Dibattito culturale di maggio 2006

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Il 12 Maggio M.M. ha scritto:
Mi sono collegata al vostro sito e mi sembra che il messaggio che diffondete è quello di realizzare un equilibrio psico-fisico. Perciò voglio chiedervi : cosa consigliate a chi vive una vita frenetica, che ci porta ad essere stanchi e stressati, perché densa di impegni e di doveri, affinché si possa affrontare con più energia e positività? In qual modo conciliare i molteplici impegni del quotidiano con una ricerca “spirituale”?.
M.M.

Risposta:
Ci fa piacere la domanda di M.M. perché mette a fuoco una problematica molto diffusa: il conciliare la necessità di una ricerca interiore con il vivere quotidiano. Il primo errore sta nel concepire una dicotomia tra i due momenti per cui si pensa di dover ritagliare del tempo in cui coltivare questi interessi che restano così relegati in spazi a volte poco ampi, mentre andrebbero calati, vissuti e praticati nel quotidiano. Così facendo eviteremmo di vivere scissi tra l’ambito evolutivo e gli impegni della vita, e il problema della mancanza di tempo si ridimensionerebbe. Per affrontare gli impegni e i doveri del quotidiano senza esserne sopraffatti la chiave di volta è lo “spirito di attività”. Ovvero fronteggiare propositivamente le situazioni e le difficoltà che si incontrano, con la volontà di risolverle. In merito poi agli impegni e ai doveri che ci assumiamo, e che sembrano toglierci tutto il tempo che abbiamo, sarebbe utile soffermarsi a valutare se il peso che gli diamo sia reale o caricato dalle nostre debolezze e passività, dalle nostre necessità o dai nostri condizionamenti. Grazie a questa autocritica troveremo anche quei punti da dover modificare in noi stessi e che fanno da freno ad una visione più integrale della vita e della realtà. Nell’ambito della nostra Schola gli strumenti e le pratiche messe a disposizione degli iscritti, sin dal primo momento, favoriscono l’innescarsi di un dinamismo equilibrato, che aiuta a porsi in un’ottica di giustizia in ogni situazione della vita.

Il 9 Maggio Floriana ha scritto:
Credo nei segni che la natura e l’ambiente intorno a noi ci inviano quali messaggi che possono riguardarci. Vi chiedo come non farsi condizionare dai presagi e dai segni nefasti che il quotidiano ci propone?
Floriana

Risposta:
Sicuramente la Natura ci parla con un suo proprio linguaggio simbolico, sempre più difficile da interpretare a causa delle nostre sovrastrutture. Se ciò è vero, trovando le sue cause nell’unità dell’esistente, è altrettanto vero che non bisogna confondere i messaggi pantei con la superstizione, frutto invece di luoghi comuni. Va anche detto che per essere nella condizione di leggere bene i “segni” naturali, bisogna aver raggiunto una purificazione della coscienza, uno stato di neutralità o di immunità psichica che si realizza quando le influenze psichiche o i propri moventi passionali non interferiscono più nella ricezione e nell’interpretazione dei segni. Date queste premesse, qualora si sia piuttosto suggestionabili o preda di superstizioni, bisogna innanzitutto esorcizzare la paura poiché la Natura pantea coi suoi messaggi, invitandoci ad essere più prudenti ed attenti, fa emergere le nostre migliori potenzialità per difenderci e limitare eventuali danni.

Il 3 Maggio Nunzio S. ha scritto:
Come imparare ad amare se stessi?
Nunzio S.

Risposta:
Nella Schola del Kremmerz vengono affidati gli strumenti per lavorare su se stessi al fine di realizzare uno stato di Amore che, man mano che si dipana il filo del proprio cammino, diventa sempre più ampio e trasmutativo di se stessi e dell’ambiente circostante. La prima modalità per amare se stessi è il rispettarsi e farsi rispettare. Innanzi tutto ritenere sacra la propria corporeità in tutte le sue funzioni e manifestazioni in sintonia con le leggi della Natura. Rifuggire poi ogni stato di dipendenza, di necessità e ancor più di schiavitù. Considerare sacra la propria vita e in un dinamismo evolutivo che tende a vederci sempre migliori. Così facendo questa parola Amore, tanto equivocata e commercializzata, comincerà ad acquistare un significato ben più concreto, trasmutativo, integrativo e del tutto insospettato nell’accezione comune.

Il 20 Aprile Fiorello ha scritto:
A parte i testi riguardanti il Kremmerz o quelli indicati dalla vostra scuola, quali sono le opere fondamentali da leggere nell’ambito dell’Ermetismo?
Fiorello

Risposta:
Rispondiamo con le parole di G. Kremmerz (dal Commentarium – anno I – 1910) : “Ai parecchi che mi domandano che libri bisogna leggere potrei rispondere che il libro della Natura è aperto a tutti ed è l’unico che non inganna. Viceversa voglio essere meno musulmano e prego di leggere tutte le riviste e tutti i libri di scienza occulta e non credere a nessuno. Seguire le idee di chi si legge col beneficio dell’inventario. Psichisti, spiritisti, magnetizzatori, occultisti, mistici, mistagoghi, tutti sono ottimi, specialmente quando ciò che predicano lo sentono con purità e con concezione di altruismo rispettabile. Oltre al corredo di tante cognizioni che ci vengono dai libri, s’impari a conoscere sempre un po’ quella bestia meravigliosa che è l’uomo sapiente. Ma dopo aver imparato a non credere, conviene provare per sapere, e a questo si presta il campo operatorio della scuola nostra, dove l’azione probativa è collettiva e individuale, continuamente e senza interruzione”.

Il 14 Aprile I.S. ha scritto:
In cosa differisce il Nosce Te Ipsum della Schola Miriamica da quello della Psicoterapia?
I.S.

Risposta:
Per realizzare il Nosce Te Ipsum la nostra Schola parte dall’osservazione più neutrale e distaccata possibile del corpo fisico, dei suoi meccanismi biologici e fisiologici, per imparare a dirigerli e a dominare qualsiasi eccesso in un equilibrio costante fra funzioni opposte. Importante anche l’educazione dei 5 sensi per propiziare lo sviluppo della loro sintesi, o 6° senso. Ciò parallelamente all’intelligenza e al dominio delle potenzialità della propria psiche in tutte le sue manifestazioni (allenamento della volontà, della memoria, della dialettica…), fino al raggiungimento e penetrazione di tutte le potenzialità intelligenti e creative della natura umana. Ciò per giungere alla conoscenza delle virtualità palesi e latenti dell’essere umano, secondo una finalità integrativa della coscienza dell’uomo occulto e storico (qui es, eris, fuisti) con l’apparente coscienza esteriore e recente. Così concepito il nostro “Nosce Te ipsum”, si capisce che va ben oltre le finalità di ogni forma di Psicoterapia, pur necessaria a chi ne ha bisogno.

Il 7 Aprile Emanuela – il 24 Marzo F.T. – il 27 Febbraio L.C. hanno scritto:
L’importanza della qualità del cibo può influenzare la propria evoluzione? Cosa ne pensa la scuola, tenendo presente che la maggior parte dei cibi sono oggi sofisticati? E cosa ne pensa degli OGM?
Emanuela
Nella prospettiva di divenire un praticante della Miriam chiedo: la temperanza nell’alimentazione a cosa serve primariamente? Per acuire la sfera sensoriale? Se mangio carne assimilo l’essenza dell’animale?
F.T.
Il tipo di alimentazione può essere correlato con l’evoluzione? E se si, in che modo?
L.C.

Risposta alle tre domande:
Rispetto all’alimentazione la nostra Scuola invita alla temperanza e ad abituare l’organismo a rispondere al comando della volontà. Quindi mangiare o digiunare quando occorre. Un percorso evolutivo si manifesta e si estrinseca in ogni atto della nostra vita; ne consegue che anche il regime alimentare andrà, nel tempo, finalizzato e adeguato alle dinamiche evolutive. Ciò nonostante la Scuola del Kremmerz, contraria ad ogni rinuncia, non consiglia una forma particolare di alimentazione, piuttosto che un’altra, se non in periodi di pratiche specifiche. Riguardo agli alimenti prodotti con OGM, in linea di principio siamo contrari, come a tutto ciò che è sofisticato ma, realisticamente, bisogna riconoscere l’impossibilità di evitarli del tutto. Di contro il nostro organismo, allenato con determinate pratiche, tende a neutralizzarne gli effetti dannosi.
Il detto “siamo quello che mangiamo” non è da generalizzare o interpretare alla lettera, perché nell’organismo umano esistono meccanismi per i quali si metabolizza e si assimila solo ciò di cui si ha bisogno, trasformandolo in energia compatibile alla specie umana.
Per quanto riguarda poi i digiuni esagerati non sono di pertinenza della via ermetica.

Il 12 Marzo Biol ha scritto:
E’ preferibile vivere in città o a contatto con la Natura per favorire la propria evoluzione spirituale”
Biol

Risposta:
Non si può dire che la vita in città o a contatto con la Natura siano l’una preferibile all’altra, ai fini di un percorso evolutivo. Nella nostra Schola e per le nostre metodologie, ogni discepolo ha bisogno di momenti di solitudine e di introspezione, alternati a momenti di socialità e di contatto con gli altri. Va osservata e vissuta la Natura in noi e fuori di noi, e nel contempo i frutti di questo lavorio vanno misurati e messi a disposizione dell’umanità. Nel nostro Centro Studi di Montemonaco (AP) spesso alterniamo momenti di studio e di ricerca a momenti collettivi di esperienze nella Natura.

Il 3 Marzo F.D. – il 15 Febbraio M.G. hanno scritto:
L’amico veterinario che cura i miei gatti sa che frequento il vostro sito e così più di una volta abbiamo parlato della terapeutica ermetica. Ci siamo chiesti se questa possa essere utilizzata anche per gli animali. Ci piacerebbe una risposta.
F.D.
La pratica terapeutica a distanza può essere rivolta ad un animale domestico ammalato?
M.G.

Risposta ad entrambe le domande:
Si, la terapeutica ermetica può anche essere utilizzata efficacemente per aiutare i nostri amici animali, quando questi sono a nostro diretto contatto, visto che non sono in grado di stabilire un collegamento a distanza. Ciò in quanto la terapeutica ermetica attiva il principio vitale di tutti gli esseri viventi, ristabilendone la salute (lo stesso vale per il regno vegetale).

Il 12 Febbraio F.B. ha scritto:
Un ammalato che si è rivolto alla Fratellanza per un aiuto terapeutico può, contemporaneamente, richiedere un aiuto ad altri (dalle religioni alle medicine new age) o ciò è incompatibile e può inficiare l’aiuto messo in moto dalla terapeutica ermetica?
F.B.

Risposta:
La medicina ermetica sostiene e valorizza ogni tipo di cura che poggi su basi scientifiche. Non entra in conflitto né in competizione con alcun tipo di credo, ma mira ad attivare l’ammalato fino a far scattare in lui un meccanismo di autoguarigione. Pertanto è antitetica ogni metodica new age che lo ponga in uno stato di passività.

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