Unità dell’esistente o “non separabilità delle cose”

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Per L’Ermetismo: “In natura esiste tra le forme un legame indissolubile come fra tutte le sostanze. Questo concetto unitario del macrocosmo, unità universale, non è un saggio di difficile interpretazione dell’idea manifestativa della non separazione delle cose. La visione dell’Universo è relativa, ma dovunque e comunque armonica e di immagini legate e mai indipendenti. Questa unità nella Natura esiste per impossibilità di separazione. Eppure tutte le unità di forma e di sostanza, tutte le specie naturali sono unità per se stesse, solo perché istintivamente tendono alla separazione. Un esempio: l’uomo. L’egoismo ne conserva l’unità. Un istinto rudimentale dell’egoismo deve esistere in ogni specie di tre regni naturali della convenzionale classifica scolastica. Le forme di cristallizzazione, le forme delle fioriture nei vegetali, le forme somatiche degli animali, sono istinti dell’egoismo separatore a cui tendono, senza riuscirvi, tutti gli individui e tutte le unità. Malgrado ogni ribellione, v’è legame che non si rompe tra la volontà che non cede e il resto della natura. L’individualità è un’apparenza. Una pianta in un prato ed un cane che corre nella via che confina e si allontana dal prato sono separati apparentemente: nel momento che guardiamo, noi dimentichiamo che cane e pianta respirano la stessa aria e toccano la stessa terra. Noi che osserviamo ciò, tocchiamo la stessa terra e respiriamo l’aria stessa, e dimentichiamo di essere parte congiunta e continua della visione esteriore. Chi ci può dire se la visione non sia un semplice prodotto di questa continuità? E che è questa a darci il senso illusivo della separazione nostra dalle cose viste? ”

Per la Fisica Moderna (brani tratti dai testi di F. Capra) : “Un’analisi accurata del processo di osservazione in fisica atomica dimostra che le particelle subatomiche non hanno alcun significato come entità isolate, ma possono essere intese solo come interconnessioni, o correlazioni, fra vari processi di osservazione e misurazione. Le particelle subatomiche quindi non sono “cose” ma interconnessioni fra “cose”. Ecco in che modo la fisica moderna rivela la fondamentale unità dell’universo. Essa dimostra che non possiamo scomporre il mondo in unità minime esistenti indipendentemente. Man mano che penetriamo nella materia, la natura non ci rivela mattoni da costruzione isolati, ma ci appare piuttosto come un tessuto complesso di relazioni fra le varie parti di un tutto unificato. Le evidenti somiglianze fra la struttura della materia e la struttura della mente non dovrebbero sorprenderci troppo, giacchè la coscienza umana svolge un ruolo determinante nel processo di osservazione, e nella fisica atomica determina in grande misura le proprietà dei fenomeni osservati. Per esempio un elettrone non ha proprietà obiettive indipendenti dalla mente di chi l’osserva.” “Le scienze della cognizione sostengono che noi generiamo il nostro sé proprio come generiamo oggetti. Il nostro sé o ego non possiede alcuna esistenza indipendente, ma è una conseguenza del nostro accoppiamento strutturale interno, cioè di interazioni ricorrenti con l’ambiente, ognuna delle quali innesca modifiche strutturali nel sistema. Per superare la nostra ansietà cartesiana abbiamo bisogno di pensare in modo sistemico, spostando l’attenzione concettuale dagli oggetti alle relazioni. Solo allora possiamo renderci conto del fatto che l’identità, l’individualità e l’autonomia non implicano separazione e indipendenza. Per riconquistare la nostra piena natura umana dobbiamo riconquistare l’esperienza della connessione con l’intera trama della vita.”

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