I Vertici dell’Ordine Egizio o Capitolo Operante

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Ma che cos’è il Grande Ordine Egizio o Egiziano di cui la S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam è la naturale emanazione e sotto la cui tutela è posta?

Certamente non è un ente settario ma molto più semplicemente un “contenitore” della Tradizione Iniziatica ininterrotta e da (pare) oltre 6000 anni codificata, ai Vertici del Quale si avvicendano 12 Iniziati (in carne ed ossa e di entrambi i sessi) che ne custodiscono il patrimonio documentale e iniziatico nel corso del tempo, veicolandolo alla bisogna in quegli Organismi atti a farne usufruire all’umanità in evoluzione, e laddove liberamente sia richiesto, i benefici di una sapienza antichissima ma parimenti matrice ed ispiratrice delle scienze più all’avanguardia e di quelle leggi naturali, immutabili e immutate, atte al perpetuarsi della Vita sulla Terra e nel Cosmo.

Dal “Primo Regolamento Esteriore Generale” di quest’Organismo si può appurare che, pur utilizzando nella forma e nella logologia alcuni simbolismi grafici propri alla Massoneria che ne fu in un lontano passato uno dei sottordini, l’Ordine Egizio non ha nulla a che vedere con la stessa. Anche se va comunque detto che lo stesso Kremmerz confidò a Jesboama, in una lettera del 28/7/1912, di aver inizialmente coltivato in cuor suo la possibilità di riabilitare un programma massonico che, depurato e ricondotto alle origini, consentisse di veicolare in campo sociale i principi della scienza ermetica, speranza definitivamente sfumata dopo il Patto con l’Ordine Egizio del 1909 sancito nella Pragmatica Fondamentale della Schola, in cui lo stesso Kremmerz dichiara di aver mutato “le Logge (massoniche e non solo!) in Accademie”.

Ciò che, ancor oggi, è duro da comprendere e soprattutto da accettare per “alcuni” (eppure di riprove, documentate ce ne sono state tante nel corso dell’ultimo secolo) è proprio la “esclusione” di strutture para-iniziatiche, massoniche e para-massoniche, dall’effettivo e “reale” contatto (sebbene da più parti ancor oggi pretestuosamente rivendicato) con i Vertici del Grande Ordine Egizio.

Prova ne è il patetico, quanto inutile, affannarsi da parte di studiosi di varia estrazione, nell’attribuirsi paternità e patenti così dette “osiridee”, stravolgendo la storia con false e artate documentazioni e affermazioni, dogmi pomposi, artifici pontificali e, quando tutto ciò risultasse insufficiente allo scopo, ricorrendo persino a comici anatemi e mezzucoli da trivio.

La Schola del Kremmerz, quella ortodossa, che si circoscrive nei risultati delle proprie esperienze, non pontifica, non dogmatizza, non condanna, non assolve, ma semplicemente deduce le proprie ricostruzioni e affermazioni da una documentazione autentica, storica e filologica ad oggi solo parzialmente pubblicata nel primo volume della nuova e ultima edizione de “La Pietra angolare miriamica”.

Una documentazione che attinge non solo ad archivi storici legittimamente ereditati, ma in buona parte ad un archivio, quello del Maestro Jesboama (Luciano Galleani), che è rimasto intatto ed inaccessibile sicuramente dal 1921 al 1994, anno in cui è stato accorpato all’archivio della S.P.H.C.I. rimanendo lì in deposito senza essere consultato da NESSUNO per circa altri 10 anni, tanto che la stessa Schola non ne ha tenuto conto nemmeno nelle ricostruzioni ufficiali della propria storia, stilate nel frattempo e persino pubblicate.

Un archivio, dunque, super partes, restituito alla Storia col solo scopo di ricondurre alle sue origini autentiche, e ai suoi altrettanto originari scopi, la Schola del Kremmerz e dare la possibilità a tutti di accertarne la continuità ininterrotta e l’ortodossia iniziatica, al di là di ogni strumentale e utilitaristica valutazione da parte di chicchessia.

Se poi questa documentazione autentica, invece di essere acquisita dal parterre ermetico-kremmerziano, e non solo, come fonte di studio cui attingere per schiarirsi le idee, abbattere steccati e preconcetti e ricondurre a quel progetto di globale riunificazione, tanto vagheggiato dal Kremmerz e dai suoi Successori, di “tutti gli studiosi di ermetismo magico…” leali e sinceri, vuole essere ignorata, c’è quanto meno da domandarsene il perché. Forse perché recepita come evidente ostacolo a quell’inconfessabile e torbido progetto di ripristino e affermazione di quelle filiazioni pseudo-egizie o osiridee, pseudo-iniziatiche e pseudo-miriamiche, imperversanti nello scorso secolo, ma i cui epigoni, mutata pelle e riciclati i contenuti, continuano ad appestare le menti e ad oltraggiare l’intelligenza umana? Ma i tempi sono ormai maturi per tirare definitivamente una linea di demarcazione fra la Schola ortodossa del Kremmerz e quel morboso, folle, perverso, mefitico kremmerzianesimo ipocrita, sbandierato su riviste, pubblicazioni e sul Web!

Certo è che J. M. kremm-Erz introduce nel 1909 il Patto Fondamentale, stipulato con l’Ordine Egizio, con la relazione ai “Dodici supremi Vecchi Maestri del Collegio Operante”, suoi Mandanti, concludendola con le seguenti parole:

“… io invoco da Voi, eccelsi occhi di luce, la parola che Voi direte sul secreto dei mondi e sul potere di concedere l’amore, perché un giorno non lontano i popoli possano issare sui pinnacoli dei templi di tutti gli dii, il vessillo di pace tra Cielo e Terra, e la Taumaturgia diventi il potere di ogni umano su questo scheletro di pianeta che rotola le nostre piccole e ambiziose miserie intorno alla luce ammonia del grande Osiride.”.

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