Equinozio d’Autunno

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Equinozio d’Autunno

Hermes- Mikael e la sua Bilancia pesa-anime.

(L. Signorelli – Duomo di Orvieto)

 

 

 

 

 

 

 

Domenica 22 alle ore 21.44 il sole entra nella Costellazione della Bilancia determinando astronomicamente l’inizio della stagione autunnale.

I semi, ormai già separati dai frutti, si apprestano ad essere seminati non appena la terra, smossa e sapientemente preparata, sarà nuovamente pronta per accoglierli.

L’immagine della psicostasia dell’Hermes che soppesa sulla sua bilancia le anime, divenga per ciascuno evocativa di quell’amore nella giustizia verso il quale ogni essere in evoluzione dovrebbe tendere lavorando costantemente e indefessamente su se stesso fino a giungere al nocciolo-seme del suo essere primigenio, per ricondurlo alla Matrice Unica che lo ha generato, nutrito e che Sola potrà rigenerarlo in eterno.

Nell’augurare a TUTTI gli utenti di kremmerz.it un numinoso Equinozio d’Autunno, li invitiamo ad esaminare e commentare l’immagine qui pubblicata dell’Hermes-Mikael, messaggero, psicopompo, magistrale ed equo separatore come della Luce dalle tenebre, così di ogni espressione dell’esistente apparentemente opposta, ma sempre e comunque convergente nel Fine supremo della Vita Universa.

 

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24 Comments

  1. mandragola11 15 Settembre 2022 al 09:27 - Rispondi

    Mi sono riletta con molto interesse “Hermes- Mikael e la sua Bilancia pesa-anime” sul quale, come dice Catulla, fa bene riflettere, compresi i commenti in cui dopo anni ci si ritrova…
    Buon Giovedì!

  2. sal 13 Settembre 2014 al 13:34 - Rispondi

    Nel post della Direzione dello scorso anno era scritto: “amore nella giustizia verso il quale ogni essere in evoluzione dovrebbe tendere lavorando costantemente e indefessamente su se stesso fino a giungere al nocciolo-seme del suo essere primigenio, per ricondurlo alla Matrice Unica che lo ha generato, nutrito e che Sola potrà rigenerarlo in eterno”.
    Su questo riflettevo e sulla difficoltà a concretizzare queste indicazioni all’apparenza tanto semplici e nella fattività così difficili, a cominciare dall’indefessamente che implica la redistribuzione delle proprie priorità: non solo a livello cosciente ma – anche e soprattutto – inconscio.
    Volgere l’esistenza individua al proprio sviluppo facendo – come già notava una Sr+ tre lustri fa osservando il Maestro – della propria vita intera un unico rito ininterrotto.
    Cura e attenzione ai propri atti, parole e opere sì che non si venga assorbiti dal contingente e dalle necessità del quotidiano, in continua dedizione alla propria ragion d’essere…che appunto separa la Luce dalle tenebre, la numinosità dalla necessità.
    Meta ambiziosa.
    Il Michael che nel volto dell’Egitto antico pesava il cuore lasciando passare solo chi l’aveva reso lieve come una piuma si avvicina per tutti ad ogni equinozio e lascia agli sperimentatori di buona volontà di verificare lo stato dei propri semi e il lavoro dei propri frutti. E va testimoniato che, in seno alla Schola, l’operatività è seria e rigorosa ad ogni livello così che, quand’anche si giunga alla constatazione di non essere ancora maturi, si ha comunque la certezza che il tempo – inestimabile risorsa – non è stato speso invano perché la terra, prima o poi, inesorabilmente produrrà un ‘meglio’.
    Amore nella giustizia dunque, che porta a misurarsi sempre con sé stessi ed evitare quella tipica ‘competitività’ che fa dire al kiwi di essere più avanti della pera…nel diventare kiwi!!!

  3. sannitica2011 6 Novembre 2013 al 09:32 - Rispondi

    MI aggancio all’idea di santità di cui si sta parlando. Ho letto che santo significa separato. Così come consacrato è ciò che è separato dal resto. Anticamente erano sacri i chicchi di grano che, separati dagli altri,dovevano servire l’anno successivo per la risemina. Un santo da cosa si separa? credo da quanto lo lega alla profanità in tutti i sensi e, parlando di sensi, chi li ha separati dalle influenze più grevi e li ha messi a servizio delle influenze più alte. Rispetto alla giustizia del Mikael il santo dovrebbe essere colui che è puro. MI viene in mente una locuzione del rito di primavera: “…ne muti l’impurità di ogni dolore…”. Quindi il dolore è segno di non purezza, perchè, forse, è indice del permanere in uno stato estraneo a quanto da segezia segnalato dagli scritti del Maestro Kremmerz. Forza, mettiamocela tutta!

  4. Eris 4 Novembre 2013 al 12:22 - Rispondi

    analizzando l’immagine osservo che questo personaggio ci indica l’opera da svolgere per chi ricercatore! nel suo aspetto più profondo , ci vengono posti davanti molti elementi che sommati indicano uno stato di essere da ottenere, affinché l’adepto lotti (sempre se possiamo definirla lotta)per andare a debellare quelle sovrastrutture antiche che ci portiamo come bagaglio cognitivo nel suo aspetto più profondo .
    ho sintetizzato spero non troppo .

    • segezia 4 Novembre 2013 al 21:12 - Rispondi

      Oggi ascoltavo una trasmissione per radio che ho trovato molto interessante (radio24 Melog cronache meridiane). Il giornalista Gianluca Nicoletti parlava di un fatto inerente a una santona e lo introduceva dissertando sulla santità e le qualità che si attribuiscono a questo stato. Ho apprezzato che tale stato venisse descritto come una condizione eroica dell’essere umano comune da cui discendono (quindi in seconda battuta e come conseguenza della condizione) potestà fuori dall’ordinario tra cui quella terapeutica (ma anche bilocazione, volo, ecc.).
      Mi ha fatto pensare che l’approccio sociale, poco a poco, si concentra sull’essere umano e sulle sue potestà latenti che necessitano solo (si fa per dire!!!) di una ‘ripulita’ di eroismo (da Eros? il famoso aculeo che spinge e che sprona…!!!) per manifestarsi.
      Dopo di che si può spiegare lo stato acquisito con la religione, la scienza di frontiera o la magia: che le racchiude entrambe ed è conquista attiva sempre. (Kremmerz diceva che il mago “comincia” dal santo…!!!).

      • A.detommaso 5 Novembre 2013 al 15:54 - Rispondi

        Segezia ricollegandomi all’ultima frase di Kremmerz da te evidenziata vorrei tentare una personale interpretazione, ovvero ” il mago inizia dal santo ” nel senso che la prima tappa da conseguire è lo stato di purificazione e probabilmente il santo ha raggiunto il predetto proposito;
        il livello successivo è invece quello della scienza o Magia che Kremmerz diceva essere la Scienza delle Scienze.
        Ossia la conoscenza della Legge, che produce tutta la fenomenologia e no solo, legata all’uomo, al mondo e all’universo.
        Riepilogando la purificazione è solo un inizio, una sorta di preparazione del terreno per passare alle successive, auspicabili conquiste.

        • segezia 5 Novembre 2013 al 23:36 - Rispondi

          Ne “Gli elementi di magia naturale e divina – I misteri della taumaturgia” così si esprime Kremmerz: “Bisogna intendere la santità non come il volgo intende la divozione e la bigotteria; il santo È CHI IMMEDESIMA LA SUA RAGIONE DI UOMO ALLA RAGIONE FATALE DELLE COSE E DEGLI spiriti — il SANTO È L’ALTRUISTA CHE SI CONSIDERA QUAGGIÙ COME UN VIAGGIATORE IN UN ALBERGO, IN UNA PAUSA DEL SUO VIAGGIO VERSO L’INFINITO, EVOLUZIONE ULTIMA DI TUTTE LE COSE CREATE — il SANTO E CHI POSSIEDE LA SCIENZA DI NON ILLUDERSI SULLE RAGIONI VISIBILI E CHE SI FA DEGNO DELLA SCIENZA DI DIO”.
          Questa condizione a me pare la conquista più auspicabile perché non riesco a concepirne altre… OLTRE.
          Ma forse sono io a non vederle.

  5. sannitica2011 27 Ottobre 2013 al 09:01 - Rispondi

    Ritornando alla bilancia di Mikael, che ci riguarda da vicino, perché le nostre vite sono regolate dalla giustizia, pare che il suo uso risalga al 7000 a.c. in Egitto, e che gli egiziani la scelsero per significare l’equinozio d’Autunno in cui si arrivava all’equilibrio fra la durata del giorno e della notte. Non sapevo che dalla bilancia derivano i nomi di molte monete: la nostra vecchia lira (da libra), il pound inglese (da pondus= peso), la peseta, ecc.. Pesare, contare e misurare rappresentano lo svolgersi del pensiero umano sia nel regolare la vita quotidiana (ad esempio il commercio o altre attività), sia nel trasporre “in alto” o “all’interno” le sue funzioni. Gli scritti del Maestro Kremmerz sono ricchissimi di considerazioni sulla giustizia: va fatto ciò che è giusto fare… e molte volte la giustizia si accompagna a termini come ordine, forza, equilibrio, giudizio. Egli dice: “La forza in magia è un’azione provvidenziale che è fruttifera e benefica quando è d’accordo col principio provvidenziale; – ma non così quando per reazione si attira contro di sé tutti i controcolpi della giustizia compiuta”. Spesso è difficile capire se ciò che facciamo è giusto. La nostra Schola però ci dà i mezzi per allinearci e comprendere e rettificare laddove è possibile. Il Maestro Kremmerz scrive anche, a proposito dell’iconografia del Mikael con bilancia che “…la testa bellissima sta nelle nuvole, i piedi sul drago delle passioni umane, mentre le coppe della macchina sono in equilibrio tra l’ombelico e l’arcangelico pube”. L’ombelico è il centro di equilibrio del corpo umano (vedi ad esempio in moltissime danze), tra l’alto e il basso, ma è anche il mezzo di congiunzione alla madre sino alla nascita. Si situa in un’area del corpo che chiamiamo vita…. Credo ci sia molto da riflettere.

  6. Accademia Giuliana 17 Ottobre 2013 al 23:41 - Rispondi

    Nel corso dell’ultima riunione ci si è soffermati sull’immagine, che si sta diffondendo nella scienza moderna a proposito dei sistemi cellulari, di un’orchestra che suona senza che vi sia un Direttore a dirigerla. Tale immagine ben rispecchia l’insieme delle cellule del nostro corpo, che lavorano all’unisono senza l’intervento diretto di un organo superiore che ne coordini il funzionamento. Tuttavia, si è osservato, questo non significa l’assenza di un’Intelligenza, insita nella stessa materia, che le guidi per creare e mantenere l’armonia della vita. E difatti, restando nell’analogia, si è rilevato che anche un’orchestra che esegua una sinfonia senza la presenza del direttore ha dovuto accordarsi e conformarsi alle regole dettate dall’armonia musicale e interiorizzate dai suoi componenti. Ora, ci pare di poter affermare che ciò è appunto quanto si riscontra nella nostra Fratellanza, della quale tutti noi iscritti siamo parte, dove le Superiori Gerarchie rappresentano l’Intelligenza che ne permea ogni manifestazione. Da questa riflessione ne è scaturita un’altra, legata alla problematica già emersa nella precedente riunione e inerente alla difficoltà di parlare all’esterno dell’evoluzione dell’essere così come essa è concepita nella nostra Schola. In quella occasione ci si era soffermati in particolare sulla difficoltà che si incontra nel rendere tale discorso concreto e immediatamente risonante nell’interlocutore. Probabilmente – si era ipotizzato – il problema nasce oltre che dalla scarsa diffusione delle conoscenze in materia (i capisaldi della Tradizione Sapienziale Occidentale sono rimasti per secoli sconosciuti al grande pubblico), anche dal fatto che la sintesi Intelligente di Spirito e Materia alla quale aspiriamo col nostro cammino evolutivo, è ancora lontana dal realizzarsi e dunque, mancandone l’esperienza viva, resta la difficoltà di comunicarla.

    • fulva11 22 Ottobre 2013 al 15:03 - Rispondi

      Carissimi dell’Accademia Giuliana,
      avete toccato un tasto che ricorre spesso anche per noi della Vergiliana.
      Personalmente condivido l’analisi, dipende dallo stato di essere di chi porge, vedi art.45 della Prag+ Fond+: “I maestri saranno chiamati a perpetuare la scuola, a formare i laboratori ermetici, ad essere in missione di propaganda…” Loro sono i testimoni della Schola, atti ad agganciare.
      Noi che si può fare? Lontani dall’idea di tramite neutro e integrato, si può lavorare tanto su noi stessi, sperimentando la terapeutica ermetica che evolve, e forse qualcuno, percependo la tensione sincera e un abbozzo di genuina coerenza, può essere toccato dal medesimo anelito e chiedere aiuto o volerlo fare a sua volta.
      Non è semplice… forse non lo deve essere.
      Ma diamoci comunque da fare!
      A presto, un abbraccio

  7. Accademia Porfiriana 16 Ottobre 2013 al 20:33 - Rispondi

    Lo scorso sabato 12 ottobre si è svolto l’incontro delle Accademie Pitagora e Porfiriana , dove la vivace partecipazione dei presenti ha dato luogo ad un ‘interessante discussione sui rimedi che le Lunazioni consigliano per il periodo in corso e sulle loro applicazioni pratiche. Grande interesse ha riscosso la lettura in programma del contributo dato dalla Dott.ssa Anna Maria Piscitelli al convegno di studi del 2010 “Cento anni di Pragmatica Fondamentale” , i cui Atti sono pubblicati per i tipi della Casa Editrice Laterza. L’articolo oltre a porre l’accento sui rapporti tra il Grande Ordine Egizio e il Suo patrimonio sapienziale e le realtà che nel corso della storia hanno goduto del Suo sostegno come la Fratellanza di Miriam ai giorni nostri, sottolinea che dove i tempi consumano e invecchiano le esperienze degli uomini, nulla intacca e oscura il faro luminoso della Tradizione Ermetica, rappresentata dal Grande Ordine Egizio, della cui benevolenza siamo riconoscenti.
    E’ poi seguita l’esposizione dei prossimi temi a cui ispirarsi nei lavori accademiali ed è stato ribadito come il metodo ermetico sia lo strumento indispensabile per lo svolgimento dello stesso. I partecipanti hanno accolto con entusiasmo il programma proposto e, insieme al sottoscritto, ringraziano per gli stimoli ricevuti nella consapevolezza della valenza evolutiva degli stessi.

  8. accademia sebezia 13 Ottobre 2013 al 21:41 - Rispondi

    La riunione all’Accademia Sebezia di domenica 13 ottobre si è svolta con la partecipazione particolarmente attiva di tutti i presenti che hanno dato ognuno il proprio contributo nell’ambito della discussione sui temi dei lavori accademiali . Il frutto dell’animato dibattito e’ stato quello di arrivare a ridurre in termini concreti ed alla portata della nostra comprensione e delle nostre esperienze, delle questioni che avevamo approcciato nell’ambito della nostra ricerca e che sono generalmente presentate fortemente colorite di poesia e misticismo. Ma oltre questo e’ stato rilevante il momento della lettura della presentazione fatta dalla dott.ssa Anna Maria Piscitelli al libro ” Cento anni di Pragmatica Fondamentale” . La gran parte di noi ,che è stata presente alla convention del 21 marzo 2010 , ha ricordato quella magica giornata ed il poderoso lavoro svolto per renderla possibile! Gli Atti del Convegno sono un’ ulteriore testimonianza della serietà’ e dello spessore della S.P.H.C.I. che nei suoi cento anni di attività ininterrotta e documentata e’ sempre restata fedele al patto sancito e mai revocato con il Grande Ordine Egizio .

  9. catulla 9 Ottobre 2013 al 19:56 - Rispondi

    Come essere l’Hermes che armonizza le 2 serpi in spirale d’Amore? Questo l’interrogativo lanciato da Buteo. Su questo punto aperto di domanda, a me si apre il ricordo di quanto Giuliano Kremmerz scrisse parlando degli Amanti ne “I Tarocchi dal punto di vista filosofico”:
    – Se sai distinguere dove comincia lo spirito e dove finisce la carne, tu non sai che sia amore. Spirito e carne non esistono (…) Noi siamo materia. Carne, sangue, nervi, midollo allungato, sono materia. Il pensiero è materia. L’anima è materia. La luce è materia: cioè uno stato di essere della materia, del combustibile chiamato olio, petrolio, apparecchio elettrico. Esaurito il combustibile, niente più luce. Perché ti sei ficcato nelle meningi questo stupido paradosso che l’amore è dello spirito, se tu non hai per spirito che la materia, una sublimazione della carne? Non mi hai detto che quella sera d’incanto, tu non ricordavi più nulla? In quell’istante scommetto che tu amasti, perché non facevi differenza fra il basso e l’alto. Dov’è il basso? Dov’è l’alto? Se il mondo universo, infinito, non è che un circolo in perpetuo moto, dov’è il basso e dov’è l’alto? Il drago è ai piedi del Michael, oppure gravita sulla figura capovolta del divino arcangelo giustiziere? –
    Ancora a proposito di Michael, nel Mondo Secreto, il Maestro specificava che – “ Michael, Raphael, Gabriel sono facce diverse del centro luminoso perpetuo” e anche “Michael significherebbe il simile a Dio ma significa anche l’Angelo Solare e il mio angelo. Ciò vuol dire che chiamando meccanicamente Michael si può semplicemente intendere di invocare l’angelo custode dei cristiani o lo spirito guida degli spiritisti”.
    In ultimo, trovo particolarmente interessante l’accenno che Kremmerz fa nel Commentarium del 1911 quando definisce Michael “il buon arcangelo della Vita”.

  10. Buteo 8 Ottobre 2013 al 11:31 - Rispondi

    Herms-Mikael osserva i piatti della bilancia falsati dalla prospettiva.
    Osserva le 2 forze opposte insite nella Natura? L’una tendente al basso / l’altra all’alto? Alla carne / allo spirito? Al demonio / al dio? Al male / al bene? E quanto giudicare c’è da parte della mia mente nel voler discernere ciò che in Natura è bene da ciò che in Natura è male, ciò che è buono da ciò che è cattivo, ciò che è di dio da ciò che è del diavolo? Oh sì, relativizzando tutto al mio piccolo e separato essere, io giudico. Dalla visione parziale e scotomica del mio occhio io separo con inappellabile giudizio ciò che è bene da ciò che è male, accusando la Natura di essere qui buona e là cattiva, qui divina e là demoniaca. Alla Natura che considero ‘non me’. E così facendo rifuggo da ciò che giudico demoniaco e ambisco a ciò che giudico divino. Perpetuando in me il gioco della separazione degli opposti di cui la mia mente è vittima.
    Eppure, come riporta ‘fulva11’, Kremmerz ammonisce “Se vi ho detto che Ermete nella Tavola di Smeraldo ha pronunziata l’eguaglianza di tutto ciò che è infero e sommo, se vi ho detto che l’universo è Uno e che l’uomo è inseparabile, come qualunque molecola terrestre, dal globo, voi non potete gridare la vostra indipendenza dalle forze generatrici e nutrici dell’Universo.” Forze di distruzione e generazione, di morte e di vita, di destrudo e di libido.. Forze pari e contrarie, inseparabili fin a quella che si vuol considerare la più infinitesimale particella di materia.. Come diventar consapevole che queste Forze sono in me, che sono me, essendo io Materia, io Natura..? Come essere l’Hermes che armonizza le 2 serpi in spirale d’Amore?

  11. fulva11 25 Settembre 2013 al 17:09 - Rispondi

    Accolgo l’invito e ringrazio per l’amorevole augurio, ricambiato fraternamente.
    Riflessioni:

    Punto 1 -Vediamo Hermes-Mikael armato che soppesa su una bilancia, con i piatti molto “sbilanciati”, due figurine, una che prega per la salvezza a mani giunte verso l’alto e l’altra in attesa del castigo, che guarda in basso tenendosi il capo fra le mani.
    Qui è rappresentato il travaglio e il dolore della coscienza umana scissa in due tra spirito e materia, tra diavoli tentatori e angeli salvifici. Il concetto di unità pare assente. E’ messa in evidenza l’esigenza di una purificazione della materia. Il terreno va preparato prima di gettare il seme.

    Punto 2 – Molto diversa è la dimensione fissata nell’iconografia della psicostasia egizia, richiamata nei post precedenti: al cospetto di Anubi vediamo che la bilancia va sempre pari, a prescindere dalle colpe del defunto che nei rituali sono già state esorcizzate con una specie di ”autocertificazione a non aver commesso il fatto”.
    Inoltre, la dimensione di uno spazio sacro apparentemente statico, dà la misura che il terreno è pronto, simboleggiato dai piatti perfettamente pari e allineati. Il seme sta già nel terreno e può iniziare il suo ciclo annuale di rigenerazione.

    Riflettendo sull’Hermes “equo-separatore” infine, mi viene in mente La Tavola di Smeraldo “Tu separerai la Terra dal Fuoco, il sottile dallo spesso…dolcemente e con grande industria…Ei rimonta dalla Terra al Cielo, subito ridiscende in Terra, e raccoglie la forza delle cose superiori ed inferiori.” E Kremmerz dice “Se vi ho detto che Ermete nella Tavola di Smeraldo ha pronunziata l’eguaglianza di tutto ciò che è infero e sommo, se vi ho detto che l’universo è Uno e che l’uomo è inseparabile, come qualunque molecola terrestre, dal globo, voi non potete gridare la vostra indipendenza dalle forze generatrici e nutrici dell’Universo.”
    (Da I Dialoghi in questo stesso sito)

  12. Alfiero70 24 Settembre 2013 al 11:36 - Rispondi

    La rappresentazione suindicata non puo’ che evocare in me il ricordo dell’Ideale di Giustizia, nmerose volte enunciato da Kremmerz.
    Ideale verso il quale bisognerebbe tendere in ogni momento della vita. Per me Giustizia significa Neutralità’ imparzialità, condizioni queste che si tenta di conquistare nella pratica dell’ermetismo;
    Ritengo tuttavia che debbano essere praticate tendenzialmente da tutti, sopratutto da parte di chi, nell’esercizio delle proprie funzioni esplica un qualche potere e può in ragione alle competenze del suo ufficio condizionare la vita degli altri.
    No mi riferisco unicamente alla figura del giudice togato, ma anche alle molteplici facce della vita, anche a quella del “cittadino comune” che assistendo al declino di un suo fratello, pur non conoscendo i fatti, infierisce con il suo giudizio impietoso, o al giornalista che diffonde una notizia, non verificata a dovere; potremmo a questo proposito formulare molti altri esempi.
    Auguro a me stesso e prego la Miriam di agire sempre con scienza e coscienza, con la costante tensione verso chi le prerogative anzidette le ha già’ conquistate.

  13. sal 22 Settembre 2013 al 18:29 - Rispondi

    Il Maestro Kremmerz consigliava di nutrirsi dei frutti di stagione e della propria terra (sia personale che patria?). Essi ci saranno giudici nel moto perpetuo dettato dalla continua alternanza dei piatti tenuti dal braccio del dio. Nel proprio scorrere la Vita si fa materia visibile e invisibile in moto continuo e ogni volta si semina quanto si raccoglie e non solo si raccoglie quanto si semina.
    Siamo noi a creare il seme, perché ogni tratto di esperienza e porzione di esistenza può acquistare altrettanti significati quante sono le dimensioni che l’ Intelletto riesce a intendere. Per esempio, un acino schiacciato lascia contemplare la nudità dei semi, l’odore del sangue della terra, il biancore della polpa se defluisce il succo. La bella forma ovoidale dai toni perlacei è rotta per sempre, ma le sue tre parti sono il volto cangiante del medesimo filo e sta alla coscienza di ciascuno ritenere, godere e fruire di quanto coglie.
    E la Natura, che in questo spicchio di pianeta volge ora alla spoliazione, curiosamente si appresta a difendersi dai rigori del freddo depauperandosi di ogni colore e forma per ritornare all’Una. Ma protegge i semi: non le foglie e neppure i frutti.

  14. Lucilio_ 22 Settembre 2013 al 16:18 - Rispondi

    Studiamo, lavoriamo incessantemente per lo scopo unico, senza dimenticarlo, senza far prevalere le distrazioni e le debolezze. Tutti possiamo notare che la natura cammina in perfezione senza mai arrestare il suo cammino e le Superiori Gerarchie non finiscono mai di ricordarcelo.

    “La fede in noi stessi è quella stessa fede mistica che accompagna qualunque opera grande fatta per sé e per gli altri, poiché, ricordatelo, noi lavoriamo per noi stessi e per gli altri; il farmaco cattolico o universale è per tutti gli uomini che soffrono e noi, personalmente, vorremmo produrre su vasta scala e donarne alle anime in pena e ai corpi vulnerati. Nessuna opera grande può essere proseguita senza l’ideale e la fede in esso, se lo scopo che l’uomo si propone è luminoso e nobile…
    Siamo fratelli, fratres tutti noi che seguiamo gli stessi studi, le stesse investigazioni, lo stesso ideale. Fuori qualunque ordine monastico, nel passato, si chiamarono fratelli i Cabalisti sparsi per il mondo, gli Alchimisti e gli Ermetisti, tutti investigatori del grande arcano della natura umana. Fratelli che personalmente ci conosciamo o no, che discorriamo insieme o che non ci vediamo mai, o che non ci siamo conosciuti né ci conosceremo mai…Il sentimento della solidarietà umana si presenta a noi quando pensiamo ai nostri simili, partecipanti al beneficio trovato, investigato e raccolto da noi…Questa è la Maria ideale, la Myriam, scritta all’ebraica e cabalisticamente, che è la maternità di una tanto enorme accolta di fratelli che hanno succhiato lo stesso latte e son dispersi nell’universo alla continua ricerca del Grande Arcano della Natura.”

    Che gli imput che ci arrivano dalla direzione possano animare e ricordare lo scopo per cui ognuno di noi ha deliberatamente scelto di aderire: amore per la Verità, per il Bene, Pro SALUTE Populi.

    • Lucilio_ 22 Settembre 2013 al 16:21 - Rispondi

      L’occulta sapienza salomonica è la sapienza regia o magia…L’adattazione salomonica, cioè dell’uomo sovrano sul popolo dei prediletti, è nella giustizia. L’uomo giusto, cioè della giustizia divina incarnata nel temperamento umano di un adoratore della Volontà Intelligente, è solo atto a studiare la scienza del Bene e del Male. Per applicare il Bene ed impedire il Male bisogna sapere l’uno e l’altro…S’intende per Bene tutto ciò che avvia il nostro simile e noi stessi secondo la finalità delle Cause Prime e della Mente divina – Bene è altruismo. Bene è l’amore del proprio simile e di tutte le creature perfettibili. Bene è Dio, l’Universo e l’Umanità. (SM,III,523)

  15. Accademia Vergiliana 21 Settembre 2013 al 20:53 - Rispondi

    Anche l’Accademia Vergiliana, ripresi con entusiasmo i lavori dopo la pausa estiva, accoglie l’ultimo amorevole input della Direzione.
    Che il terreno sia ben preparato a ricevere i numinosi semi dei frutti di cui ci siamo nutriti all’Agape, ritrovando ciascuno la propria centratura sotto i favorevoli auspici equinoziali.
    Buon lavoro a tutti!

  16. corolla_ 21 Settembre 2013 al 14:18 - Rispondi

    Analizzando il timbro dell’Accademia Sebezia sono stati esaminati elementi relativi alla natura, ai processi del divenire e alla metamorfosi dell’essere… In primo luogo a livello personale, mi colpisce la figura rappresentata, dalle fattezze chiaramente androgine. Dice il Maestro Kremmerz “l’Androgino … il Dio maschio e femmina … simbolo dei cabalisti, indica il centro creatore dell’universo … eterna è la materia, eterno il pensiero….pensiero e materia sono uno… una è la legge che dicesi supremo Androgino”. Con l’avvento dell’equinozio mi auguro che possiamo riuscire a comprendere meglio la simbologia celata in queste immagini per compiere quache passo avanti nel sentiero evolutivo.

  17. ulisse 21 Settembre 2013 al 09:12 - Rispondi

    Qualche osservazione sull’immagine sapientemente proposta e commentata dalla Direzione, e prego correggermi se sbaglio. Sono convinto che la funzione mitologica dello psicopompo attribuita ad Hermes-Thot e assimilata nella cristianità all’arcangelo Michele, risalga all’arcaica arte sacerdotale della psicurgia.
    Proseguendo con altra argomentazione, un elemento interessante, fra i molti, è che la giustizia e la forza sono strettamente congiunte: da qui origina la funzione della spada che accompagna la bilancia.
    Nelle immagini della psicostasia egiziane manca la spada, ma qualora il cuore del defunto fosse stato più pesante della piuma di Maat (richiamata da sannitica), un mostro sarebbe stato pronto a divorarlo.
    Richiamo a tal proposito le parole magistrali del Kremmerz: “Un mago non deve fare tutto ciò che vuole: ma solo ciò che è giusto fare….”. (Scienza dei Magi, Vol.I, p.365).

  18. sannitica2011 20 Settembre 2013 al 19:46 - Rispondi

    L’immagine dell’Hermes-Mikael con la sua bilancia pesa-anime mi ha ricordato Maat, dea egizia della giustizia. Per gli egittologi Maat era integrazione fra vita cosmica e vita umana: in questo senso la traducono come giustizia, come verità, come ordine. Per H.Frankfort e J.Assmann all’antico egiziano era estraneo il pentimento per un comportamento errato se privo della comprensione della legge di Maat. Al fine di raggiungere tale comprensione in molti testi si parla dell’ascolto di Maat attraverso il cuore. Fra le molte cose interessanti scritte su Maat mi ha colpita questa dell’ascolto: “il cuore regolandosi sull’armonia cosmica si riempie di Maat e dunque di vitalità”. Non è il semplice udire, ma ascolto come possibile attiva integrazione con la vita. L’ascolto non doveva rappresentare infatti nell’antico Egitto il solo sentire passivamente suoni e parole. Fisiologicamente, forse, si potrebbe parlare dell’orecchio interno, organo dell’equilibrio, sintesi di bilancia e ricarica energetica del sistema nervoso.

  19. mara329 20 Settembre 2013 al 16:00 - Rispondi

    Ciò che accade nel mondo vegetale : i semi che, “separati dai frutti” si interrano nuovamente in terra “smossa e sapientemente preparata”, è enormemente evocativo del cammino umano. Bisogna realizzare qualcosa di fruttuoso perché si possa andare avanti e preparare nuove realizzazioni. E’ la concatenazione degli eventi umani, cui spesso non sappiamo trovare una ragione, ma che invece la possiede nel suo intimo. E, mi pare di comprendere che la giustizia non sia estranea a tutto ciò. Io credo che questo Hermes-Mikael lo abbiamo dentro di noi…nessuno è giudice più inflessibile della propria coscienza che sia sveglia o addormentata. Mi incuriosisce l’aggettivazione di equo separatore che la Direzione ha dato alla figura. Ci penserò meglio. Comunque è tempo di nuovo inizio e… ringrazio la Direzione che ci accompagna e non ci fa sentire soli.

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