr

  39. garrulo1 14 Agosto 2015 al 19:16 - Rispondi

    Proseguendo nella lettura, si evince che un “timbro è formato da immagini proprie del vissuto della società in cui esse si riflettono”. Il sistema sociale del primo novecento, cominciava ad essere caratterizzato da un lato, da un mercato in rapida espansione che presentava nuove dinamiche tese a diffusione e scambio di beni di consumo, e dall’altro, si inizia ad intravedere un’autentica riscoperta dell’impronta cosmica tipizzata nella figura femminile dotata di specifici attributi. Tra questi, in primis, il Velo (di Natura Divina), che, in estrema sintesi, per essere develato, l’essere umano uomo o donna che sia, deve trascendere i limiti della propria individualità. Inoltre, questo velo, si presenta decisamente gonfio quindi interamente pervaso dall’elemento aria. Nella cultura dell’Antica Mesopotamia, in particolare Sumera, proprio tale elemento presente in Natura aveva la funzione di trait d’union tra l’uomo ed il Cosmo. Se ho compreso bene tale significato, come compare nell’ultima parte del paragrafo 2 (Velificatio), stimola non poco la riflessione il fatto che, l’atteggiamento “venereo ed invitante” della figura femminile presente nel timbro, pare proprio voglia significare “lo spirito attivo della Natura Universale non si dona, ma si lascia dagli attivi attrarre”. Di conseguenza, un primo sintetico ma fondamentale significato di tale immagine, potrebbe proprio essere racchiuso nello stimolo all’essere umano alla mobilità finalizzata al progressivo svelamento del proprio potenziale inespresso quindi incognito proprio perché velato.
    Un caro saluto ed un augurio di un buon ferragosto.

  40. garrulo1 14 Agosto 2015 al 18:45 - Rispondi

    Ho iniziato un’attenta lettura del Quaderno dell’Accademia Sebezia. Le idee, i dubbi, le riflessioni che ne scaturiscono sono tanti. Primo esempio: non riuscivo a identificare un timbro come pura espressione sintetica di una Idea Madre che sta a monte: forse perché nella quotidianità questa peculiarità o non esiste, oppure se ne è profanamente perso l’aggancio con l’impressione che volle esplicitare chi lo ha coniato. Personalmente, per ragioni professionali, vivo in mezzo a carte intestate, timbri, fregi, senza mai pormi il dilemma circa le finalità per le quali furono posti in essere. Invece, tutti i timbri delle singole Accademie sono deputati a sancire l’impressione, anche se con sfaccettature opportunamente diversificate, di una Idea Madre che non ha limite temporale (mi viene in mente quella proiezione di traiettoria della quale non si intravede la curvatura, alla quale fece riferimento il Maestro Benno nella ben nota Circolare del dicembre 1947 quando richiamava a raccolta tutti gli iscritti regolari), e proprio attraverso i lavori accademiali tale Idea si manifesta nella lenta, ma espansiva ed inesorabile incarnazione del senso di appartenenza alla Schola. Forse proprio per questo, che l’invito del Circolo Interno è sempre quello di mettere a verifica oltre ai singoli lavori espletati anche le idee e le impressioni che ne scaturiscono, perché l’Ermes, cioè la penetrazione intelligente dei fenomeni e delle loro cause, non si sa quale direzione individualizzata utilizzi per manifestarsi, ma sicuramente presiede sistematicamente ad una crescita individuale e collettiva dei partecipanti, fissando sempre la teoria dopo averla cavata dalla pratica.
    Un caro saluto a tutti.

  41. wiwa70 8 Agosto 2015 al 14:41 - Rispondi

    Davvero interessante la lettura del Quaderno accademiale della Sebezia e quanto mai attuale laddove si parla del ritrovamento di reperti archeologici preistorici di Veneri gravide ….infatti, pochi giorni fa, è stata data notizia al TG nazionale di una grotta molto poco nota in Salento (credo a Parabito) in cui è avvenuto il ritrovamento di Veneri preistoriche gravide che sostengono il ventre gonfio con entrambe le braccia dal basso e in questo gesto si sottolineava esserci la sacralità di una rituaria antichissima nel nostro territorio! Da qui sono scaturite altresì ulteriori riflessioni sulle bellissime immagini date sul timbro dell’ elemento Vento\Aria….ho sempre pensato che ciò che ci tenesse in vita fosse l’ossigeno che respiriamo ma forse prima ancora di questo non potrebbe essere invece che sia quel MOTO PERPETUO che produce aria\soffio vitale\efflato e quindi energia che ci alimenta e ci sostiene attraverso l’ossigeno? E quindi quando parliamo che il MOTO è VITA forse non è solo una frase fatta o un’immagine romantica ma un PRINCIPIO ben concreto e funzionale del nostro ciclo vitale?? Buona lettura a tutti

    • holvi49 10 Agosto 2015 al 08:38 - Rispondi

      E’ stato detto, infatti, che il quaderno va studiato e assimilato….

      • wiwa70 13 Agosto 2015 al 11:04 - Rispondi

        Certamente questa lettura è motivo di riflessioni e stimoli continui….ad esempio le parole del Maestro Kremmerz di pagina 76 a proposito dei principi attivo e passivo all’interno dell’Unità e che “le relazioni tra le due parti sono armonicamente coordinate” così come il microcosmo al macrocosmo analogicamente, mi ha ricordato le parole del Maestro, nella Scienza dei Magi, a proposito del simbolo della X: “Coloro che hanno studiato anatomia umana sanno che il centro sensorio coincide e si riproduce nell’incrociamento dei fasci nervosi e nella certa simpatia dei plessi corrispondenti alle umane sensazioni.” “ 1 è Dio, è il principio come analisi e sintesi dell’universo. 10 è la iniziale della seconda serie passiva, l’uomo. Nella grafia dei numeri romani il X composto di due barre intersecantisi, rappresenta la stessa idea dei due principi attivi e passivi in amore, cioè agenti l’uno sull’altro in modo tale da non generare squilibrio ma determinanti le funzioni miste delle due correnti di cui il centro o plesso o centro sensorio o foco centrale, non risponde che alla connessione della principale forza attiva sulla forza accipiendaria…”
        Riflettevo come nella fisiologia umana il MOTO\RITMO|RITO si manifesta in due modi specifici attraverso la muscolatura liscia detta anche in-volontaria come ad esempio il respiro, movimento che si auto alimenta, i movimenti uterini e sfinterici ecc. e poi la muscolatura volontaria o striata degli arti e infine il cuore che è un ibrido( o ponte??) poiché le contiene entrambe….nei libri viene detto perché deve resistere più a lungo ma mi viene da pensare che forse potrebbe essere un organo in evoluzione che faccia da collegamento tra i due emisferi del corpo e che un giorno potremo magari arrivare a determinarne il moto\ritmo specifico per ognuno, che segua gli aneliti universali piuttosto che le ansie e le paure quotidiane che turbano l’equilibrio naturale delle nostre vite??

        • holvi49 14 Agosto 2015 al 21:43 - Rispondi

          Il cuore sembra essere un’anomalia: pur essendo considerato un “muscolo” involontario, presenta le striature verticali, proprie dei muscoli volontari. Che si possa supporre una azione della volontà su di esso? Un caro saluto a tutti.

  42. Lucilio_ 14 Luglio 2015 al 18:09 - Rispondi

    Che gioia vedere pubblicato il frutto dei lavori accademiali della Sebezia!
    Grazie al Delegato Generale, il nostro Maestro M. A. Jah-Hel, per averci fatto sperimentare, tramite la ricerca, il metodo ermetico/scientifico, che ho trovato fondamentale e utilissimo incominciare a praticare, perché oltre ad accomunare fraternamente gli iscritti, ha fatto in modo di mettere alla prova se stessi e ı propri limiti personali. Aspetto con ansia gli altri quaderni delle accademie Miriamiche con la grande speranza che ci siano tantissime altre opportunita del genere e di maggiore scambio tra le accademie.
    Viva la fratellanza di Miriam!

    • garrulo1 19 Luglio 2015 al 19:14 - Rispondi

      Sono ansioso anch’io di avere tra le mani questo 1° Quaderno dell’Accademia Sebezia. Il giorno prescelto nel quale verrà consegnato anche ai Fr + e Sr + delle altre Accademie, dovrebbe coincidere con l’Agape del prossimo Plenilunio di Solleone. Verissimo quanto affermato da Lucilio circa il metodo ermetico seguito nella preparazione dei lavori, dei quali il nostro dell’Accademia Giuliana, non è ancora terminato: lo stimolo costante teso all’attivazione di tutti i componenti fa sistematicamente da sfondo all’intera durata di ogni Riunione; l’esigenza di ricerca e parimenti di oggettivazione in via gerarchica viene sistematicamente sollecitata, il lato majeutico/introspettivo circa l’interpretazione ermeneutica del Simbolo non viene mai trascurata, anche perché, come più volte detto in Accademia, quando l’Ermes circola, nessuno sa quale via sceglie per manifestarsi all’attenzione collettiva.
      Un caro saluto

  43. mercuriale2011 13 Luglio 2015 al 19:52 - Rispondi

    Ieri è stata una giornata davvero ricca di emozioni…. abbiamo finalmente potuto sfogliare e iniziare a leggere il quaderno n° 1 dell’Accademia Sebezia e poi, inaspettata, abbiamo ricevuto la sorpresa di poterci collegare con il Maestro M.A. Iah Hel e i Fratelli della Vergiliana via Skype!
    Il cuore è pieno di gioia nel vedere realizzato il frutto del lavoro collettivo di due anni di studi, guidati da continui e fondamentali in-put della Delegazione, che ci hanno dato la possibilità di riflettere e tentare di comprendere sempre meglio il percorso intrapreso.
    Ora non resta che leggerlo per cercare di digerire, metabolizzare e poi fissare i contenuti.
    Leggendo le parole del Delegato nella prefazione si evince che, oltre agli attesi quaderni sui timbri delle altre accademie, ci saranno altri quaderni di studi, dunque altre opportunità per tutti di attivarsi e crescere nella ricerca.
    Auguri a tutti i Fratelli
    Grazie e ancora grazie al Delegato per averci dato questa opportunità

  44. wiwa70 13 Luglio 2015 al 18:14 - Rispondi

    Ringrazio di cuore tutti i fratelli e sorelle per aver condiviso la gioia di un prezioso risultato che sarà per tutti da incentivo e con il determinante sostegno delle Gerarchie ci auguriamo di poter arrivare condurre in porto la nave!! Congratulazioni!!!

  45. Eris 13 Luglio 2015 al 08:47 - Rispondi

    mi unisco al coro di auguri è bello potersi congratulare con i FR e le SR dell’Accademia SEBEZIA per il lavoro svolto , che sia di buon Auspicio per le altre Accademia per una rapida presentazione anche dei loro Quaderni , direi che è una sensazione molto piacevole iniziare a vedere i frutti di tanto lavoro e tanta dedizione, ringrazio le Superiori Gerarchie che ci permettono di poter partecipare tale evento non solo agli iscritti , ancora un grazie alla Direzione , ed un Fraterno abbraccio a tutti i Fr e le Sr

  46. m_rosa 12 Luglio 2015 al 21:53 - Rispondi

    Anche io mi congratulo con le sorelle e i Fratelli dell’Accademia Sebezia per aver portato a termine il Quaderno, frutto concreto della Volontà delle Superiori Gerarchie e mi auguro che il loro lavoro sia da sprone per le altre Accademie affinchè presto vedano la luce tutti gli altri quaderni. Ringrazio inoltre la Direzione della Schola senza la quale nulla sarebbe possibile.

    • Corolla 12 Luglio 2015 al 23:37 - Rispondi

      C’è stato un festoso brindisi oggi a Napoli per salutare la pubblicazione del lavoro – fresco di stampa – realizzato dall’Accademia Sebezia. Il colore giallo Napoli della copertina esprime l’energia e l’entusiasmo che hanno sostenuto il lavoro collettivo accademiale. Per lo studio del timbro e del suo simbolismo la Sebezia ha ricevuto indicazioni preziose, input e linee guida finalizzate a esplorare aree di grande interesse simbolico, alchemico, mitologico, storico, scientifico… Con il Patrocinio dalla Delegazione Generale, è stato applicato il metodo ermetico che dovrà essere sempre più perfezionato. Ovviamente i contenuti della ricerca dovranno essere ulteriormente metabolizzati, a più livelli. Guidati dalla SPHCI percepiamo orizzonti sempre più ampi sviluppando strumenti evolutivi sempre più adeguati. Nell’attesa dei Quaderni Miriamici delle altre Accademie nostre sorelle, AUGURI a tutta la SPHCI.

  47. fulva11 11 Luglio 2015 al 21:31 - Rispondi

    Auguri al primo Frutto dei lavori accademiali e abbracci gioiosi alle Sorelle e ai Fratelli della Sebezia, tramiti “pionieri” degli sforzi congiunti delle Accademie tutte! L’evento sarà di ulteriore entusiasmo e nutrimento per gli altri lavori in dirittura d’arrivo, secondo la nostra tabella hermetica di marcia. Grazie soprattutto alla Delegazione Generale che ci ha dato l’opportunità di sperimentare in questa ricerca sui Timbri rituali, lo Spirito di Fratellanza e cooperazione nella finalità di Bene della Miriam.

  48. holvi49 10 Luglio 2015 al 20:56 - Rispondi

    Il lavoro di tanti mesi è tutto racchiuso qui, in questo Quaderno, il primo ad aver visto la luce dopo aver attraversato l’utero della elaborazione delle idee, guidate e indirizzate con Sapienza e Scienza fino alla sua realizzazione. Grazie alla Delegazione Generale e Auguri alle Accademie sorelle per il lavoro che presto contribuirà ad arricchire questa magnifica opportunità.

    • guglielmo tell 11 Luglio 2015 al 00:09 - Rispondi

      che bella notizia!congratulazioni!

  49. alchemilla 10 Luglio 2015 al 19:26 - Rispondi

    Si e vero, è proprio Bello vedere il lavoro che si concretizza e il fatto che; grazie alla Delegazione; sia fruibile a tutti mi fa sentire sempre più la Forza concreta della fratellanza nella solidarietà verso chi è alla ricerca della Verità e del Bene

  50. ippogrifo11 10 Luglio 2015 al 18:54 - Rispondi

    Un grazie di cuore per questo atteso 1° Quaderno. E’ bello e gioioso vedere il lavoro delle Sorelle e dei Fratelli dell’Accademia Sebezia che si concretizza e si fissa nella materia, diventando così fruibile per la Schola tutta.

  51. tanaquilla9 10 Luglio 2015 al 16:38 - Rispondi

    Auguri di cuore al “primo nato” delle Accademie miramiche. Con l’augurio che possa essere utile e far del bene a tanti così come l’ha fatto a chi vi ha concorso. Grazie alla Delegazione Generale della Schola per questa grande opportunità e per le future che seguiranno.

    • gelsomino 10 Luglio 2015 al 17:40 - Rispondi

      E’ bello veder concretizzarsi in qualcosa di tangibile e reale un lungo lavoro ! Quel che ha prodotto in ognuno che vi ha partecipato è in parte personale e in parte condivisibile ,così come è il percorso nella Schola, che è individuale ,ma nell’ambito di una Fratellanza nella condivisione dell’ I-Dea.
      L’augurio è che produca anche all’esterno altrettanto Bene !

  52. laura 26 Marzo 2015 al 19:24 - Rispondi

    Fantastico poter leggere dal tablet, anche mentre sono in giro, alcune delle tante interessanti pagine del volume (che, peraltro, ho già comprato e tengo a casa). Oggi è stato un modo davvero piacevole di trascorrere il tempo in una sala d’attesa tanto che – quando è giunto il mio turno – per la prima volta ho provato disappunto e non gioia nel constatare che la coda davanti a me era finita…!!!
    Questa Direzione è davvero sempre avanti …: in tutto.

    https://books.google.it/books?id=z3VrBwAAQBAJ&pg=PA100&dq=la+pietra+angolare+miriamica&hl=it&sa=X&ei=ykwUVZ68AsfxUpiwg5AF&ved=0CCEQ6AEwAA#v=onepage&q=la%20pietra%20angolare%20miriamica&f=false

  53. lina 21 Giugno 2014 al 20:57 - Rispondi

    “…festeggiare in LAETITIA…“ è così difficile in questo periodo di dolori al femminile che accolgo con amore questo invito alla letizia e queste belle parole espresse in ricordo di Letizia “ABBA” Abbaticola “…come colei che, in “laetitia” e in tempi insospetti, ha spianato la strada evolutiva nella Fratellanza miriamica a tutte quelle donne autonome, creative, innovative e soprattutto libere da vincoli e dipendenze dal sistema maschile e dai suoi esponenti, anche in ambito iniziatico…”.
    Parole così di augurio per noi donne miriamiche tese ad affrancarsi. L’aiuto della pratica miriamica è grande e ancor più grande è la testimonianza partecipata a noi donne da una Donna, M.A.Iah-Hel. Caro Maestro le tue parole sono un faro di Luce.
    Un abbraccio solidale a tutte le DONNE sorelle e non.

  54. sannitica2011 15 Giugno 2014 al 19:57 - Rispondi

    Ho letto con grande interesse e partecipazione il post sulla dott.ssa Laetitia Abbaticòla.
    Pur non avendola conosciuta mi unisco al Grazie di AMP. Davvero una donna pioniera, in quei tempi in cui – come è riferito – sembrava grottesco persino dare dell’avvocato a una donna. Ricordo di aver letto su La Fenice il suo,scrtto su Programma, organizzazione e scopo della Fratellanza di Miryam e di aver letteralmente assaporato la sua gioiosa testimonianza di miriamica.

    • m_rosa 16 Giugno 2014 al 16:47 - Rispondi

      Anche io come sannitica mi unisco ad AMP nell’esprimere un pensiero di gratitudine a Laetitia Abbaticòla, una donna che ha contribuito a quel processo di valorizzazione del femminile, sia in campo iniziatico che profano, ancora oggi lontano dall’essere concluso.

  55. Fleurdelys 31 Dicembre 2013 al 10:23 - Rispondi

    E’ ospitata a Bari c/o la Sala Murat in Piazza Ferrarese fino al 6 gennaio la mostra esperienziale di Franco Mussida, musicista e artista poliedrico, fondatore del gruppo pop PFM (Premiata Fonderia Marconi),“Cambiare di stato – il mistero che trasforma la musica in sentimenti”, una mostra esperienziale sul tema dei misteri che governano il mondo vibrante e che congiungono l’elemento sonoro musicale al nostro complesso sistema di emozioni e sentimenti.
    Dopo un lavoro di oltre trent’anni di ricerca svolto anche in luoghi di particolare disagio sociale come carceri e comunità, Franco Mussida propone alla città di Bari, attraverso questo grande evento, un viaggio tra i poteri dell’intervallo musicale affrontando in modo artistico-scientifico uno dei problemi più scottanti e misteriosi che uniscono le figure degli ascoltatori e dei musicisti; il cambiare di stato emotivo attraverso il semplice ascolto di due comunissimi suoni musicali. Dice l’Autore: “la mostra intende ribadire l’aspetto sacrale della musica e della comunicazione sonora restituendola alla sua primitiva accezione, lavoro per sciamani che niente ha a che vedere con l’intrattenimento e l’esibizione”.
    Delle quattro opere esposte, interagenti tra loro, la più importante, è costituita da “17 Stazioni di ascolto con vista sulla Musica”, sculture disposte tutte attorno allo spazio espositivo che stimolate dall’avvicinarsi del visitatore emettono, attraverso un sistema tecnologicamente complesso, due suoni che riproducono un preciso intervallo musicale, che consente di sperimentare l’emozione suscitata dall’accordo stesso. Su ciascuna scultura è incisa una simbologia che rimanda al potere evocativo di ogni singolo “intervallo musicale”.
    L’intervallo di prima evoca un sentimento di saggezza, quello di seconda minore un sentimento di paura, di seconda maggiore uno stato di inquietudine, di terza minore di melanconia e così via.
    La seconda opera consiste in un modello di “Teatro Balera n. 2” posto al centro dello spazio espositivo che rappresenta visivamente il misterioso compiersi dell’incanto che consente a musicisti e ascoltatori, rappresentati da tanti diapason, strumenti rice-trasmittenti di vibrazione, di sentirsi parte di un medesimo piano emozionale ultrainvisibile.
    La terza opera è la composizione musicale dal titolo “Rintocchi”, un susseguirsi di rintocchi, appunto, costituito dalle sonorità ricavate dalle sculture ceramiche. Il salone sarà quindi pervaso da suoni che si manifestano ogni 25 secondi e che ripercorrono in sequenza tutti i gradi della scala cromatica. La composizione ha la durata ad anello di 33 minuti.
    L’ultima opera è una scultura che cala dall’alto a simboleggiare lo spirito e le virtù che accompagnano la particolare ricorrenza della Festa di San Nicola. Essa verrà sospesa nello spazio, il suo titolo “Aura dei Santi a Nove Virtù” è stato ispirato proprio da una famosa icona di San Nicola sulla cui aureola sono presenti nove simboli di forza.
    Scopo dell’evento è quello di permettere ai visitatori di sperimentare in prima persona “i misteri del mondo vibrante”, la suggestione degli intervalli musicali e della visione dei simboli ad essi correlati incisi sulle sculture e di ribadire la sacralità dell’uso del suono e della comunicazione sonora, che “niente ha a che vedere con l’intrattenimento e l’esibizione… un concetto in questi anni molto diffuso che relega la Musica, specie quella popolare, ad una condizione di mero elemento decorativo”.

  56. Fleurdelys 22 Dicembre 2013 al 12:24 - Rispondi

    Desidero informare i lettori del sito che il 28 e il 29 dicembre prossimi si svolgerà a Bari alle ore 20 c/o la Cittadella Mediterranea della Scienza (Via Accolti Gil 2 (Zona Industriale) Silence – Festival internazionale di musica acusmatica. L’aggettivo “acusmatico” ha immediatamente attirato la mia curiosità per la familiarità che la parola ha con la filosofia pitagorica e così ho fatto qualche ricerca.
    Il termine è stato scelto nel 1948 dallo studioso Pierre Schaeffer, ispirandosi agli acusmatici, i silenziosi auditori della scuola pitagorica che, dietro un velo , ascoltavano la parola del divino filosofo. Come gli acusmatici pitagorici, i moderni spettatori ascoltano musica proveniente da altoparlanti, prodotta da strumenti veri e propri o improvvisati, i cui suoni o rumori vengono registrati su un supporto (disco, magnetofono, computer) e elaborati secondo l’ispirazione e la sensibilità del musicista.
    Il compositore classifica le registrazioni accumulate, e opera su di esse delle scelte, una ripartizione, dei tagli, e quindi molteplici trasformazioni in uno studio equipaggiato con numerosi apparecchi prodotti dall’evoluzione tecnologica degli ultimi decenni: montaggio, inversione, anello, trasposizione, campionamento, compressione, gel (freeze),riverberazione, eco, ritardo, filtraggio, missaggio, accumulazione.
    È l’aspetto sperimentale di tale procedimento (il famoso “procedimento concreto” in cui la composizione si fonda sull’ascolto diretto del risultato da parte del musicista, in un costante andare e tornare dal fare all’ascoltare, a partire da suoni creati o acquisiti e trasformati) connesso a una manipolazione dei suoni “bruti”, già “trovati”, che spinge Pierre Schaeffer nel 1948 a coniare il termine di musica concreta. La fruizione dell’”oggetto musicale” è esclusivamente sonora e rende partecipe il pubblico dell’opera creativa nel suo divenire.
    E’ molto interessante come questa branca della musica contemporanea tragga ispirazione nella metodica dalla cultura pitagorica e ne riproponga in chiave rinnovata grazie alle moderne tecnologie l’aspetto sperimentale e creativo.

    • wiwa70 23 Dicembre 2013 al 14:59 - Rispondi

      Molto interessante! Dinnanzi a queste sperimentazioni, nascono molte domande, anche da parte d chi non è un addetto ai lavori: per esempio, tempo fa ho sentito dire che esiste una nota universale e planetaria, il SOL ,con cui ogni essere vivente sarebbe sintonizzato e l ‘allontanamento da essa dell’uomo lo ha portato nei tempi nostri a perdere equilibrio e quindi alla malattia! Se fosse vero quindi ritornando alle interessanti sperimentazioni fatte, il Sol (nota primigenia)potrebbe definirsi un “suono creato, acquisito o trasformato”? La tecnologia la potrebbe utilizzare in senso creativo\ terapeutico?
      I pitagorici ne erano al corrente e con quale numero (o cifra) l’avrebbero identificata? Grazie e un saluto caro a tutti

  57. mara329 29 Maggio 2013 al 08:32 - Rispondi

    Finalmente! A pieni voti la Camera approva la Convenzione del Consiglio d’Europa su “prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”, ora tocca al Senato l’approvazione definitiva. L’Italia è la 5° nazione (dopo Montenegro, Albania, Turchia e Portogallo) a ratificare la convenzione, ma perché questa diventi operativa dovranno essere almeno 10 gli Stati a sottoscriverla di cui almeno 8 del Consiglio d’Europa.
    Da repubblica del 28 maggio 2013: ”La Convenzione prevede il contrasto ad ogni forma di violenza, fisica e psicologica sulle donne, dallo stupro allo stalking, dai matrimoni forzati alle mutilazioni genitali e l’impegno a tutti i livelli sulla prevenzione, eliminando ogni forma di discriminazione e promuovendo “la concreta parità tra i sessi, rafforzando l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne”…“In premessa si sottolinea che “il raggiungimento dell’uguaglianza di genere de jure e de facto è un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donne” e che “la violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione”. Ancora in premessa viene riconosciuta “la natura strutturale della violenza contro le donne, in quanto basata sul genere”, e che “la violenza contro le donne è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”.

    • sannitica2011 11 Ottobre 2013 al 21:05 - Rispondi

      Ed è arrivata oggi anche l’approvazione del Senato! Il decreto su violenza di genere e sicurezza, quello che contiene le misure contro il femminicidio è diventato legge in Italia. Norme più severe anche contro gli stolker che potranno essere intercettati e sottoposti all’uso del braccialetto elettronico. Alle donne vittime di violenze e abusi è data la possibilità di avvalersi del gratuito patrocinio dello Stato. La querela contro le intimidazioni diviene irrevocabile. E molto altro. Io spero con tutta me stessa che questa legge divenga un deterrente contro tante violenze che le donne subiscono, le gravissime e le meno gravi. Ma tutte in nome di un mondo al maschile violento e minaccioso che deve solo sparire.

  58. sannitica2011 4 Marzo 2013 al 21:14 - Rispondi

    Le comete trasferiscono anime da un pianeta all’altro? Nel 2013 ne vedremo ben quattro! Speriamo che ci portino anime evolute. Ce ne è un gran bisogno!

    • ippogrifo11 4 Marzo 2013 al 23:38 - Rispondi

      Inversamente, speriamo invece che non si portino via dal nostro pianeta quelle poche che ci sono!

      • sannitica2011 5 Marzo 2013 al 11:25 - Rispondi

        Ah, ah, ah, (sarebbe una bella risata!). Quello ci mancherebbe! Però ricordo che di aver letto sull’Opera Omna che tutto è in “questo bellissimo e simpatico pianeta che, se sorride, ti manda un terremoto, e se piange una nevicata orrenda”.

  59. mara329 16 Febbraio 2013 al 19:13 - Rispondi

    Leggevo oggi sul Corriere della Sera che esiste una bacca – il maqui – (si trova nelle isole dell’arcipelago Juan Fernandez, o in Patagonia, nel sud del Cile) che secondo le ricerche scientifiche rallenta il processo di invecchiamento. Sembra infatti che a dosi elevate attivi l’enzima della vita. Le sue proprietà sono descritte nell’ultimo libro del 2013 di Barry Sears, presidente dell’Inflammation Research Foundation di Boston. Qualcuno dei medici della S.P.H.C.I. ne sa qualcosa?

  60. aronte 11 Febbraio 2013 al 20:22 - Rispondi

    Volevo segnalare agli amici del sito la scoperta presentata da parte dei ricercatori dll’università della California di Berkeley : sono state fatte ringiovanire le cellule staminali del sangue di un topo anziano immettendo un gene della longevità. Grazie all’intervento le cellule hanno recuperato in pieno la capacita di rigenerare come se appartenessero ad un organismo giovane .Riporto parte dell’articolo ”In questo modo è stato dimostrato che è possibile rendere reversibile il declino della funzione delle cellule staminali dovuto all’età. ”Sapevamo già – osserva Chen – che le sirtuine regolano l’invecchiamento, ma il nostro studio è in realtà il primo a dimostrare come queste proteine siano in grado di invertire l’invecchiamento associato alla degenerazione”. .
    Leggendo questo articolo mi e venuto naturale, pensare alle parole dette innumerevoli volte dalle nostre Gerarchie riguardante l’energia sanatrice emanata dal centro in grado di innescare il principio di auto guarigione. Mi sembra interessante notare che i ricercatori ammettono che se opportunamente stimolate le cellule sono in grado di invertire il processo degenerativo.

    • GELSOMINO 12 Febbraio 2013 al 15:43 - Rispondi

      SICURAMENTE INTERESSANTE LO STUDIO DEI RICERCATORI AMERICANI , MA NON PENSO CHE SIA IN SINTONIA CON LE LEGGI DI NATURA LA RICERCA DELL’ETERNA GOIVINEZZA, NE’ CHE QUESTA POSSA ESSERE ASSIMILATA ALLO STATO DI BUONA SALUTE ( QUANTI GIOVANI SONO MALATI ). D’ALTRONDE SE CI GUARDIAMO INTORNO ,OSSERVIAMO CHE OGNI FORMA DI VITA HA UN SUO CICLO E NULLA SI PRESENTA ETERNAMENTE GIOVANE , MA TUTTO SI RINNOVA PASSANDO ATTRAVERSO LA MORTE.

      • giglio 12 Febbraio 2013 al 21:30 - Rispondi

        la morte è naturale… ma una parte non muore perché transita di vita in vita…ce la si porta con se … contiene il segreto dell’eternità… il dna della vita eterna infinita… la cellula totipotente si è rivelata alla scienza nel 1950 premiata Nobel nel 2012… una cellula ritorna bambina e capace di tutto… ti ridà ogni parte che manca …gratis e senza rubare parti di altri …
        … per amore

    • fulva11 12 Febbraio 2013 al 19:12 - Rispondi

      Grazie aronte della notizia. Speriamo che le varie scoperte scientifiche, che sono tante e continue trovino la strada facilitata per beneficare più gente possibile.
      L’idea pratica di auto guarirsi è la possibilità più grande per l’essere umano. L’ermetismo si poggia su questo.
      Ma è sempre così o è una possibilità?
      Nei Dialoghi sull’Ermetismo pubblicati qui sul sito a un certo punto Kremmerz dice “se fosse vero che l’uomo é com’è, e che non esistono dii e semidii invisibili e intangibili? e che dall’organismo dell’uomo vivente, si sprigionano forze, irradiazioni e vapori che agiscono incoscientemente sull’ambito della sua attività e spesso sono in contraddizione attiva con la finalità definita dello scopo a cui mira…” Non mi permetto di commentare il Maestro, ma, riflettendo, quest’ultima frase sembra aprire il campo all’esigenza di una trafila appunto, che renda coerente l’azione più o meno consapevole nostra all’attività cosciente del nostro principio vitale. In tal senso ogni sforzo tende al nosce te ipsum, il conoscersi, iniziando dalle funzioni fisiche naturali, depurate e purificate pian piano dai vizi acquisiti. Il processo iniziatico d’ integrazione col principio vitale è il grande dono della Catena Iniziatica che agganciandoti, in qualità d’ iscritto o ammalato richiedente l’aiuto terapeutico, ti integra automaticamente alla bisogna, per consentire evoluzione e guarigione.
      Tuttavia, esattamente come mistificando la diagnosi del male, non scatta la cura giusta, così senza sincerità d’intenti non scatta l’aiuto ermetico adeguato.

  61. m_rosa 18 Dicembre 2012 al 21:01 - Rispondi

    Vorrei segnalare, agli amici del sito, una mostra attualmente presente alla Pinacoteca di Brera di Milano che, dalla recensione apparsa sul “Sole 24 ore” domenica scorsa, sembrerebbe molto interessante. Si tratta dell’esposizione dei tarocchi provenienti dalla famiglia Sola Busca ed ora appartenenti allo Stato Italiano. L’insieme comprende 78 carte, è il mazzo più completo di quelli di età rinascimentale ed inoltre è miniato. Le carte, almeno l’ideazione ed una prima stesura, si fanno risalire al pittore fiorentino di nascita e marchigiano d’elezione, Nicola di maestro Antonio della fine del 400. Vi trascrivo la frase dell’articolo in questione che ha sollecitato il mio interesse “è immediato cogliere il divario che intercorre tra l’opera sacra e la misteriosa torma ermetico-alchemica che abita il mazzo”. Se qualcuno ha modo di visitarla ci faccia sapere.

    • admin 18 Dicembre 2012 al 22:44 - Rispondi

      Si coglie l’occasione del commento di m_rosa per segnalare che nella pagina relativa al volume “Oracoli” è riportata integralmente l’opera del Kremmerz “I tarocchi dal punto di vista filosofico: Il Matto, Gli Amanti, La Morte”.
      Di seguito la link:

      https://www.kremmerz.it/s-p-h-c-i/pubblicazioni/oracoli-misteri-e-arti-divinatorie-tra-oriente-e-occidente/

      Buona lettura.

      • mara329 8 Febbraio 2013 al 15:09 - Rispondi

        Grazie per la segnalazione. Sto rileggendo perchè è un’opera pregna di contenuti profondissimi. Sembra di trovarvi la chiave di tutta la storia dell’umanità dalla più remota a quella di oggi, su cui s’impone l’idea evolutiva, ma fuori ogni schema, rivoluzionaria, vera, libera, esplodente, universale, restia ad ogni confine. Bellissimo!

  62. ulisse 8 Dicembre 2012 al 16:08 - Rispondi

    Buongiorno. Sono un umanista, convinto che il sapere tradizionale accolga sia le radici sia i germi per i futuri sviluppi. In tal senso sono un sincero ammiratore della figura di Giuliano Kremmerz. Vi seguo da un po’ e mi complimento per il nuovo sito che offre una possibilità di dialogo ulteriore. Ma, senza indugi, se mi è consentito, chiedendo venia sin da ora per la prolissità che mi contraddistingue, voglio inserirmi in questa interessante interpretazione del “Femminile”. Devo ammettere che, a parte gli studi ormai datati di Uberto Pestalozza, di Erich Neumann, questi ultimi più rivolti alla sfera psicologica, e la pubblicazione delle indagini archeologiche della Jimbutas, la concezione del Femminile kremmerziana, pragmatizzata oltretutto in un articolo dello Statuto della Vs. Schola, (che avete gentilmente pubblicato sul sito) è non solo sorprendentemente all’avanguardia ma la più integra e completa io abbia mai trovato. In particolare mi soffermo sull’art. 57, ove fra l’altro è citata la “bellezza nella forma”. In un intervista Stefano Zecchi, professore ordinario di Filosofia Estetica, afferma che la Bellezza (come la Verità e il Bene) è una forza progettuale, utopica, non regressiva, non nichilista. Essa ci fa interrogare sul significato e sulla funzione delle cose. L’identificazione di ciò che è bello è sempre frutto di lavorio, di studio, di impegno e l’educazione estetica è educazione del gusto, pertanto, mi sia consentito aggiungere, dei sensi che necessita di un percorso specifico. La Bellezza non ha soggettività, non è ciò che piace, è conoscenza. Ma, a mio modesto avviso, conoscenza non teorica, arida, intellettuale, bensì vissuta in tutta l’ampiezza del proprio organismo. E’ partecipativa, immediata, sintetica, trasmissibile, adattabile, tendente all’affratellamento nella tensione migliorativa. Oggi, purtroppo, si cercano scorciatoie, si massifica e si snatura, anche la bellezza è strumentalizzata per scopi mediocri e…forse, si dovrebbe concludere che oggi non si concepisce più il bello. Grato se vorrete prendere in considerazione le mie semplici idee, mi farete cosa davvero gradita nel commentarle.

    • fulva11 10 Dicembre 2012 al 21:50 - Rispondi

      Bello il tuo post, ulisse, traspare ricerca dialogica sincera fra maschile e femminile.
      Spero di non sbagliarmi in questi tempi così separatori fra i generi!
      Ora, nel tuo definirti umanista è delineata la consecutio della mia riflessione.
      Quale fu, diciamo così, l’epilogo di quel grande processo creativo di rinnovamento iniziato o meglio manifestatosi con l’Umanesimo e culminato nel Rinascimento?
      Fu il Manierismo, trionfo e sintesi dell’artificio di una bellezza che, lungi dall’essere espressione della natura, diventò costruita artificialmente a immagine e somiglianza delle voglie personalistiche e delle forzature secondo la moda e gli interessi sociali di potere. L’artista, divenuto mediatore e servo del potere stesso, smise di essere sintonizzato all’energia vitale creativa e finì col rimestare nei ricordi dello splendore del tempo che fu: dal mondo delle idee, al mondo della copia! Dalle stelle alle…stalle! Sia pur valutate assai.
      E fu proprio in quella decadenza che prese corpo l’oltraggio della caccia alle streghe, cioè alla donna, leggittimatosi nella Santa Inquisizione!
      E oggi, se troviamo somiglianze, credo che si possano aprire due scenari possibili:
      subiamo i corsi e ricorsi storici?
      Oppure, attivi e propositivi, che “qui siamo sempre gli stessi e raccogliamo, soffrendo e godendo, quello che abbiamo seminato e seminiamo” (dalla Prag. Fond. Art.33) e quindi come tu dici, se “l’educazione estetica è educazione del gusto, pertanto, mi sia consentito aggiungere, dei sensi che necessita di un percorso specifico”, aggiungo serio soggettivo e oggettivato nei risultati SOLO da CHI lo può fare, ci rimbocchiamo le maniche e rimettiamo le cose a posto una volta per tutte?

    • diogenonn 10 Dicembre 2012 al 23:03 - Rispondi

      “E’ questa una società in cui l’assoluto non è concepito né nell’espressione artistica del Bello, né nell’immagine del Vero nell’enigma delle prime cause …” Con queste parole il Maestro Kremmerz stigmatizzava i tempi odierni in cui la tensione verso il “bello” sembrava già allora non aver più diritto di cittadinanza nella mente e nel cuore della società civile. Attualmente, ad un secolo da quelle parole profetiche, il cattivo gusto rischia di divenire una condizione dell’animo ed il nostro territorio urbano e non, ne è un esempio tragico e lampante la dove costringe i residenti a cambiamenti di vita tali da creare sofferenza e profondo disagio. Una sofferenza che la bellezza divenendo terapia e medicina è in grado di curare, come oggi affermano le menti più illuminate. Una sofferenza, riprendendo il pensiero di Ercoli, che solo l’estetica può curare divenendo così etica. “È questo il rapporto fra morale, impegno civico e bello. … Educare alla bellezza è un compito della società e della scuola”. Tuttavia nelle nobili intenzioni di Ercoli mi permetto di scorgere i prodromi di quanto rischioso sia un percorso animato da un’esclusiva e tanto più soggettiva presa di coscienza. Nella Fratellanza il processo di continua incessante oggettivazione è la miglior garanzia verso la vera etica ed estetica frutto di un processo di purificazione ed integrazione del nostro mono mentale e corporale liberandolo via via dalle pulsioni egoiche e personalistiche.
      Hai parlato, ulisse, di tensione verso la bellezza tendente all’affratellamento. Mi sento di condividere totalmente quanto affermi, e per ricordare quanto impellente fosse già nell’Ottocento questo bisogno, concludo (quasi un’iperbole) con le parole di Dostoevskij: “Sappiate che l’umanità può fare a meno degli Inglesi, che può fare a meno della Germania, che niente è più facile per lei che fare a meno dei Russi, che per vivere non ha bisogno né di scienza né di pane, ma che soltanto la bellezza le è indispensabile, perché senza bellezza non ci sarà più niente da fare in questo mondo! Qui è tutto il segreto, tutta la storia è qui!”.
      Voglio solo aggiungere che la tensione verso la percezione “della bellezza nella forma e della delicatezza nell’essenza muliebre”, concreto appannaggio del Femminile, è un’invocazione costante verso la Miriam vera ed unica salus infirmorum …
      Veramente grazie ulisse per le domande che hai posto, alle quali certo non ho dato che una piccola risposta, ma il tema è così interessante che ci ritroveremo a parlarne. Ed un benvenuto tra noi.

      • lupetta2020 11 Dicembre 2012 al 23:42 - Rispondi

        Scusate se insisto su questo tasto iniziato sul blog.
        Purtroppo la tensione verso il femminile genera anche la voglia di distruggerlo.
        C’è la soppressione del corpo della donna, la volontà di eliminare forma e sostanza a prescindere.
        Il femminicidio in atto richiede infatti interventi legislativi urgenti.
        Speriamo finalmente efficaci!

        • sannitica2011 12 Dicembre 2012 al 15:50 - Rispondi

          Speriamo in questi necessari provvedimenti. Ma, non essendo legislatori, possiamo concorrere alla eliminazione di questa brutale e assassina maniera di comportasi maschile, diffondendo intorno a noi i valori del rispetto e della dignità femminile. L’antropologa messicana Marcela Lagarde, teorica del femminicidio, sostiene che : “La cultura in mille modi rafforza la concezione per cui la violenza maschile sulle donne è un qualcosa di naturale, attraverso una proiezione permanente di immagini, dossier, spiegazioni che legittimano la violenza, siamo davanti a una violenza illegale ma legittima, questo è uno dei punti chiave del femminicidio”. Ecco che si rende necessario cambiare i parametri culturali e comportamentali della società, nella quale pur essendovi state conquiste civili per le donne, non vi sono stati altrettanti cambiamenti da parte dell’uomo nel considerare la donna. Non si accetta ancora la donna non più oggetto di possesso, e dotata di autonomia e libertà. Bisognerebbe che la società prevenisse questi efferati crimini, ma che decidesse anche e soprattutto di modificare la propria cultura. E’ un enorme lavoro.

          • lina 13 Dicembre 2012 al 09:13

            Soprattutto terapeutico!
            Questa finalità terapeutica “pro salute polpuli” scelta da Kremmerz fa molto bene da garante alla giustizia e al rispetto dei meccanismi vitali. Se vai contro a ciò che è giusto, ti autoespelli dalla catena vitale come un corpo estraneo e ti squilibri sempre di più. Certo che è un enorme lavoro, anche con le migliori intenzioni! ma l’importante sarebbe iniziare. Ad esempio, tornando all’argomento femminicidio, iniziando a non coprire più omertosamente certi atteggiamenti sottilmente e subliminalmente sbagliati, dei nostri figli, mariti, compagni, padri fratelli eccetera eccetera.. E questa, ammettiamolo che è cosa davvero dura da fare!

          • sannitica2011 13 Dicembre 2012 al 15:46

            I tempi evolutivi del genere umano sono lunghissimi. Anche quando c’è una nuova scoperta o si trova scientificamente la ragione profonda che determina il mutamento di un modello culturale, la mentalità comune rimane quella di prima e per modificarsi ci vuole tempo…. E’ inerzia delle masse che si oppone alla trasformazione. Oggi, in più, un’oscura tendenza serpeggia per sgretolare quanto vi è di certo e di buono, rendendo falso il vero e il buono.
            Se le donne arrivassero a non tollerare più neanche la più piccola prevaricazione dal mondo maschile, (e sarebbe un bene) ciò nonostante non basterebbe. A mio parere, oltre alla sacrosanta reazione è necessaria una diversa educazione per costruire insieme. “Quando saremo più progrediti e la società umana sarà liberata dai vincoli delle idee ereditate dalle ore selvagge, l’uomo e la donna non si calunnieranno più a vicenda, non si tormenteranno come nemici, non avveleneranno il loro cuore per il possesso e la gioia di vivere con la ignoranza dei valori liberi della loro coscienza” scrive il Maestro Kremmerz nei Dialoghi (IV dialogo). Certo questo brano non prevedeva il femminicidio, ove però si tratta di assassini e delinquenti. In alcune interviste ho sentito dire che molte di queste donne assassinate avevano, in precedenza e costantemente, perdonato i loro compagni sostenendo che in fondo questi le amavano…allora è l’idea dell’amore che deve cambiare…amore, non possesso. O, l’uomo è “l’unto e bisunto dall’olio di Dio e la donna è l’oggetto passivo di tutti i tempi” (Dacia Maraini)…allora è la religione che deve cambiare…dio androgino – legge dell’universo; la società patriarcale rivendica il possesso su mogli e figli…allora è questa che deve sparire. Ma invece sparisce la bellezza naturale e si impoverisce la qualità della vita! Il consumismo deriva dal mondo patriarcale le cui professioni, oggi, invece di dare servizi, legiferano su quali siano le necessità umane; parte della medicina è al servizio delle industrie farmaceutiche, generando nuove forme di infermità. Anche ciò va sostituito…e l’elenco può diventare infinito.
            Ma è
            la coscienza a dover mutare, e a ciò è deputata la S.P.H.C.I., quale Organismo Iniziatico. Io mi auguro che i giovani trovino il tempo e la necessità di riflettere e comprendere che il loro inserimento in una società più sana e giusta, ove il femminile sarà rispettato come conviene, non dipende solo dalla laurea, da quanto guadagneranno, dalla fama o dalla compagna/o ideale, ma anche dal lavorio di purificazione della coscienza che potranno fare su se stessi, per servire consapevolmente la Vita.

      • m_rosa 12 Dicembre 2012 al 19:58 - Rispondi

        A proposito del discorso sull’arte che si sta sviluppando in questo periodo sul nostro sito, mi è capitato di leggere, ultimamente, delle notizie interessanti di un esperimento di neuro estetica che sintetizzo per gli amici utenti.
        La neuro estetica è quella scienza che si interessa allo studio del meccanismo specchio in relazione all’arte partendo dall’assunto che la rappresentazione artistica comunica all’osservatore azione e movimento, sia nell’immagine sia nello stesso gesto creativo.
        “La complessità della relazione che si instaura tra un’opera d’arte e il suo osservatore va ben al di là del cervello di catturare elementi percettivi essenziali dell’oggetto osservato” afferma la neuro scienziata Alessandra Umiltà che ha condotto in collaborazione con altri ricercatori e storici dell’arte, l’interessante esperimento svoltosi presso il Dipartimento di neuroscienze dell’Università di Parma.
        L’esperimento consisteva nel sottoporre alcuni volontari ad elettroencefalogafia mentre osservavano alcune opere dell’artista Lucio Fontana, i famosi “tagli su tela”, inframmezzate da riproduzioni grafiche delle medesime opere. L’esperimento ha dimostrato che in tutti i partecipanti si verificava un’attivazione corticale di programmi motori alla presentazione dell’originale ma non di fronte alle riproduzioni grafiche. Questo dimostra, secondo i ricercatori, che grazie ai neuroni specchio, quando vi è un segno sulla tela, che è frutto di un atto creativo, esso viene “simulato” dall’osservatore mediante un’attivazione motoria. La corteccia motoria ravvisa, nel segno astratto impresso sulla tela, la potenzialità del gesto che l’ha creato, anche in assenza del movimento. In tal modo è stata confermata la teoria di uno dei ricercatori secondo cui “il coinvolgimento del meccanismo specchio nella contemplazione delle opere d’arte visuale è un importante ingrediente del sentimento di empatia che si prova di fronte ad esse”.
        E questo mi riporta al pensiero del nostro amato Maestro Kremmerz, quando diceva che tutto è materia e che ricercare le cause concrete, scientifiche in tutto ciò che accade è la via maestra per raggiungere la consapevolezza, mi affascina inoltre l’assenza di ogni misticismo e spiritualismo nell’esperienza estetica, il sentimento c’è ma il sentimento è qualcosa di estremamente concreto che ha come fine ultimo, a ben guardare, quello di metterci in contatto, in simpatia ed empatia con la Natura Creativa.

        • pico 15 Dicembre 2012 al 18:50 - Rispondi

          I meccanismi fisici naturali sono la chiave di volta su cui il Kremmerz poggia la Scienza Sacra. Questo è grande aggancio all’indagine del reale.
          Questo mi ha attratto quando all’inizio dello studio dei Dialoghi dell’Aureo Maestro, “empaticamente” avrei voluto essere come il discepolo scettico e pratico.
          Premessa doverosa per presentarmi.
          E’ totalmente affascinante declinare la scienza all’etica ermetica.
          Interessante sarebbe approfondire con qualcuno ferrato in materia, l’apporto dei neuroni specchio ai meccanismi di condivisione esperienziale. Ho capito bene che copie, cloni, falsità, mistificazioni non inducono reazioni di crescita, mentre al contrario, rapportarsi a una rappresentazione artistica autenticamente creativa (ci sarebbe da capire quando è creativa) si, le inducono?
          Quando l’esperienza vitale di un singolo essere vale per tutta la collettività che recepisce e com-prende è zero emulazione e doppio zero voglia di competitività.

    • ippogrifo11 11 Dicembre 2012 al 18:06 - Rispondi

      Condivido appieno le riflessioni di Ulisse. La visione del Femminile – e della Donna – in Giuliano Kremmerz è indubbiamente proiettata oltre la dimensione del tempo. Se consideriamo che tale concezione, “pragmatizzata oltretutto in un articolo dello statuto della Schola”, come rileva il cortese estimatore del nostro Maestro, viene proposta nel primo decennio del Novecento, non si può fare a meno di registrare la grandezza delle idee scaturite dalla fonte alla quale attingeva l’Intelligenza Ermetica di J.M. Kremm-Erz . Vale forse la pena far notare che nel periodo in cui veniva redatta la Pragmatica Fondamentale il ruolo sociale della donna era ancora agganciato ai pregiudizi, concettuali e strumentali, alimentati dalla cultura dominante espressa da un potere maschile pervicace e prevaricante. Basti pensare che il diritto di voto alla donna verrà riconosciuto circa dieci anni dopo e solo negli Stati Uniti e in Inghilterra, mentre in Italia, patria del diritto romano, si dovrà attendere la fine della seconda guerra mondiale per vedere finalmente relegata nel passato una discriminazione civile tanto assurda quanto ingiustificata. Purtroppo non sempre alle conquiste sul piano del diritto civile fa seguito un parallelo sviluppo etico e, anzi, parrebbe che periodicamente l’orizzonte etico finisca invece col restringersi, in uno con i processi di disgregazione sociale conseguenti a un’aberrante visione individualistica della vita, separante e separata. Accade anche, allora, che l’utile, o meglio il supposto utile, abbia il sopravvento sul Bello e così anche la Bellezza viene asservita all’utile e se non interviene un ribaltamento di prospettiva il rischio di tornare alla “formula matematica arida e inesorabile della filosofia maschia” si fa di nuovo incombente. Forse non è un caso che, proprio per i tempi che corrono, il Delegato Generale della Fr+ Tm+ di Miriam, regolare e ortodossa, sia una Donna. Probabilmente per propiziare, oltre che per indicare, quel ribaltamento di prospettiva oggi più che mai indispensabile.

      • ulisse 11 Dicembre 2012 al 23:03 - Rispondi

        Mi sento onorato di condividere con tutti Voi pensieri ed esperienze, in questo Vs. sito che ho imparato a stimare, sempre più, animato da misura e serietà. Fu Platone inizialmente ad ispirarmi l’idea che Bellezza avesse funzione manifestativa , ha infatti il privilegio di essere visibile mediante i sensi; direi che Bellezza è la forma che riveste l’Idea. Nel “Simposio” è Diotima che relaziona i Misteri d’Amore alla Bellezza, iniziandovi il saggio Socrate. E’ l’unica che possa farlo. E’ l’unica deputata, persino in una società ormai già patriarcale. Perché? spesso me lo chiedo. Ho cercato risposte e ancora le cerco. Convengo con quanto scrivete, senza tema di errore: oggi solo la Donna, consapevole del Mistero che in Lei si cela, può aiutare l’umanità a rigenerarsi. E non solo perché da lei partono i frutti che si proiettano nel futuro. Ma mi pare di scorgere che, analogamente, sua è anche la realizzazione di ogni idea attiva e la sua nutrizione. Ahimè, però, noi uomini siamo intossicati dalla prepotenza del possesso e, in ciò ravvedo un grande ostacolo : nessuna verità e nessun dialogo possono essere garantiti da un metodo che mira al possesso. Bisogna educare le menti ed i sensi…la mia sincera ammirazione per il lavoro che la Vs. Schola compie.

    • tanaquilla9 20 Dicembre 2012 al 11:34 - Rispondi

      Trovo interessante il rapporto tra bellezza e conoscenza. Mi sembra intravedervi quella modalità ermetica della coscienza di penetrare la verità delle cose, differente dal ragionamento, e che si conquista attraverso i rituali purificatori della nostra Schola. Sesto senso? Intuizione? Certo è che non le è estraneo il sentimento dell’amore, così come il Maestro Kremmerz ce lo indica: atto di compenetrazione e di percezione immediata, istintiva, semplice.

  63. sannitica2011 6 Dicembre 2012 al 15:46 - Rispondi

    Poiché sul blog non si riesce ancora a postare bene, rispondo qui ad una domanda di Corolla che, ad ogni buon fine, riproduco: “…un saluto cordiale a tutto il blog e un augurio per le prossime lunazioni. Colgo l’occasione per chiedere … a proposito di tavola smeraldina … ho sentito parlare di tavola di rubino… qualcuno sa dirmi cos’è?”.

    Non ho mai sentito parlare della tavola di rubino nella tradizione ermetica kremmerziana ma solo di quella di Smeraldo. La sua attribuzione a Ermete Trismegisto è senza fondamento e pare che il primo a pubblicarne una versione fu un certo Gastone Ventura, il quale – riprendo dal web – fu “Gran Maestro dell’Ordine Martinista e Sovrano Gran Ierofante Generale del Santuario Adriatico dei Riti di Misraim e Memphis”. Personalmente non ho mai letto alcunché di suo. Ma esiste uno scritto del Ventura nominato “La donna e la sua posizione nell’Ordine Martinista” in cui egli non solo definisce la “femmina” niente più che un “mezzo” ben noto per le operazioni magiche di ogni genere, ma sostiene fermamente che la donna, fin dalle più remote antichità, non poteva trasmettere i “poteri iniziatici” concludendo che nell’Ordine Martinista, all’epoca da lui presieduto “può essere iniziata ma non può iniziare. Come iniziata è pari all’uomo, ma sorella, e dà all’ordine tutti i frutti della sua sensibilità, della sua istintiva chiaroveggenza ed è strumento efficacissimo e indispensabile per determinate operazioni (se si fanno); come iniziatore non potrebbe portare che male: ogni rito da lei diretto sarebbe un sacrilegio”.
    Ora, mettendo da parte il mio disgusto come donna e come miriamica e considerato il fatto che qualunque storico delle religioni e dei culti antichi potrebbe sconfessare quanto da questi sostenuto, successivamente alla sua morte (1981) l’Ordine Martinista, dopo varie vicissitudini, iniziò un dialogo sul femminile che si concluse con la ratifica, nel 1992, da parte della maggioranza del collegio martinista degli iniziatori, di estendere alle donne la facoltà di trasmettere l’iniziazione, tant’è che venne elaborato un nuovo statuto dell’ordine che vide cambiato (di necessità, virtù!) il nome dell’ordine stesso in Ordine Martinista Universale. Dopo di che furono nominate nel suddetto ordine varie donne iniziatrici.
    Alla luce quindi di questa breve e incompleta sintesi sulla supposta origine “venturiana” della tavola di rubino va fatto notare che la sua compilazione, anche a detta di alcuni studiosi, è molto più recente rispetto a quella della smeraldina, dato ad es. che, fra gli altri dati storico-scientifici incompatibili, il pianeta Urano ivi menzionato non era conosciuto dagli antichi, ed entra nella letteratura col suo attuale nome solo nella prima metà dell’800. Come pure, la frase “Osiride è un dio nero” che appare per la prima volta in “La Storia della Magia”di Eliphas Levi, risale al 1860, benché Osiride fosse già qualificato nero nei Testi delle Piramidi.
    Non mi fa più meraviglia perciò, data l’incompatibilità del Materialismo sacro kremmerziano e della Matriarchia di Miriam, col testo intriso del più retrivo “Cristianesimo Gnostico-Cabalistico ottocentesco” evidentemente caro al Ventura, che il Kremmerz, supposto che la conoscesse, non ne abbia fatto parola e la lasci al di fuori della nostra Tradizione ortodossa.
    Ma mi domando: quante altre versioni strumentali e tese a esercitare potere sulla donna, come quella del Ventura e del suo martinismo, esistono nella letteratura esoterica? E quante di queste potrebbero aver contribuito alle violenze sulla donna e, nella società, alla ingiustizia in tutti i campi dell’azione umana? E quante ancora hanno ispirato e a tutt’oggi ispirano il pervertimento e lo stravolgimento di idee, teorie e pratiche in ambito iniziatico?

    • cerere6012 6 Dicembre 2012 al 19:41 - Rispondi

      Come non essere d’accordo con sannitica… e non rispondere in modo affermativo alle domande che pone a conclusione del suo commento!
      Per esperienza diretta posso aggiungere che la nostra Schola Hermetica ortodossa, non solo non è fin dalle sue origini mai stata discriminante in senso lato, ma è l’unica che consente alle donne la trasmissione iniziatica, da bocca a orecchio, di quelle istruzioni necessarie per il loro processo alchemico-trasmutatorio. Trasmissione misterica che, MAI codificata, al contrario di quella riguardante il processo maschile, non può essere stata profanate né manipolata, nè strumentalizzata da pseudo-maestrini maschi di vecchia e nuova generazione.
      E, piaccia o no a tutti costoro, il dato reale che un Maestro iniziatore, nonché Delegato Generale della S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam, sia in questo delicato momento storico una donna, costituisce un’ulteriore garanzia di giustizia, bene e salute per tutti coloro che sinceramente aspirano all’ascenso, oltre a rappresentare concretamente quel primo passo indispensabile per l’affrancamento delle future generazioni di iniziati alla sacra Scienza della Vita, dalla cultura della violenza, della prevaricazione e della morte.

      • catulla2008 6 Dicembre 2012 al 23:47 - Rispondi

        Ammetto che, quando mi è accaduto di constatare l’enorme mole di storpiature costruite sul nulla – storpiature che hanno dato origine a tanta letteratura strapazzata e conseguenti falegnamerie mentali – sono rimasta a bocca aperta per l’incredulità. Eppure è accaduto che decine e centinaia di generazioni di umanità-uomo abbiano deciso cosa sente una donna, cosa pensa una donna, cosa può fare dire essere diventare e tramandare una donna fino a che larghissima parte dell’umanità muliebre, ormai completamente plagiata, si è adeguata a cotanto ‘dio’, storpiandosi per corrispondere a modelli storpiati. E l’outlet è divenuto marchio millenario.
        Non fatico a credere che la tradizione misterica femminile, mai codificata, sia stata il nemico più grande per un disegno tanto innaturale: non si può pensare infatti che una Donna illuminata, restituita a sé stessa e alla sua matrice profonda, continuasse – allora come oggi – a cullarsi fra le sbarre di una gabbia assurda.
        Jambe ride… ride… ride… E nella risata della vecchia Baubo rifiorisce la risata di Demetra e con la Natura tutta… La stessa risata segna la fine della rigida protervia di una tradizione: fallica ma non virile, pomposa ma non potente.
        Con buona pace di Martino e della sua cappa.

        • m_rosa 10 Dicembre 2012 al 17:34 - Rispondi

          Baubo si alza la gonna e ride… come dire “non c’è storia!”. Purtroppo molte volte noi donne ci lasciamo convincere di essere il “sesso debole”, dimenticando l’immenso potenziale di vita che abbiamo, e dimenticando che se una soluzione c’è, le donne la possono trovare (Demetra insegna! Come ci ricorda Catulla) sempre che si siano riappropriate della loro natura più profonda.

      • lupetta2020 10 Dicembre 2012 al 20:36 - Rispondi

        Ahhh…un sospiro di sollievo per le importantissime precisazioni di cerere6012!
        Anch’io come sannitica mi chiedevo che prevaricazioni in ambito iniziatico potevano essere successe per determinare tutta questa violenza sulla femminile. E rassicura che la chiave di accesso sia nelle mani di una Donna con la “D” maiuscola, disinteressate e neutrale per legge di Natura.

        p.s.Mai simbolo è stato più adatto del rubino.
        Quei “signori” fomentatori di manipolazione e violenza sul femminile potevano mai scegliere qualcosa di diverso dal “rubino” simbolo associato al sangue, al dolore e al patimento?

  64. mandragola11 24 Novembre 2012 al 16:24 - Rispondi

    Riascoltando il video della Tavola di Smeraldo mi è venuta la pelle d’oca esattamente come la sera della prima alla Madonna di Costantinopoli. Suggestiva nei colori che richiamano il cielo stellato di quella indimenticabile notte la presenza di Ermete Trismegisto.
    Wiva il potere universalizzante della musica, del canto e del ritmo poetico della parola ispirata.
    GRAZIE

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