Sto leggendo l’opera di Giuliano Kremmerz “Avviamento alla scienza dei magi” ed ho notato come l’autore, in più di qualche punto parla di “educazione della volontà”. Io cerco quotidianamente di fare degli esercizi, ma vi chiedo se il Kremmerz abbia dato delle pratiche specifiche a questo scopo.
Ringrazio anticipatamente
Anna N., Torino.
Risposta:
Gentilissima Anna N., Lei ha individuato uno dei punti nodali del pensiero di Giuliano Kremmerz.
La volontà, infatti, è uno degli elementi fondamentali per procedere sulla strada del risanamento e della conseguente evoluzione del mono mentale e corporale dell’individuo. Ogni “esercizio” però, affinché non rimanga fine a se stesso, ma raggiunga uno scopo, ha bisogno di essere attuato in funzione di una meta precisa, e il Maestro ha sì, lasciato delle pratiche specifiche a questo scopo, ma solo per quelle persone che si riconoscono nella finalità di Bene che Egli ha fissato nella “Pragmatica Fondamentale” della Sua Schola.
Potrà trovare ulteriori approfondimenti sull’argomento sul nostro sito, nella sezione Terapeutica in “La parola al taumaturgo”.
Sempre a disposizione per ogni ulteriore chiarimento, le porgiamo i nostri saluti.
Non vi sembra che far riferimento, ancora oggi, in pieno ventunesimo secolo, alla purità mistica della Vergine Immacolata sia a dir poco anacronistico?
Distinti saluti da un moderno e pratico ricercatore
Risposta:
Gentile moderno e pratico ricercatore, ci permettiamo di dirle che forse Lei non ha ben compreso a cosa Giuliano Kremmerz si riferisse con questo esempio. Il concetto di purità di cui parla il Maestro non ha niente di mistico, d’altronde questo termine è del tutto estraneo al pensiero dell’Autore, ma è uno stato di essere totalmente concreto, proprio di quelle persone che, in seguito ad uno specifico lavoro su se stessi, hanno raggiunto uno stato di indipendenza dai bisogni, e per farle capire cosa il Kremmerz intende per bisogni citiamo le sue stesse parole “…il sentimento dell’amor proprio, della dignità, dell’onore; dell’amore legittimo e del colpevole, il sentimento della paura del soffrire, della morte, della povertà, dell’interesse, della conservazione, del diritto sui figli, della possessione, del diritto a superare il proprio simile” Come vede qui si tratta di un lavoro che neanche la più avanzata psicoanalisi porta avanti, un lavoro profondo di destrutturazione da tutte le sovrastrutture che, sempre citando il Maestro, “ti inviluppano come un baco da seta e ottenebrano la visione reale delle cose che stanno in te e fuori di te”.
P.S. Vergine = Vir agens = l’essere che agisce con potenza. Pensa ancora che sia un’immagine mistica?
Distinti saluti.
Gentile S.P.H.C.I., ho già scritto più di una volta, ai vs. indirizzi di posta elettronica, esprimendo la mia volontà di entrare a far parte della Schola del Kremmerz. La mia è una decisione ponderata e mi sento sicura delle mie scelte, perché tante difficoltà?
Elena S. Pordenone
Risposta:
Gentile Elena S., in questa sede non possiamo che ribadire le risposte che Le abbiamo già inviato per posta, prendendoci un po’ più di spazio affinché i chiarimenti giovino anche ad altri che si trovano nella sua stessa situazione. La nostra regola recita che chiunque aspiri a far parte della Fratellanza Terapeutico-Magica di Miriam, deve essere presentato da una persona già iscritta.
Questo, in un’ottica più comune è una garanzia di serietà, per entrambi i contraenti. Lei, per quella che è la sua capacità di percepire l’integrità morale e la correttezza che ci contraddistingue, noi per quella che è la nostra capacità di penetrare le sue intenzioni che devono essere più che rette e limpide. Per guardare la cosa da un’ottica più profonda utilizziamo le parole del Kremmerz: “Diventare novizio non è una sport: il passo incerto è verso la luce – luce che abbaglia ? Che illude? Che fa vedere il mondo di rosa? Non credere a queste sciocchezze…” E per concludere “Chi segue il mio metodo arriverà…ma per far questo occorre essere una persona molto seria”
Con la speranza che il messaggio sia arrivato, la salutiamo con la certezza di vederla presto.