Dibattito culturale di luglio 2006

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Il 30 Giugno Nerone ha scritto:
– Vorrei sapere se la vostra Scuola considera i Chakra e se sì, dove li colloca? Inoltre vorrei capire se c’è un nesso tra la vostra opera terapeutica e la compassione. Grazie.
Nerone

Risposta:
Nell’ambito della tradizione ininterrotta (pare da 6000 anni) confluita nella Schola del Kremmerz, ove ci si richiama costantemente al Principio di Unità del Tutto, non si evidenziano riferimenti ad una divisione in centri energetici del corpo umano (sette, i principali, nelle religioni orientali). Nel nostro percorso sperimentale non si “lavora” su di un particolare centro o porta di accesso energetica (chakra), per riequilibrare un presunto malessere fisico o psichico in sua corrispondenza.
Nell’operatività nostra, volta al raggiungimento di una coscienza integrata col progetto intelligente della vita universa, l’essere è considerato nella sua unità di materia-energia. Infatti quello su cui si agisce “ermeticamente” è il principio vitale insito in tutta la materia vivente, non collocabile, quindi, in una particolare o variabile sede del n/s corpo, bensì in ogni cellula e molecola che lo compone e in ogni sua potenzialità e funzione interagente in ogni ambito della realtà.
Se dunque esistessero realtà ancora ignote, piani così detti “metafisici”, possibilità reincarnative o persino aliene, rientrerebbero comunque nell’ambito di questa esperienza unitaria al di là di schemi precostituiti, dogmi o azioni compensative proprie ad atteggiamenti mistico-religiosi.
La compassione, ad esempio, per l’operatore ermetico non è un atto dativo di compensazione nei confronti di chi soffre, ma compenetrazione nella crisi “fermentativa” del principio vitale e compartecipazione al dramma della materia in continua evoluzione.

23 Giugno Maria Gabriella ha scritto:
– Visitando il vostro dibattito culturale mi hanno incuriosita alcune domande e risposte che mi pare si riferiscano a problematiche molto comuni. In riferimento alla risposta data a Floriana, voi fate cenno allo “stato di neutralità” (o immunità psichica). Posso avere chiarimenti in merito? Inoltre circa la risposta data a M.M. posso sapere di più sullo “spirito di attività”. Grazie
Maria Gabriella

Risposta:
Per “spirito di attività” si intende la tendenza del proprio essere ad uno stato vigile, costante ed attivo, cioè operante, in tutti i frangenti della vita. Nell’ambito della nostra Schola chi vuole pervenire deve operare. Primariamente si agisce su noi stessi per mezzo di tre fattori: della volontà, della scienza, dell’equilibrio. Quindi, va sottolineato che “operare è imparare, agendo” ovverosia dopo aver appreso a non credere per fede, bisogna sperimentarsi nell’azione. Gli iscritti alla Schola, educati da pratiche e metodologie specifiche, impareranno a manifestare uno stato attivo in tutte le circostanze della vita. Ma fattore fondamentale in questo processo è la purificazione della coscienza da ogni distorsione, influenza turbante di preconcetti, di ambiente, o di ambizioni, affinché la realtà possa essere percepita in noi e fuori di noi nella sua verità, senza dunque alcuna interferenza personalistica o interesse di sorta. Questo stato di purificazione è propedeutico alla conquista della neutralità ermetica, o coscienza integrata, stato autonomo e indipendente interiore, scevro da ogni nebbia di convenzione umana, stato di coscienza universale, cioè concordante con l’uno-universo. Chi lo realizza percepisce correttamente la manifestazione della Natura (che è verità eterna e quindi scienza assoluta) e, comprendendone i meccanismi creativi, li riproduce in se e fuori di se quale espressione individuata della legge d’amore che tutto regola. Ed è a questo che la Scienza Ermetica conduce. E’ evidente, però, che una tale conquista preveda coerenza di vita ai principi ermetici, un’etica impeccabile e anni di lavoro serio e continuo. Rientra però nelle più nobili possibilità dell’essere umano anche se spesso egli preferisce rimanere nella sua cecità, facendo delle sue stesse debolezze le proprie certezze.
Lo stato ermetico di neutralità è uno stato di essere che non si può raccontare ma che solo chi lo possiede e lo pratica, esprime e manifesta: ad esempio, nell’amore più disinteressato per i propri simili e la Natura tutta.

Il 7 Giugno Moreno ha scritto:
– Salve, nella prima pagina di presentazione del vostro sito, dalle parole di Kremmerz leggo: “…possedere l’intelligenza ermetica…” Cosa significa? Come si può sviluppare questa intelligenza ermetica? E in che differisce da quella ordinaria? Grazie.
Moreno

Risposta:
L’intelligenza comunemente intesa quale “complesso delle facoltà mentali e psichiche che consentono all’uomo di ragionare, di comprendere la realtà e di fronteggiare situazioni nuove – capire, pensare e giudicare – ( Zingarelli 2006 ) è quantificabile mediante i vari test per misurarne il quoziente. La stessa metodologia non è tuttavia applicabile quando si parla di intelligenza ermetica, da intendersi come uno stato di essere “incendivo” o fermentativo che consente di penetrare l’essenza vitale della materia in tutte le sue manifestazioni dalle più sottili alle più spesse. Nella Schola la comprensione intelligente del mistero della Vita procede partendo dal basso, dal concreto, con “la presa di coscienza dell’intelligenza degli elementi, intrinseci a tutte le componenti del proprio corpo e dallo stesso prodotte: solide per l’individuazione dell’elemento terra (scheletro, muscoli, organi…ecc.) liquide per l’individuazione dell’elemento acqua (sangue, linfa, saliva…ecc.) aeree per l’individuazione dell’elemento aria ( respiro, alito…ecc.) caloriche per l’individuazione dell’elemento fuoco (dalla temperatura corporea, alla circolazione e pressione sanguigna, al fermento amoroso…ecc.). Ciò parallelamente all’intelligenza (ndr. penetrazione-sperimentazione-esercizio) e al dominio delle potenzialità della propria psiche in tutte le sue manifestazioni: dall’allenamento della volontà, della memoria, della dialettica, fino al raggiungimento e penetrazione di tutte le potenzialità intelligenti e creative della natura umana”. (vedi: Jah-hel in La Via della Rosa).
Quindi l’intelligenza ermetica quale intelligenza di sintesi della Verità, non coinvolge solo la psiche e il pensiero umano, ma “lega” (in-te-ligo) tutto l’Ente universale, manifesto e non, alla coscienza purificata e integrata dell’essere in evoluzione, e la sua acquisizione è imprescindibile dalla sperimentazione del metodo ortodosso e tradizionale della Schola.
L’intelligenza ermetica è poeticamente descritta dal Kremmerz nel “Credo Ermetico” come “Intelligenza arcana che da all’essere la coscienza del Vero”. Possederla, oltre a realizzare la più profonda conoscenza di se stessi, consente di percepire la Natura e i propri simili non più estranei a sé, ma compenetrati nell’identico progetto della Vita.
Da ciò, il senso del concetto di Fratellanza e di medicina ermetica pro-salute populi.

Il 3 Giugno Annunziata ha scritto:
– Perché in molte scuole “spirituali” si da tanta importanza agli esercizi di respirazione? Quale importanza rivestono nella vostra scuola?
Annunziata

Risposta:
La Scuola del Kremmerz non prevede esercizi di respirazione conformati, partendo dal principio che ogni singolo iscritto, quale unità individua, ha sue proprie caratteristiche biologiche e psichiche. Pertanto ognuno ha anche il suo ritmo respiratorio. Come tutti sanno la respirazione è il complesso degli scambi gassosi fra l’organismo e l’ambiente, consistente nell’assunzione di ossigeno e nella successiva realizzazione di reazioni ossidative a livello tessutale. Con la respirazione introduciamo aria ossigenata nei polmoni; qui l’ossigeno si lega all’emoglobina presente nel sangue e attraverso l’apparato circolatorio viene trasportata a tutte le cellule. A livello delle cellule l’ossigeno viene consumato dai meccanismi mitocondriali. I mitocondri sono veri e propri impianti energetici perché attraverso la produzione di una molecola (ATP) forniscono l’energia necessaria per i processi cellulari. Così vediamo che l’aria che respiriamo attiva i processi energetici, o l’elemento fuoco del nostro organismo, come è in Natura ove il fuoco senza ossigeno non arde. Applicando la legge dell’analogia, che in Ermetismo è fondamentale, il praticante della nostra Schola, passerà dalla conoscenza del funzionamento del proprio apparato respiratorio, alla coscienza profonda del suo significato. E attraverso le pratiche ermetiche, che sono governate dalla legge del ritmo in natura, armonizzerà il suo ritmo respiratorio con quello della Natura Universale, e ciò perché l’Ermetismo considera le funzioni dell’universo analoghe a quelle di ogni altra unità organizzata, uomo compreso. Ciò fa intuire anche perché non sia consigliata una pratica respiratoria uniformata. Nelle pratiche della nostra Schola il respiro viene utilizzato nelle sue varie modalità: ad esempio come freddo e caldo, in fuori o in dentro, come inspirazione ed espirazione. Per comprendere meglio queste qualità ci si deve accostare al principio del “solve et coagula” dell’alchimia. Il respiro freddo dissolve e il caldo coagula. Si consideri che in Alchimia la soluzione o dissoluzione è una sottilizzazione, la coagulazione è una fissazione. Si dissolve ciò che viene trasformato, si coagula il risultato ottenuto. Analogicamente dunque, attraverso il nostro respiro, si attua una legge universale finalizzata alla realizzazione di qualunque cosa, ovverosia si manifesta il ciclo di trasformazione fenomenica della materia. Ad esempio si porta l’azione dei raggi solari sulla superficie umida della terra che genera evaporazione. Questa corrisponde all’azione del fuoco sull’acqua. L’acqua evapora, diventa nuvola, ridiventa acqua in forma di pioggia, ricorre al mare in forma di fiume e si rimuta in vapore e risale al cielo per ricadere in terra. Dunque il processo di trasformazione del principio umido in vapore, secondo Kremmerz, non risulta che come una condensazione, con spostamento di luogo del respiro terrestre. Va infine considerato che il respiro (fiato, aria, soffio) è il veicolo della parola che in Ermetismo è creatrice.

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