Cabbala, numerica pitagorica e magia divinatoria secondo Giuliano Kremmerz – parte prima

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Cabbala, numerica pitagorica e magia divinatoria secondo Giuliano Kremmerz – parte prima

Cabbala, numerica pitagorica e magia divinatoria secondo Giuliano Kremmerz – parte prima

Per chi non lo sappia i Cabalisti sono gli occultisti della tradizione occidentale ebraica, fondamento della loro filosofia la Cabala, schema delle idee assolute nella natura e il cui insegnamento era tradizionale da maestro a discepolo. (A,479) – Gli Ebrei nella servitù faraonica ebbero molto ad imparare, e la magia divenne palesemente di forma ebraizzata, in memoria della prigionia in Egitto che, nel mondo antico, rappresenta l’anello di congiunzione fra l’oriente e l’occidente e fra l’antichissimo e il meno antico. (SM,II,318)

– La Cabala, per chi non lo sa, è la fisiologia delle leggi assolute e degli elementi immutabili della natura fisica, intelligente e mentale, della natura nella sua espressione concreta. La Cabala è forma ebraizzata della stessa filosofia orfica, egizia e pitagorica. La pitagorica è la più completa, ma è più difficile per intelletti non esercitati. Dunque in questa matematica di principi attivi e attivanti, il mondo Universo è concepito come un’unità: è la unità più grande e la più assoluta, il macrocosmo visibile e invisibile nelle sue parti lontane a cui l’occhio e il telescopio non arrivano, tutto ciò che è, l’Essere incommensurabile, infinito. L’uomo (ricordate l’enigma di Edipo) è l’unità incommensurabile e infinita più piccola, è l’universo in piccolo; Essere breve, ma indeterminatamente profondo. E’ il microcosmo nella vita della realtà concreta, finita ed infinita… Pitagora scriverebbe a (alfa) l’uno e il mille, il milione e l’infinito: il numero cioè, il valore per nessuna forza o concezione precisabile e limitato, e pure limitato nella precisione del numero, che è grafico e per necessità finito. Bisogna intendere questo immenso che diventa finito, cioè determinato e delineato per semplice virtù della espressione. Il numero che tutto contiene in sé è l’1; ma la espressione grafica o orale è già concretazione dell’infinito nel finito. Di qui l’unità microcosmica, l’uomo… Così nella tradizione egizia trassero origine l’astrologia e le influenze astrali nelle ipotesi del tolöm, il collegio sacerdotale che osservava le influenze degli astri. Così nel microcosmo il mondo esteriore visibile determina le impressioni animiche e dall’abisso ignoto fondo astrale dell’uomo (… La zona astrale dell’universo è egualmente zona senza luce, cioè nera), emergono forze, movimenti e vibrazioni insospettati. Così si stabiliscono le leggi della magia divinatoria. La Cabala, dalle parole di scrittori fantasiosi, è uscita denaturata e complicata e lo studioso – dopo tanto leggere – per ritornare col mio invito alla semplicità di origine delle interpretazioni elementari, deve demolire metà delle idee fatte e pasciute di belle frasi. Come libro misterioso, è comprensibile se si trova la chiave che la esplica, anzi le molte chiavi che l’aprono a gradi. Dal relativo monta all’assoluto, per ridiscendere al finito e al temporaneo. Per l’orientamento delle moderne ricerche, lo studio della cabala contribuirebbe certo con un valore di grande efficacia a quel gruppo di dottrine in formazione che hanno per oggetto lo spirito dell’uomo e la materia, e non trovano il punto equilibrante in cui i due valori si compensano e si fondono… Questo io scrivevo nel 1905; dopo 16 anni si accenna a una nuova rivoluzione dello scibile con le teorie nuovissime di Einstein a carattere matematico… ma a contenuto schiettamente cabalistico. La teoria della relatività nella determinazione di spazio e di tempo, la concezione antieuclidea, la negazione delle verità assiomatiche accettate come assolute, lo sfacelo della dottrina Newtoniana e la concezione scientifica di una visione dell’esistente in natura a 4 dimensioni formano il cumulo di percezioni… cabalistiche. Ora la portata di queste teorie nuove sarà immensa sulle scienze biologiche, sulla discussione intorno ai fenomeni fisici e sui valori capovolti dei principi di base nei giudizi sulle esperienze scientifiche. L’intuizione prende un aspetto nuovo (che sia quella del Cardano, il medico milanese traduttore del Sinesius, che fece sorridere quando volle dimostrare in base ai principi della Cabala, come l’intuizione dovesse riferirsi ai procedimenti logici per la ricerca della verità?) e la causalità un carattere di precedenza… La chiave della Cabala è a ricercarsi, come quella dell’Alchimia degli alchimisti classici… La filosofia della Cabala è realizzatrice di potere, ma per intenderla, ha bisogno di essere riconsultata. (SM,II,302-306) – La Cabala ha il suo fondamento sull’Unità-Essere. L’Ente è l’Ente: tutto l’universo è una unità la cui ragione di essere è nella realtà del suo stato di essere: però l’unità collettiva, inafferrabile, nella sua verità o essenza manca di determinazioni fondamentali: lo spazio e il tempo due termini infiniti per la sola concezione determinativa della mente umana. Lo stato dell’Ente-Essere o Unità infinita, comprendendo in sé tutto ciò che fu che è e che sarà, non è riproducibile nella mente dell’individuo-uomo che con la separazione dei tre tempi… il veggente ricollega i due primi termini (passato e presente) all’avvenire che è una risultanza di essi – perciò il massimo sviluppo mentale pone la visione della realtà ad imitazione dell’Ente-Essere, cioè della Intelligenza Prima e i tre tempi sono abbracciati nell’unità di un solo sguardo, il quale comprende tutto ciò che è causa fino al più lontano effetto. Nell’assoluto la causa embrionale di ogni fenomeno è l’anello di una catena la quale non ha né principio e né fine. I tre termini esprimenti la manifestazione trinitaria della unità illimitata son questi: causa – evoluzione – effetto… E siccome la serie si può ripetere all’infinito, si ha che gli anelli della catena non interrotta rappresentano la continuità senza tempo percettibile nell’assoluto… Il Vico nella Scienza nuova dà sprazzi di luce sulla intuizione cabalistica determinante la continuità ciclica senza determinazione di tempo. I sacerdoti egiziani e i caldaici avevano espresso nella curva zodiacale e nella ellittica la concatenazione della relatività eterna tra il principio incipiente e l’evolvente. Dall’ora in cui la progressione della legge immutabile fu intuita perfetta, si ebbe in tutte le religioni la simbologia ciclica o astronomica o generativa. I tarocchi italiani che hanno fondamento cabalistico per le unità numeriche nelle quattro serie (danaro, coppa, spada e bastone) danno la identica progressione della tavola di Pitagora… ogni serie da 1 a 10, quindi ogni colore dei tarocchi porta sviluppata la serie 1,2,3 in tre triple, il cui infinito è rappresentato dal 10… Il 10 è rappresentato da un multiplo dell’unità filosofica o assoluta girante sulla continuità della legge eterna, la cui espressione è il circolo, l’ellissi o il serpente che magia la propria coda – e che graficamente, nella scrittura dei numeri arabi, si rappresenta con lo 0… Però l’aureola circolare, espressione della forma plastica della continuità passiva, corrisponde alla grafica dello 0 nell’ovolo, il cui midollo è l’intelligenza della unità incarnata o individualizzata: a questo punto il lettore leggendo gli antichi cabalisti e i trattati numerici delle idee potenziali semplici potrà capire perché l’arte della espressione della ideografia assoluta ha ritenuto sempre il 10 e i multipli di 10 come alterazioni passive della scala progressiva delle forze che comincia dalla unità sintesi dell’assoluto. 1 è Dio, è il principio come analisi e sintesi dell’universo. 10 è la iniziale della seconda serie passiva, l’uomo… L’X o 10 della numerica di Pitagora corrisponderebbe alla iod ebraica, però nella corrispondenza della numerica la lettera ebraica indicante l’unità a (alef) non rappresenta nei tarocchi che il primo degli arcani maggiori conosciuto sotto il nome di Giocoliere, che è la sintesi delle metamorfosi generate dall’attivo intelligente… I Tarocchi (dopo i tarocchi le carte da gioco ordinarie) formano un libro sacro di tutte le idee assolute contemplate dalla cabbala e dalle scienze sacerdotali, e il loro studio è una intima e profonda considerazione delle idee assolute e vere, e ogni combinazione dei tarocchi è un responso filosofico e numerico capace di rendere manifeste le più ascose verità… Non si intenderebbe il perché della ragione cabalistica con l’espressione numerica o letterale, se all’espressione delle forze come unità attive, determinate nel sistema pitagorico con le cifre arabe o romane non si fa corrispondere il significato effettivo delle lettere ebraiche, le quali dalla forma, dalla combinazione dei tratti, dalle combinazioni tra loro sono veri e completi gruppi di geroglifici determinanti idee, movimenti e cause (A,250-258) – La scuola italica definiva questa ascensione di creazione astrale o animista con la tavola così detta pitagorica che tutti i bambini imparano a scuola e tutti i maestri insegnano senza sapere il valore adattato alla legge di riproduzione animica. (SM,I,280) – La Sacra Cabbala, filosofia secreta dell’assoluto, ha il potere di eternare il linguaggio sintetico delle idee divine. Di fronte ai processi scientifici del volgo sapiente è la face che ricorda civiltà suggellate dalla conoscenza sacerdotale delle cose… La cabbala numerica o la occulta tradizione pitagorica è, per il caso della sostituzione dei numeri alle parole, ancora più difficile ad essere conquistata senza l’aiuto di un Maestro loquace e non di quelli che vivono nell’aura delle cose finite e determinate… Studiare la cabbala senza la volontà di comprendere le sintesi è tempo perso, come quello dei giocatori delle lotterie che vi cercano le tombole… Pico della Mirandola… asserisce che chi sa il denario dell’aritmetica formale e conoscesse la natura del primo numero sferico saprà il secreto delle 50 porte d’Intelligenza e del grande giubileo della millesima generazione fino al regno di tutti i secoli… Nel Pico i due sistemi, il pitagorico e il giudaico si confondono nella estrinsecazione complessiva delle idee, dovuta alla combinazione delle due scuole orientale e italica e la locuzione è mista né potrebbe essere anche al giorno d’oggi esplicata con le conoscenze profane sui numeri, diversamente la divinazione sarebbe un dono devoluto ad ogni ciurmatore e saltibanco… Il centro è l’unità del moto; il raggio è l’unità sferica nel moto; il circolo descritto è il primo sferico. Il 0 o 10?… Il Pico dimostrò che qui profundas est in Kabbala clare videt; e la sua cabbala delle porte intellettuali la fa cominciare dal primo dei numeri sferici… La profezia augurale dei caldei, degli egizi e dei romani era fondata interamente su questa manifestazione della vita universale nella volontà occulta del grande e intelligente dio di tutte le verità. Ottavio di Tara scrisse prius enim divinabant Hebraei et per dininationem intelligebant scripturas. Leggevano nelle lettere divinandole. Nelle manifestazioni grafiche il segno della volontà suprema. La profezia non è che in questo: l’alta magia è nell’interpretazione di tutta la natura come linguaggio dell’Unico Onnipotente ed Immutabile. La chiaroveggenza è nella sintesi di impressione della natura universale. (A,260-265) – Tutta la filosofia ermetica, magica e cabalistica, che poi si riduce alla numerica di Pitagora, è fondata sul numero 1; vale a dire sull’universo naturale delle cose. Il miracolo di una cosa sola è il meraviglioso assieme dell’universo, il macrocosmo a cui in omologa analogia corrisponde il microcosmo, cioè l’universo piccolo e più breve che è l’essere umano. (D,103) – La filosofia assoluta non può ammettere la concezione di parti nella unità. Se dico che l‘universo si divide in mente creativa, realtà sensibile e legge di continuo ricorso (per servirmi di una espressione del Vico) non avrò esposto nell’enunciato il concetto unitario della grande sintesi. Poiché nell’Universo la prima (Mente) non si manifesta che per la seconda (Realtà) e per la terza (Legge). Quindi le tre parti componenti la sintesi Unità sono talmente l’una alle altre compenetrate che qualunque divisione fino alla monade contiene i tre fattori senza separarli mai… Le diatribe bizantine che tendevano al volgarizzamento delle verità cabalistiche nella religione più comprensivamente classica (da clao, chiudo), le costrinsero a diventar dommi, cioè enunciati di fede in cose apparentemente assurde… Quindi dove l’uomo volgare s’inchina ad un domma o lo disprezza, la cabbala o aritmetica pitagorica trova la legge, la filosofia assoluta e ideale, che non appartiene al cattolicesimo solo, ma a tutte le religioni filosofiche… Questa sintesi universale è la stessa dovunque, in qualunque particella dell’uomo e del creato… ora che l’universo abbiamo definito nella triade essenziale della sua esplicazione devo dirvi: come l’universo considerati sempre uno nella legge trinitaria… Per comprendere (queste cose) come io intendo occorre che altro sale vi entri in zucca, perché invece di farne scaturire disquisizioni voluminose, voi potete e dovete trovarvi la legge del miracolo a cui aspirate – al miracolo per eufemismo che cangia voi uomini in superuomini – e vi dà i poteri delle virtù. Poiché in questo pregovi di credermi: non esiste conquista di verità che non conferisca con l’esercizio di essa un potere o su di voi o sulle cose o sulle nature a voi inferiori. La integrazione dovete intenderla non arcadicamente cantando pastorali e facendo filosofie, ma acquistando il diritto e la forza di servirvi della verità rapita ai cieli secreti della natura… La scuola nostra ne dovrebbe far ricerca col metodo del proprio laboratorio portatile degli alchimisti: su di sé ed in sé, fuori tutte le relatività dei miti e degli altari… la coltura mentale aiuta la decifrazione delle cose vecchie, rancide, di forma arcaica, di cui per erudizione è bene saper molto; per metodo e intendimento però bisogna rifuggire il più lontano possibile dal fare su di esse apprezzamenti e considerazioni sciocche, perché al lume delle odierne cognizioni non si possono valutare cose che devono, per essere spiegate, scaturire da altra preparazione… Perciò io desidero un insegnamento teorico in forma piana, spoglia di ogni ebraismo, parco di lunghe filosofie, senza critiche vuote e parolaie prima di aver praticato e capito sotto qual punto di vista debbono interpretarsi le cose che per noi non hanno senso conosciuto, fino a quando non ne comprendiamo il significato. Non sono grafiti molto curiosi pei bambini i geroglifici delle colonne egizie? (SM,II,241-245) – (continua)

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2 Comments

  1. sal 7 Febbraio 2016 al 13:41 - Rispondi

    La fine del XX secolo ha portato all’evidenza di tutti una lingua globale su cui ci si sofferma poco: il linguaggio macchina, quello parlato dai computer, i cellulari, gli smart-telefoni come gli smart-televisori e le smart-automobili. Più dell’inglese (prima lingua per diffusione) e del cinese (prima lingua parlata) le nostre macchine parlano un linguaggio fatto di sequenze numeriche, e seguono strutture e protocolli del tutto paragonabili a quelli di ogni lingua conosciuta, comunque attinenti alla capacità di produrre linguaggio tipica dell’essere umano.
    Tutto il nostro corpo ‘parla’ per sequenze (DNA, proteine, ecc.).
    Di epigenetica, cioè di informazioni provenienti dall’esterno del nucleo cellulare capaci di sovrapporsi al suo patrimonio genetico e di modificare la trascrizione delle sequenze in esso contenute, ne trattò la S.P.H.C.I. nel congresso di Castel Giusso circa cinque anni fa, in occasione del centenario celebrativo della Pragmatica Fondamentale, raccogliendo come sempre la voce delle avanguardie scientifiche.
    Oggi c’è uno scienziato russo, laureato in matematica, Grigorij Grabovoj, che sostiene che l’uomo sia circondato da un campo (la vecchia aura?) agente su di lui come sul mondo esterno. Tale campo conterrebbe il progetto del suo corpo perfettamente integrato al tutto, ma le deviazioni della vita disturberebbero l’attuazione di tale progetto causando disturbi e malattie. L’accesso al punto di archiviazione delle informazioni sarebbe perciò il modo di ristabilire la salute e addirittura il corretto funzionamento in uno con l’ordine originario, e tale accesso avverrebbe per sequenze numeriche.
    Sembra dunque che l’attenzione di questo secolo, così popolato da macchine, cominci a cogliere nella lingua in cui si interfacciano gli oggetti della società tecnologica lo specchio di quella capacità codificatrice che regola il corpo umano e che gli fornisce i protocolli che lo forgiano.
    Forse così va intesa l’asserzione pitagorica che “la realtà è la matematica della Natura”?
    In tal caso il Taumaturgo sarebbe Chi, per disciplina e lavoro, evidentemente propiziati da Altri “Madrelingua”, ha imparato sul proprio corpo la Lingua del Creato “possibilità di una terapia assoluta senza medicinali” come recita l’articolo 42 della Pragmatica Fondamentale.

  2. filosobek 31 Gennaio 2016 al 16:24 - Rispondi

    Questa è una pagina magnifica nell’ambito de La Parola al Maestro, capace di far rivalutare secondo un’ottica diversa quella materia tanto invisa ai tempi della scuola: matematica, madre di tutte le scienze.
    Come diceva Pitagora: “al suo livello più profondo la realtà è la matematica nella Natura”.
    Proporzioni, simmetrie, traiettorie, prospettive, la “matematica dei principi attivi e attivanti” conosciuta come Cabbala può essere sinonimo della Magìa nel senso di scienza integrale che ricorda all’uomo chi è e gli dà lo stimolo a cercare e lavorare per ciò che potrebbe essere.
    Scrive Kremmerz nel 1905: “si accenna a una nuova rivoluzione dello scibile con le teorie nuovissime di Einstein a carattere matematico… ma a contenuto schiettamente cabalistico. La teoria della relatività nella determinazione di spazio e di tempo, la concezione antieuclidea, la negazione delle verità assiomatiche accettate come assolute, lo sfacelo della dottrina Newtoniana e la concezione scientifica di una visione dell’esistente in natura a 4 dimensioni formano il cumulo di percezioni… cabalistiche. Ora la portata di queste teorie nuove sarà immensa sulle scienze biologiche, sulla discussione intorno ai fenomeni fisici e sui valori capovolti dei principi di base nei giudizi sulle esperienze scientifiche. L’intuizione prende un aspetto nuovo…”.
    Dopo 110 anni non si può dire che non sia stato e non sarà così.
    Solo lo sviluppo della matematica nel corso del XX secolo ha consentito il progresso tecnologico perché senza un diverso ordine mentale non avrebbero potuto discendere e prendere forma la fisica delle particelle, l’approccio quantistico, la teoria degli iperspazi, l’intelligenza artificiale, la rivoluzione tecnologica…
    Per dirla con Douglas Corey – Docente di matematica presso la Brigham Young University, Provo, Utah (USA): “I pensieri sono cose che derivano da ciò che conosciamo, non da cosa potremmo conoscere”.
    Da cui la pratica: che nella Schola, lentamente ma inesorabilmente, ci consente di “trovare un senso grazie alla nostra conoscenza”.
    Matematicamente.

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