Sinteticamente e in parole povere, si ricordano qui di seguito i punti essenziali su cui poggia il metodo ermetico proposto dal Kremmerz e praticato nella Sua Schola:
- Non credere a niente e a nessuno senza prima verificare, al di fuori di ogni preconcetto e attraverso l’esperienza.
- Valutare i rischi di una sperimentazione strettamente soggettiva: primi fra tutti l’orgoglio e l’autosuggestione.
- Tenere ben presenti le differenze fra realtà oggettiva, senso comune delle cose, consuetudini e convenzioni sociali.
- La Verità è una conquista individuale, ma a cosa servirebbe questa conquista se non fosse condivisibile, e soprattutto utile anche agli altri?
- Essere sempre sé stessi: rifuggire ogni modello precostituito e soprattutto l’imitazione, anche di chi ci sembra migliore di noi.
- Non pensare, misticamente, che per evolversi si debba rinunciare alla gioia, all’amore, alla libertà, alla dignità e al rispetto per sé stessi.
- Considerare l’umiltà come la consapevolezza dei propri limiti: nessuno è perfetto, ma tutti siamo perfettibili.
- Coltivare in sé la consapevolezza di essere l’artefice del proprio bene ed aspirare a diventare niente più che un tramite per quello altrui.
- Rifuggire ogni prevaricazione, anche se a fin di bene.
- Essere sempre disponibili verso chi chiede, ma considerare che l’atto del donare è proprio solo di chi possiede per conquista, e dispensa nella giustizia.
Sulla base di questi presupposti, e lungi da moralismi dogmatici, imposteremo ricerche, studi, esperienze e quant’altro vorrà sortire dal nostro Ermes singolo e collettivo. Il n/s laboratorio sperimentale dovrà essere multidisciplinare, e pertanto aperto alle competenze e alle materie più disparate; in esso potranno integrarsi arti e scienze propriamente intese con discipline di frontiera, teorie filosofiche codificate con ipotesi fantascientifiche, e soprattutto non saranno posti limiti alle molteplici espressioni della spontaneità dei partecipanti e della loro creatività. Unico leit motiv per tutti sarà il tema proposto che fungerà da punto fermo intorno al quale far ruotare la ricerca e le esperienze: la Matriarchia. E’ per l’appunto al simbolo della Matriarchia di Miriam, quale interprete di un programma d’amore, che Giuliano Kremmerz ha consacrato la Sua Schola.
Ma affinché chiunque possa ben predisporsi nel dare la propria adesione a questo programma, vogliamo rassicurare che qualunque posizione sarà parimenti valutata e gradita. Chi non vorrà, ad esempio, impegnarsi con una collaborazione diretta principalmente al piano di studi, potrà fornire un contributo attraverso la testimonianza della propria esperienza, o con obiezioni e interrogativi da manifestare nel corso dei lavori, o con un contributo pratico a supporto dell’organizzazione o delle attività ludiche e artistiche che si andranno via via a concretizzare. Anche il solo contributo di idee sarà preso in considerazione, come pure ogni critica costruttiva all’operato comune.
In un programma aperto a 360 gradi chiunque potrà attivarsi e trovare la propria collocazione. E sarà proprio questa apertura ad impedire la definizione formale delle attività di questo laboratorio e a proiettarle in una dimensione dinamica e al di fuori delle griglie del consueto.