NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA

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  • mara329
    Partecipante
    Post totali: 88

    Interessantissimo il discorso sulle Lunazioni. Nella prima puntata scrive il Kremmerz che molti confondono le nozioni superstiziose della discreditata astrologia, con la scienza arcana (ermetica) dei collegi pontificali dalla quale son tratte, interpretate e poi volgarizzate le Lunazioni per gli amici di Ermete. Ho letto di recente che nell’antico Egitto fra i vari sacerdoti vi erano quelli che avevano la funzione di Oroscopo col compito di comunicare la qualità del tempo (oroscopo significa guardo l’ora, ossia guardo l’istantanea del cielo) e di individuare i giorni fausti e nefasti. Come facessero Kremmerz nelle Lunazioni dice che è impossibile da sapersi e che non vi è regola ma tradizione sperimentata e praticata.(puntata 73°, nota 1). Si capisce perciò che l’oroscopo di nascita è una derivazione tutta moderna e non è il campo di applicazione antico. Champollion scrive che questi sacerdoti tenevano nelle mani uno strumento per misurare il tempo e la fenice, simbolo dell’astrologia che portava nel becco i libri astrologici di Thoth.
    Oltre ai rimedi, talismani e consigli, che come scrive Bell si possono sempre sperimentare (vi è un indice “malattie ed infermità”, utilissimo alla fine del libro), trovo interessantissimi gli spunti, contenuti specie nel I ciclo delle Lunazioni, sugli usi rituali di Egizi, Babilonesi e Caldei, le loro concezioni sui morbi, su come dividerli e come curarli, anche questi secondo i periodi lunari, e i ragguagli sul magnetismo terapeutico che è poi quello ermetico. Ne viene fuori un tempo ritmato da influenze determinate e teso al rapporto armonico e speculare con l’”alto”, in cui non tutto si può fare sempre, ed ogni momento è diversamente propizio a qualcosa. Ma anche la nostra vita miriamica è ritmata da tempi e cicli naturali e noi siamo educati a rispettarli, con la prospettiva e la tensione di essere un giorno un tutt’uno.

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Riprendo il post di holvi49 del 09 gennaio, per aggiungere che, la memoria, se ho compreso bene, sarebbe la risultante di un vero meccanismo evocatorio delle idee provenienti dalle sensazioni che in qualche modo hanno colpito il centro sensorio, in medicina si dice mediante l’interazione delle fibre sensoriali che rispondono ai vari sensi, quindi sensazioni di origine fonica, tattile, olfattiva, gustativa, e credo soprattutto visiva e quindi immaginativa. In chiave ermetica, entra in gioco il campo astrale, in noi e fuori di noi, capace di ritenere, a quanto pare, qualsiasi impressione proveniente dalla periferia ma anche elaborata dal centro che a sua volta si è già trasformato in un nuovo input in astrale. Probabilmente, in momenti di particolare carica emotiva, qualcuno riferisce in procinto di passare a miglior vita, si liberano dei circuiti inibitori che nell’ordinario presiedono a tali meccanismi, ed ecco, per chi ha potuto raccontarla, che in uno spazio temporale assolutamente irrilevante, passano per la mente tutta la valanga di immagini immagazzinate invece nell’ordinario in lunghi periodi di tempo o addirittura nell’arco di una vita intera. Personalmente, senza poter assolutamente raccontare esperienze estreme come descritto, so di avere una capacità mnemonica particolare, in quanto in certi momenti o su certi argomenti mi suscita una forma di stupore nella mia valutazione razionale, perché ad esempio, o quando rievocando con altre persone situazioni passate mi vengono alla mente particolari addirittura sfuggiti agli interessati, oppure in timing diversi, mi balzano alla mente, senza alcuna operazione cosciente di richiamo, ricordi che parrebbero impossibili a richiamarli razionalmente. Un esempio su tanti per comprendere meglio, consta nel ricordare perfettamente cognome e nome di genitori di un compagni di classe di elementari o medie (per non parlare delle superiori), magari incontrati una sola volta o sentito il nome solamente perché pronunciato dal compagno di classe, che nei momenti più impensabili, tornano nel campo della memoria cosciente, senza una spiegazione razionale, se non confermando, ritengo, l’esistenza di un campo astrale inesplorato, che “rilascia a tratti” quanto immagazzinato. Probabilmente, anche i sogni funzionano così, ma questa è materia veramente difficile da trattare.
    Con riserva di ulteriori approfondimenti, auguro una buona serata a tutti.

    BELL
    Partecipante
    Post totali: 79

    Essendo un Saturniano e quindi molto legato alla terra e alle sue leggi, da me molto parzialmente conosciute, personalmente non mi sento di parlare di Campo Astrale; potrebbe essere vera l’ipotesi di Garrulo ma è anche vero che la memoria, funzione geneticamente determinata,si sviluppa e si potenzia sotto determinati stimoli.Inoltre c’è il discorso molto complesso ma anche molto interessante degli Stimoli Subliminali che apparentemente non lasciano traccia nel nostro cervello ma in realtà condizionano i nostri sensi, la nostra memoria, le nostre parole; argomento questo molto conosciuto e sfruttato in campo pubblicitario.
    Buona serata A TUTTI

    mercuriale2011
    Partecipante
    Post totali: 164

    Vorrei condividere la mia esperienza a proposito dei diversi stimoli che innescano la memoria. Mi capita spesso che i ricordi siano evocati dal senso dell’olfatto. Un odore mi fa tornare alla mente e rivedere momenti passati come se stessero riaccadendo!
    Buonanotte a tutti i naviganti

    accademia sebezia
    Partecipante
    Post totali: 31

    Proseguiamo con alcuni brani dalle ricerche già svolte in Accademia relativi alle scuole mediche del mondo antico nel Mediterraneo, in Egitto e in terra italica.
    Importantissime le scuole mediche di Eliopoli, Memfi e il collegio femminile di Sais in Egitto; nel Mediterraneo quelle di Rodi e Cirene precedenti Cnido e Cos. In Italia la tradizione medica è molto antica, connessa all’attività delle scuole filosofiche, in particolare la pitagorica e l’eleatica. Importanti centri medici pre-pitagorici, ispirati all’empirica, all’esperienza sul campo e alla sperimentazione, furono Agrigento in Sicilia (ove operò Acron medico empirico) e Crotone in Magna Grecia (con i medici Alcmeone e Democede famosi per il rigore scientifico). A proposito del connubio tra scuola medica e filosofica ricordiamo la definizione che dà il Kremmerz della Schola: “philosophica in un senso classico, cioè senso chiuso o arcano, schola amica sapientiae, dove il filosofo arcaicamente è lo scienziato, il pensatore, il critico, il medico, lo sperimentatore, come i discepoli della scuola di Cos e quelli di Cnido, come i Pitagorici e i discepoli di Democede di Crotone”. (C,I,165). Successivamente l’attività medica fu informata dalla tradizione pitagorica specie nei centri di Taranto e Crotone.
    Per Elea-Velia il ritrovamento di alcune dediche in onore di medici eleati ha costituito la base documentaria per formulare l’ipotesi di una scuola di medicina eleatica, ionico-italiota, ancor precedente a Parmenide (V secolo a.C.), sulla quale tuttora si dibatte.
    Le iscrizioni menzionano 3 medici, indicati come pholarkòs, e aventi identico nome “Oulis” anche se patronimico diverso. Il medesimo nome suggerisce una casta? un ordine di medici operanti nella stessa maniera?
    Altra iscrizione si riferisce a Parmenide con la qualifica di fisico e Ouliades. L’azione degli Uliadi, considerati una famiglia al pari dei medici ippocratici, è datata dal 540 al 95 a.C.. Oulis fa riferimento all’Apollo Oulios, medico-guaritore e nume tutelare della salute nella tradizione medico-sacrale pre-asclepica.
    L’interpretazione delle iscrizioni è: “capi di scuola medica, di collegio medico d’ispirazione pitagorica, o di associazione medica”, dalla quale sarebbe poi derivata la scuola medica salernitana in età medioevale.
    Altro elemento a favore di una scuola medica eleate è il trattato di asylia (protezione di persone e cose nei recinti sacri, santuari e templi, luoghi sacri di per sé come inviolabili) che legava Velia all’Asklepeion di Cos, oltre al fatto che Elea fu l’unica città d’occidente visitata da ambasciatori inviati da Cos.
    L’interesse di Parmenide per la medicina è dimostrata dalle sue teorie embriologiche e dal fatto che in alcuni testi arabi medioevali, attenti alle fonti alessandrine e trasmessi all’occidente latino, è incluso in un canone di medici.
    Elea-Velia fu nota nel mondo romano per le sue fonti curative termali e per la presenza nelle sue vigne dell’elleboro bianco, ritenuto nel mondo greco-romano medicamento di eccezionale efficacia per eliminare gli umori nocivi del cervello.
    Fraterni saluti

    Accademie Pitagora e Porfiriana
    Partecipante
    Post totali: 2

    Collegandoci al post dell’Accademia Sebezia, vogliamo puntualizzare alcuni tratti inerenti la medicina pitagorica. Innanzi tutto pare che non si possa dubitare dell’assoluta autenticità della stessa prendendo essa origine dalla medicina etrusca e italica in senso lato. Ai Pitagorici si devono le prime teorie mediche e le prime opere sulla medicina,che pur smarrite, sono testimoniate dagli scritti del pitagorico Filolao del 370 a.C., in base ai quali si può affermare che un vasto complesso di teorie mediche originò e si diffuse dall’Italia meridionale. Le fonti della sapienza medica italica sono confluite nella medicina pitagorica contaminate dalle conoscenze egizie e asiatiche. In Egitto operava una classe sacerdotale dedita alla ricerca scientifica finalizzata allo studio dell’anatomia e della fisiologia fin dalla prima dinastia, come dimostrato dal ritrovamento del papiro di Smith, che testimonia una straordinaria abilità di studio anatomico. La medicina egiziana era intrisa di ritualità magica e riponeva grande efficacia terapeutica e preventiva nel controllo dell’alimentazione e nel suo variare a seconda delle necessità. Pitagora, che frequentò i sapienti egizi prima di fissare Crotone come sede della sua sperimentazione religiosa e sociale, mutuò queste caratteristiche e le mise a caposaldo della sua terapeutica. La cura dell’alimentazione era il necessario supporto dell’attività sportiva insieme alla traumatologia, alla fisiologia, allo studio dell’anatomia. A Crotone l’allenamento alle discipline sportive veniva esercitato in modo regolare per preparare i partecipanti alle competizioni dell’epoca. Crotone vantava, infatti, numerosi campioni che avevano primeggiato negli agoni. Il medico pitagorico Callifonte riferisce che Pitagora aveva modificato la dietetica degli atleti per migliorarne le prestazioni. La medicina pitagorica intende la salute come stato di armonia ed equilibrio e la malattia come stato di squilibrio. La cura del corpo aveva come fine la sua purificazione per renderlo atto a contenere un principio sottile più evoluto, semovente e armonioso, l’anima. Ricordiamo che Pitagora è stato il primo musicoterapeuta della storia della medicina.

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Verissimo quanto sostiene BELL sulla funzione della memoria in quanto geneticamente determinata, tenendo però presente che nelle scienze mediche ordinarie, il campo astrale non è contemplato, non è investigabile con gli strumenti in dotazione. Altrettanto vero che, come ci ricorda mercuriale, uno stimolo sistematico di innesco della memoria è proprio l’olfatto, difatti, un buon profumo di cibo nei pressi di un altrettanto ottimo ristorante, può fungere, attraverso l’evocazione di immagini collegate, da ulteriore stimolo ad entrarvi, e quindi di supporto al riconoscimento di un bisogno primario, quale lo stimolo dell’appetito. Tutte le sensazioni periferiche costituiscono, in modo soggettivamente più o meno privilegiato, input costanti che prendono posto nella “centralina”, ed alla bisogna vengono attinti. Ma quello che mi ha sempre “incuriosito”, è stato il potenziale di “stoccaggio” dei ricordi, che, come detto in altro post, in momenti di estrema carica emotiva, in spazi temporali fulminei, passano per la mente sequenze di ricordi immagazzinati in tempi assai lunghi, per non dire di una intera esistenza. Ricordo, che dopo una conferenza in tema di spiritualità, ascoltata qualche lustro fa, tra l’altro in un bellissimo agriturismo in montagna, molti partecipanti si erano fermati a cena. Io non conoscevo la persona di fianco a me, si trattava di un signore piuttosto originale, ed oltre a mettere in campo qualche dimostrazione su modalità eccentriche con cui manovrava posate e bicchieri giocando sull’equilibrio degli stessi, ad un certo punto, mi è parso di capire a digiuno da qualunque conoscenza scientifica della faccenda, raccontò di un incidente in motocicletta, nel corso del quale, provenendo da un corso ad alto scorrimento, quindi con velocità probabilmente sostenute, si trovò dinanzi un autotreno di traverso sulla carreggiata in quanto già coinvolto in altro incidente appena successo. Proseguì il racconto precisando di aver pigiato all’inverosimile tutti i freni anteriori e posteriori, la moto cominciò a sbandare sulla carreggiata inclinandosi progressivamente, al punto da passare al di sotto degli assi del camion, e tra traumi vari, questa modalità fatale gli salvò la vita, ma quello che più mi catturò l’attenzione nel racconto, più che le nozioni di infortunistica stradale (che conosco per altra via), mi colpì il fatto che ripeteva che nell’istante in cui la situazione evolveva verso l’irreparabile, ha visto in un attimo, testualmente disse, “tutta la mia vita scorrermi dinanzi come in un film”. Quanto riportato penso proprio in assoluta buona fede durante una cena, mi pare trovi conferma in molti scritti che anni dopo iniziai a leggere del Maestro Kremmmerz, tant’è vero che, nello Spazio dedicato alla “Parola al Maestro”, nel Capitolo dedicato alla “Menmoria ed il Campo Astrale (o incosciente)”, postato nel Sito a giugno 2009, inizia così: “L’immagine delle cose si conserva in noi in un campo inesplorato che appena oggi comincia ad attirare l’attenzione dei psichisti. Questo campo che è in noi e fuor di noi è la riserva da cui la nostra coscienza umana attinge la memoria di tutte le cose viste e conosciute con uno dei sensi fisici. E rappresenta la parte più misteriosa del nostro essere, la camera oscura, per così dire, della fotografia dei nostri prodotti di origine sensoria, tanto di questa vita quanto delle precedenti”.
    Un caro saluto, si tornerà volentieri su un argomento di cotanto spessore.

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    A proposito dei Neuroni Specchio, di cui parlava Bell il 12 gennaio scorso, chiedendosi se il loro intervento può “aiutarci a comprendere meglio il meccanismo di veicolazione e di attivazione di una Forza Terapeutica attraverso Cifre, Simboli, Immagini ecc.”, provo ad ipotizzare che questi possano spiegare, ALMENO IN PARTE, il funzionamento di un talismano. Alcuni aspetti della cultura antica degli Egizi (trattati in questo thread) sono utili a chiarire. Ritenevano che ogni cosa potesse divenire un talismano, cioè il veicolo di volontà che si lega ad esso; un oggetto animato che la riflette col concorso di: 1) immagini idonee, 2) materiale analogico (ad esempio l’oro è solare; l’argento lunare, il rame venereo, ecc.; le pietre preziose e semi-preziose avevano diverse funzioni e influenze, magnetiche), 3) colore appropriato, 4) incisioni, rese vitali da un rituale, di cifre, ideogrammi e geroglifici. In tal modo i talismani si traducevano in vere e proprie forze che realmente agivano sul beneficato, non solo proteggendolo o sanandolo, ma inducendo nella psiche di chi vi si rispecchiava, la determinazione verso lo scopo voluto. A conclusione era funzionale persino la parte del corpo su cui era portato. Bisogna ammettere che passano i millenni, cambiano gli usi e i costumi, ma ciò che riguarda l’animo umano non cambia.

    Marypru
    Partecipante
    Post totali: 12

    La musica e la danza sono espressioni umane del linguaggio universale con una forte componente emozionale. Il suono rappresenta un canale di conoscenza della realtà circostante. La danza è invece la prima espressione artistica del genere umano e ha come strumento il corpo.
    La musica e l’arte influiscono sullo stato d’animo sulle emozioni: possono rendere felici o tristi,calmi o irrequieti.
    Alcuni colori vengono chiamati” caldi” come il giallo , il rosso, l’arancione danno un senso di allegria o do calore, stimolano le funzioni respiratorie e cardiocircolatorie, eccitano. Altri vengono chiamati “freddi” come il verde il blu,il viola perchè danno un senso di profondità, rallentano il ritmo cardiaco e il ritmo respiratorio, rilassano.
    La musica ha il potere speciale di suscitare sensazioni e di risvegliare emozioni in chi l’ascolta, la stessa musica in situazioni diverse può far scattare emozioni diverse. L’arte dei suoni ha un’influenza positiva sui bambini sin dai primi giorni di vita: stimola l’intelligenza, induce la calma, favorisce il benessere e si rivela fondamentale per lo sviluppo della fantasia; inoltre, visto che è un linguaggio universale, aiuta a sviluppare la socialità, la tolleranza e l’apertura verso gli altri. Per i bambini tutto ciò è molto naturale: attraverso la musica potranno raggiungere le parti più profonde di loro stessi e favorire la capacità espressiva e creativa. E’ in questa ottica, credo, che la “musicoterapia”di Pitagora trova la sua dimensione applicativa.

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Continuando sull’argomento dei “neuroni specchio” da altra angolatura, stralcio da un articolo on-line su un sito di neuroscienze che ho trovato interessante: “L’intenzionalità delle azioni consente di chiamare i movimenti come atti e lo spazio in cui ci muoviamo uno spazio d’azione condiviso” in cui “Osservando e quindi anticipando le intenzioni o le emozioni degli altri grazie alla scarica dei neuroni specchio, lo spazio si trasforma infatti in una condivisione dinamica di spazi possibili. E’ vero, questi sembrano dei ragionamenti più degni di un filosofo che di un neuroscienziato: ma ormai questa ossequiosa distanza tra la filosofia e la scienza si è ridotta e c’è molto dialogo tra le due materie. Più semplicemente, ogni volta che ci muoviamo con uno scopo, lasciamo che chi ci osserva, in virtù della comune compatibilità ideomotoria, comprenda il nostro movimento grazie alla funzione riflessa dei mirror neurons. Muoversi significa dunque comprendere l’intenzione dei movimenti degli altri per modificare di conseguenza il proprio spazio…
    Le persone molto affini sono quelle che in virtù della condivisione di uno spazio d’azione comune, mettono in risonanza i propri neuroni a specchio: quante volte un amico ha intuito perfettamente una vostra intenzione ridendo solo qualche millisecondo prima di voi? Goethe le chiamava affinità elettive, noi meno poeticamente, cerchiamo di sperimentare l’organicità delle emozioni condivise, senza però spogliarle del loro fascino. Al contrario ogni allontanamento implica un istinto di evitamento e di non condivisione degli spazi. Una risposta poco empatica ad una discussione potrebbe essere infatti quella di separarsi al fine di non vedere le proprie emozioni riflesse nell’altro. “
    Al di là della veridicità o meno dell’esistenza dei neuroni specchio (la teoria pur largamente condivisa è stata anche contestata) da questi concetti, per estensione e traducendoli nei nostri, mi sono scaturite alcune riflessioni che vi partecipo e che ulteriormente avvalorerebbero:
    – Quanto sia importante per ognuno di noi tentare di avere negli atti e nei fatti della vita quotidiana un’etica ideo-motoria coerente e condivisa, l’Etica Miriamica.
    – Di concerto avere un’ulteriore ragione del fatto che nell’ambito di questo Campo (quello della Medicina Ermetica) chi è attivo tramite possa, entrando in risonanza empatica ideo-motoria con chi è in stato di squilibrio, innescare in tempo reale ed in modo naturale e spontaneo meccanismi sia di prevenzione delle patologie che di auto recupero dell’altrui principio vitale. Comprendendo maggiormente quanto sia inopportuno sottrarsi all’aiuto terapeutico nel momento in cui non si coglie la richiesta di aiuto impedendo cosí di veder riflesso nell’altro lo stesso meccanismo di terapeutico contatto con il Centro di cui dovremmo essere attivi tramiti in primis per noi stessi e poi per chi ci chiede aiuto; impedendoci così di nutrire quell’atteggiamento dativo pro salute populi alla base del “do ut des” con il risultato di privarci così della possibilità di rettificare sul “campo” errori e atteggiamenti sbagliati.
    – Hanno chiesto al prof Rizzolatti se questo processo potesse attivarsi anche via web e lui non ne ha negato la possibilità. Noi sappiamo, e ce lo insegna la sperimentazione della Medicina Ermetica a distanza, che ogni volta che si genera un “campo di risonanza empatica” di qualunque natura, anche via Shype o nel Forum quanto questo possa essere veicolo di ineludibili scambi energetici che, nel caso nostro e proprio perché regolato da una legge di corrispondenza analoga per capirci a quella dei simili, come condivisione di una comune progettualità ideo-motoria, i partecipanti non possono che accrescersi reciprocamente nutriti dallo stesso lievito, immesso continuamente in circolo dalle Superiori Gerarchie, veicolo di Luce e Salute.
    Come per tutti i nostri propositi anche in questo caso, come hanno sottolineato in tanti sui vari thread, vi è un’ulteriore conferma del fatto che senza attivarci non si realizza nulla e al limite, quando va bene, si segna il passo.
    Che ne pensate?
    Un abbraccio a tutti i naviganti.

    seppiolina74
    Partecipante
    Post totali: 270

    Mi ha interessato molto il post di Marypru del 16 gennaio, dove si parla della musica (oltre che della danza) e della sua valenza terapeutica e rasserenatrice. Mi è venuto in mente che tempo fa, leggendo un libro riguardante la gestazione, erano riportati alcuni studi fatti proprio sull’effetto della musica, quindi delle vibrazioni sonore e ritmiche associate ad essa, sul feto. Della musica classica e dei suoi riverberi rilassanti e riequilibranti, si sapeva già da tempo; curiosa fu la notizia che la stessa reazione sul bambino, ce l’avesse anche lo stile musicale raggae! Avevano infatti dimostrato che il ritmo del cuore rallenta, laddove ci sia agitazione, che il bambino si calmi e addirittura si addormenti. Chissà, forse perchè il ritmo lento ma dinamico del raggae ricorda il battito del cuore? Del resto, pensandoci bene, il canto ha sempre accompagnato le donne, che usavano la melodia come linguaggio/canale privilegiato per trasmettere sicurezza e amore; per non parlare del potere terapeutico che il canto aveva,ad esempio, sulle persone ridotte in schiavitù, le quali solo cantando ( e cantando in coro, spesso guidato dalla donna più anziana del gruppo) riuscivano a sopportare la sofferenza fisica e morale.
    Sempre a proposito di musica, riflettevo giusto ieri, all’anniversario dei 50 anni di musica dei Pink Floyd, come sia cambiato, a partire dagli inizi del ventesimo secolo, il valore e la finalità della musica. Anche se i grandi geni della musica ( e i grandi estimatori) sono sempre esistiti, mi sembra evidente che è solo da un certo periodo storico in poi che si è cominciato ad “aprire” i propri orizzonti, indirizzando e considerando la musica come un bene per e di tutti, addirittura accompagnandolo a concetti ideologici e, oggigiorno, ad usarla come disciplina terapeutica a se stante.
    Mi piacerebbe sentire l’opinione di chi di musica se ne intende e che nel mondo della musica lavora.

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 366

    Sempre riguardo all’olfatto che è stato citato da Mercuriale,sapevo essere un organo di senso tra i più antichi utilizzato nel mondo animale per svariate funzioni:infatti è così che la mamma riconosce il proprio piccolo fin dalla nascita, così come i predatori si procurano il cibo, annusando la preda ed è così, dai ferormoni lasciati nell’aria, che sono agevolati gli accoppiamenti nella stagione degli amori… i gatti ad esempio annusano l’aria prima di fare qualsiasi cosa in territorio esterno alla casa in quanto, non amando lotte inutili tra pari, sono in grado di capire dalle informazioni olfattive se in quel punto sono passati altri animali, quale percorso hanno compiuto e persino lo stato d’animo che i suoi simili avevano in quel momento…e quindi mi sono chiesta se anche l’aria, veicolo indispensabile alla vita, avesse una memoria anch’essa al pari dell’acqua, di cui si era fatto cenno, riuscendo a trattenere le informazioni nelle proprie molecole…questo mi ha stupito in quanto ho sempre pensato che fosse solo l’acqua ad avere la peculiarità di ‘fissare’ ma ora che ci penso anche nell’aria c’è sempre umidità e che ogni elemento in Natura pur avendo la propria caratteristica e finalità, è interconnessa e mai scollegata dal resto…proprio come in una Catena in cui i Numeri che ne fanno parte, ognuno con le proprie peculiarità, interagiscono in un unico Corpo ad ogni livello e grado, per un fine di Bene, Luce e Salute! Un caro saluto a tutti

    holvi49
    Partecipante
    Post totali: 112

    Sì, nell’aria sono contenute numerosissime molecole d’acqua, e tra l’altro sono quelle originatesi dalla evaporazione, processo per cui l’acqua si “purifica” nel vero senso della parola, acquisendo proprietà affatto particolari. Queste molecole assorbono l’energia elettromagnetica, sia sotto forma di luce visibile, ultravioletta e raggi infrarossi, quest’ultima probabilmente la più potente per modificare la struttura dell’acqua portandola alla “quarta fase”, secondo le ultime ricerche. Questa fase non è più a formula H2O ma H3O2, con caratteristiche molto peculiari in quanto sarebbe quella preposta alla memoria dell’acqua, ed è anche quella che è presente nelle cellule del corpo e di tutti i tessuti. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un mezzo di trasmissione che è presente ovunque e dall’inizio dei tempi è la base della vita stessa. Il gatto, quindi, attinge ad una rete informativa naturale, che registra ogni accadimento, sia esso di origine fonica, gestuale, mentale e quant’altro.
    Un caro saluto

    mercuriale2011
    Partecipante
    Post totali: 164

    Vorrei ringraziare Wiwa e holvi per il bellissimo spunto di riflessione della memoria dell’aria !!!!
    A presto

    mercuriale2011
    Partecipante
    Post totali: 164

    Ieri sera sono andata ad ascoltare una conferenza sul tema dei vaccini, organizzata dall’Università di Napoli nell’ambito della quindicesima edizione di “Come alla Corte di Federico II, ovvero parlando e riparlando di scienza“ .
    Il format era come quello utilizzato alla Convention di La Spezia, cioè dell’Intervista.
    In questa occasione era il direttore del “il Mattino” Alessandro Barbano, che intervistava il professor Giuseppe Matarese ordinario di Patologia Generale e Immunologia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II.
    La discussione è stata molto stimolante e anche alcune delle domande fatte, soprattutto quelle dei giovani.
    Aspetto interessante che è stato trattato è il rapporto tra una corretta alimentazione e la capacità reattiva del sistema immunitario.
    Anche qui si è ripetuta la famosa frase“ noi siamo ciò che mangiamo”.
    Il professore ha sottolineato che il sistema immunitario è come un muscolo e va allenato. In caso di ambienti troppo igienizzati il S.I. non viene stimolato e anche l’eccesso calorico lo danneggia.
    “ i vaccini insieme ai microbi a cui siamo esposti durante la vita, allenano l’immunità contribuendo alla formazione di questa memoria di protezione nel tempo. Grazie a questa possibilità i vaccini hanno debellato e significativamente ridotto l’incidenza di vaiolo, polio, tetano ecc. …..” , ed ancora “.. le risposte immunitarie una volta realizzate permettono una protezione a lungo termine grazie alla “memoria immunologica”.

    Mi farebbe piacere avere il parere dei medici della Schola su come l’alimentazione può aiutare il nostro sistema immunitario.
    Buona serata a tutti

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