Se si consulta qualsiasi buon dizionario della lingua italiana, si noterà che il termine “Matriarchia” non esiste. Né ci venga in mente di confonderlo con quello di Matriarcato, riferibile al predominio della donna in ambito sociale o familiare. Questo termine è stato, infatti, coniato da Giuliano Kremmerz nel 1909 e inserito nella Pragmatica Fondamentale o Statuto della Sua Schola.
Va considerato composto da due parole: Matrix = matrice, utero, e Archè = principio, origine.
Il suo significato etimologico letterale è quindi: Matrice Principio o Utero Origine e quindi = Matrice e utero al Principio o all’Origine.
Va considerata inesatta, invece, la diversa interpretazione che si potrebbe dare se si considerasse derivato da Mater = madre e archia = governo e quindi nel significato di “governo della madre”
Perciò, nella n/s tradizione ermetica, per Matriarchia va intesa la Matrice o Utero, Principio e Origine della Vita Universa.
Kremmerz nell’articolo 57 della Pragmatica statuisce che: “Il simbolo della Matriarchia di Miriam valga ad essere interprete di un programma d’Amore, in cui la formula matematica arida ed inesorabile della filosofia maschia si umanizza nella sensibile dell’ideale di affetto della madre, della bellezza nella forma e della delicatezza nell’essenza muliebre”.
Come vanno interpretate le Sue parole?
- innanzi tutto va ricordato che la parola “simbolo”, nella sua più antica accezione, indicava il mezzo di riconoscimento, di controllo, costituito da ognuna delle due parti ottenute spezzando un unico oggetto;
- il simbolo della Matriarchia di Miriam, va quindi considerato proprio come una delle due parti di quella Matrice o utero, Principio e origine della vita universa, e cioè come la parte essoterica, manifesta, che si completa e compendia nella parte esoterica, occulta, celata. (Si ricordi che l’Iside Arcana, antica espressione della divinità coniugata al femminile, era appellata “utero d’oro”);
- è quest’aspetto essoterico, e quindi la Miriam, a dover essere interprete, cioè ad esprimere, manifestare, realizzare, un programma d’Amore;
- un programma in cui la codificazione, non solo filosofica, della scienza sacra, operata attraverso un’impostazione templare e una trasmissione metaforico-simbolica (in codice per l’appunto), si umanizzi, si renda cioè più conforme alla natura umana e pertanto recepibile attraverso la sensibilità, attraverso gli aspetti più dativi dell’amore (K. fa l’esempio di quello materno), attraverso l’espressione estetica della bellezza e dell’essenza delicata di cui il femminile, presente in ogni creatura vivente (e non solo nella donna), è costituito.
Penetrare il senso vero della Matriarchia di Miriam, significa possedere quella metà che s’incastra in un’altra metà, per compiere il miracolo della cosa unica. Significa possedere un segno di riconoscimento inequivocabile per potersi riunire alla Matrice, per potersi garantire il ritorno cosciente in quell’Utero cosmico in cui si origina ogni forma di vita. Solo il partecipare a questo programma d’amore al servizio della Vita, per coloro che vi hanno formalmente aderito, può auspicare una più rapida presa di coscienza delle leggi della natura, può sintonizzare ai ritmi cosmici i propri ritmi fisiologici, può affrancare dai serrami della necessità, può sanare psico-fisicamente, può far sentire uniti e affratellati, se pur diversi e unici, nella stessa matrice ideale.
Avvicinare chiunque a questa I-DEA, sebbene con le debite differenze di approccio e pur senza minimamente sollecitare a formularne l’adesione, costituisce la motivazione della scelta di questo tema come fil rouge del n/s laboratorio sperimentale.
Sappiamo bene d’invitarvi a remare con noi contro corrente! Sappiamo pure quanto difficoltoso sarà per tutti osservare il mondo da un’angolatura opposta a quella consueta! Come pure sappiamo che rileggere la storia e il cammino evolutivo dell’umanità scavando sotto chilometri di sovrastrutture si prospetta come un’impresa titanica! Partire dall’assunto che in principio, non era il Verbo, ma la Matrice, l’utero di ogni creazione, a qualcuno potrà apparire una bestemmia! Ma noi non vogliamo essere blasfemi, solo possibilisti, e se l’origine della vita, al di là però, dei dogmi, delle rivelazioni, delle cosmogonie, si confermasse come il frutto di una macrocosmica masturbazione, saremo comunque lieti di averne conquistata coscienza e certezza.
E anche nell’ipotesi che non riuscissimo attraverso il nostro lavoro e le esperienze comuni, ad approdare a delle certezze, avremo comunque attraversato un percorso di conoscenza e di arricchimento umano e culturale, senza nulla perdere di noi stessi e del nostro posto nella società, nella famiglia, nella parrocchia.
Il pensiero, per Kremmerz, è materia, una materia eterea e luminosa che penetra in ogni anfratto, in ogni interstizio del noto e dell’ignoto, del visibile e dell’invisibile, del sottile e dello spesso, e non c’è resistenza che tenga alla incredibile forza della sua Libertà, del suo dinamismo creativo! Se poi i nostri pensieri saranno mossi dall’amore per la verità, per il n/s bene, per quello dei n/s simili, per la natura, non potranno essere che buoni pensieri!
Associamo i n/s sforzi, le n/s idee, le n/ s competenze in un unico circuito di energie creative e costruttive che lascino esplodere, il meglio delle n/s potenzialità singole e collettive per dirigerle a un programma d’Amore. Un programma che non potrà certo trascurare esperienze di contatto con la Natura e con l’ambiente che ci circonda e, in tale ottica naturalistica, il n/s laboratorio sperimentale si trasferirà , dalla Primavera all’Autunno, nel magico contenitore ambientale, italico, del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nelle accoglienti terre della Sibilla, crocevia nel tempo, di svariate espressioni della tradizione ermetica.
Daremo, pertanto, nel n/s programma ampio spazio all’approccio naturalistico con i luoghi che ci ospitano, luoghi che ancor conservano energie primigenie intatte, ed irradiano un magnetismo estremamente positivo e rigenerante.
Cercheremo di penetrare il linguaggio universale che la natura di questi luoghi selvaggi e ancora incontaminati ci comunica, coniugandolo ai messaggi simbolici, ai segni di tappa, di quanti prima di noi, ma animati dal medesimo amore per la conoscenza, vi sono transitati, vi hanno sostato, vi hanno lasciato la loro impronta.
Ne seguiremo come segugi le orme, ripercorrendo il solco da loro tracciato per attualizzare la tradizione, vivificarla, riconvertirla e viverla come esperienza più consona alle nuove esigenze epocali, mentre risuonerà l’eco delle parole e degli insegnamenti del Maestro Kremmerz:
“ L’ermetismo – Egli scrive – che ricerca la verità assoluta come finalità della conoscenza perfetta, dice: non credere, e purificati da ogni convenzione transitoria per ritrovare in te prima, fuori di te dopo, la visione semplice della Natura che è Verità eterna e quindi scienza assoluta… Nella semplicità vedrai che l’Amore, nella sua integrazione completa, regge l’Universo, e che l’Universo è amore anche dove il contrasto della lotta genera, rinnova, riproduce, fissa in ogni essere vivente, dal cristallo alla pianta, dagl’infusori all’uomo, il diritto di partecipare alla vita della Verità Assoluta. Nelle idee semplici troverai: che l’odio, la necessità, il dolore, sono spiriti della falsa concezione della vita, poiché l’innocenza che è purità di coscienza libera, non concepisce nessuno dei tre termini (odio, dolore, necessità); che predicare l’idealismo morboso che fa desiderare e sognare quello che non è in natura, è deviare dalla Verità; che una è la legge, una l’esistenza di tutte le cose, una è la matrice di ogni forma sensibile e che, fuori di quest’unica verità, non esiste che la follia ragionante, la quale ha trovato che l’uomo imperfetto tutto debba sperare per grazia, e che la vita eterna degli spiriti si svolga fuori la potestà della materia che è l’unica legge, l’unica essenza, l’unica matrice di ciò che fu, che è, che sarà in eterno sulla terra e in tutti gli astri del firmamento. Lo Spirito Unico di quest’unica cosa, si chiama con le stesse lettere che formano il nome dell’Urbe, nei cui reconditi meandri Virgilio, che Dante prende a guida, fu iniziato. La faccia vera del Dio Vero e Universale, giustizia e bene, appare così in ogni opera della creazione perfetta che uscì dalla sua volontà”.
Le escursioni previste nel n/s programma, saranno pertanto, all’insegna del recupero dei valori più autentici della tradizione e della visione del “semplice” attraverso il linguaggio della Natura, e muoveremo i nostri passi nel cuore di questo suolo italico lasciando che la Sibilla Appenninica, anima antica e regina di questi monti, ci guidi nel cammino con i suoi saggi oracoli e ci invii i suoi segni augurali.